Pubblichiamo la sinossi del libro del Professor Antonio Martone, nostro amico e redattore, e non mancheremo, ovviamente, di recensire il suo libro non appena ci sarà possibile.
Il volume elabora uno sguardo sul politico sostenuto da una visione storicoantropologica.
Esso descrive la trasformazione degli individui moderni fino alle soggettività globalizzate. Il mondo contemporaneo – che l’Autore identifica con la città elettronica (ecity) – immerso nella tecno-scienza e retto dalla sovranità delle organizzazioni politico-finanziarie internazionali, appare scosso da un dinamismo vorticoso che attraversa i singoli spazi del mondo tendendo ad uniformarli, cancellandone le differenze e le peculiarità. Lo scopo ultimo della ecity è il distacco integrale da culture e identità, sia individuali sia collettive, oltre che l’erosione di facoltà imprescindibili dell’umano, quali la memoria e l’attesa progettuale: si può affermare che l’iper-tecnologizzazione abbia stretto una “sacra alleanza” con il turbo-capitalismo e spinga verso il completo sradicamento dell’umano da se stesso. Ciò che rimane è – appunto – la ecity globalizzata nella sua luccicante presenza nichilistica.
In questo orizzonte, qual è lo stato di salute dell’homo democraticus e quali risorse è possibile mobilitare oggi per investire, nonostante tutto, sul suo futuro?
Antonio Martone insegna filosofia politica all’Università di Salerno.
Diversi suoi scritti sono apparsi in testi collettanei e in riviste specializzate, cartacee e online. Fra i suoi volumi più recenti: Un’etica del nulla. Libertà, esistenza, politica, Liguori 2001;
Storia, filosofia e politica. Camus e Merleau-Ponty, La città del sole 2003;
Le radici della disuguaglianza, Mimesis 2011.
La riflessione sull’antropologia politica moderna è da tempo l’asse fondamentale della sua ricerca.
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