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Sul Manifesto del 12 marzo, Gianpasquale Santomassimo, a proposito della sconfitta subita dalla sinistra alle scorse elezioni (ma è molto di più di una sconfitta elettorale…) scrive testualmente in un (condivisibile) passaggio di un suo articolo:
“Senza ripensare tutto sarà impossibile ripartire”. (https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/11851-gianpasquale-santomassimo-il-grande-sconfitto-e-il-mito-europeista.html )
Sottoscrivo in toto e voglio prenderlo alla lettera. Ma accadrà?
Ciò che resta dell’attuale sinistra ha gli strumenti per fare suo l’invito di Santomassimo (pubblicato peraltro su un giornale che per lo meno da vent’anni a questa parte è un campione di “dogmatismo politicamente corretto”…) oppure, come credo, ha raggiunto da tempo livelli tali di autoreferenzialità e supponenza da rendere impossibile anche la sola ipotesi dell’apertura di una vera e autentica riflessione autocritica?
E quel “tutto”, a cui fa riferimento Santomassimo, significa veramente TUTTO o quasi tutto? Perché c’è una bella differenza fra tutto e quasi tutto e quel “quasi” può pesare come una montagna.
Sarò ancora più esplicito. Sarà capace, ad esempio, l’attuale sinistra, di mettere in discussione (o quanto meno aprire alla possibilità di una critica) quelli che sono da almeno trent’anni a questa parte i suoi unici e soli santuari ideologici, e cioè il femminismo e l’ideologia politicamente corretta (in tutte le sue articolazioni)?
Io penso proprio di no. E penso che oggi la ricostruzione di un nuovo soggetto politico di SINISTRA non possa passare attraverso il riciclo (brutta parola ma non me ne viene in mente un’altra) di quella esistente. Quella esistente va sgomberata. Sia chiaro che non mi riferisco ai tanti militanti, compagni, compagne, amici e amiche che anzi è doveroso coinvolgere in un possibile nuovo, auspicabile e futuro percorso, ma alle attuali organizzazioni e soprattutto e ancor prima a quei paradigmi ideologici che hanno condotto all’attuale disastro, peraltro ampiamente annunciato, per chi aveva occhi per vedere e orecchie per sentire.
Lavoriamo in tal senso.