Foto: Il Resto del Carlino (da Google)
L’incredibile vicenda di Macerata non è un fatto isolato né il semplice atto di uno “spostato”. E’ la logica conseguenza di un clima che è stato creato ad hoc. L’allucinante gesto di quel soggetto – un neofascista già simpatizzante della Lega – è di fatto emotivamente e psicologicamente coperto e giustificato da quell’area politica e ideologica che ha creato le condizioni, il brodo di coltura all’interno del quale crescono e si alimentano simili, inquietanti, individui.
Certo, il tizio è sicuramente uno che ci ha messo del suo – su questo non c’è dubbio – però sarebbe ipocrita e profondamente errato derubricare il tutto come il gesto di un folle. Perché per uno come lui ce ne sono tanti altri che non arrivano ovviamente a tanto ma che in cuor loro (anche se non lo dicono apertamente) coprono e giustificano quel gesto. E non mi riferisco solo all’arcipelago della “neofascisteria” diffusa (peraltro oggi ampiamente sdoganata dai media…) ma anche a tanta gente di destra e neodestra, di quelle fasce sociali piccolo e medio borghesi e anche popolari la cui stella polare è ormai l’ostilità nei confronti degli immigrati. Sono quelli del “Io non sono razzista ma…”, del “Sono gesti da condannare però…”, del “Non se ne può più…” fino al “Se l’è andata a cercare perché…” e via discorrendo. Del resto, quando le masse popolari sono prive di coscienza politica e di classe, ridotte a “popolino” e non hanno gli strumenti per risollevarsi dalla condizione di abbrutimento psicologico e culturale in cui sono state confinate, è del tutto normale che le “risposte” siano quelle. Parlare di luoghi comuni, in questo caso, è parlarne bene…
Gran parte di queste persone sono del tutto inconsapevoli (in particolar modo quelle appartenenti ai ceti popolari) e si sono lasciate convincere che la causa del loro disagio sia dovuta alla presenza degli immigrati. E’ una vecchia, anzi vecchissima storia che rimanda alla guerra fra poveri da sempre alimentata dai padroni del vapore e di cui abbiamo già trattato in tante occasioni, alimentata ad arte dalle destre (o meglio, dalle varianti di destra del sistema…) in tutte le loro attuali declinazioni.
Molte altre invece – e sarebbe ipocrita negarlo – appartengono a quell’humus che esiste ed è sempre esistito (e sempre esisterà) di coloro che hanno una visione elitistica, classista, “suprematista”, esclusivista e razzista del mondo. Sia ben chiaro che questa visione non appartiene solo ai “nazisti dell’Illinois” (come diceva John Belushi in un celebre film…), e ai razzisti stile Ku Klux Klan. Il colonialismo delle grandi potenze liberali, Francia, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Belgio, USA e anche Italia era intriso di razzismo e di “suprematismo” bianco e occidentale. Il nazismo e il fascismo, da questo punto di vista, non furono altro che la drammatica (e forse inevitabile) evoluzione di quelle concezioni razziste di cui le società liberali occidentali erano intrise. Sarebbe troppo comodo per lor signori lavarsi la coscienza scaricando tutto sui soliti “brutti, sporchi e kattivi”.
Questa destra razzista, neofascista, neonazista (anche se non dichiarata) è cresciuta e sta crescendo in tutta Europa e fa leva sulla “pancia” delle persone, in special modo, come abbiamo detto, quelle culturalmente e socialmente più deboli e sprovvedute. E oggi, purtroppo, questa gente è molto numerosa. Evitiamo, dunque, tornando all’episodio, i soliti scontati discorsi sul gesto isolato di un fanatico. Scemenze, e pure ipocrite. Quel gesto è la punta dell’iceberg di un “sentimento” diffuso e crescente. Luca Traini, l’autore della tentata strage di Macerata, è un neofascista e razzista che è stato psicologicamente e ideologicamente armato da un’area politica e anche da un ambiente che lo ha partorito e pasciuto.
Naturalmente – non smetteremo mai di sottolinearlo – la crescita esponenziale di questa destra è (anche e soprattutto) la diretta conseguenza dell’assenza di una Sinistra di classe, autentica, credibile, radicata tra le masse e depurata di tutta la brodaglia ideologica politicamente corretta che l’ha letteralmente occupata fino a distruggerla. Se una simile Sinistra (che auspichiamo e alla cui ricostruzione lavoriamo) esistesse, la destra e le forze neofasciste tornerebbero ad avere quella fetta di consenso che fisiologicamente hanno sempre avuto e resterebbero confinate nei loro territori, come infatti avveniva una volta quando gli era impossibile avere spazio ed agibilità, sia politica che fisica, nei quartieri popolari e nelle periferie delle metropoli.