Il Sole 24 Ore ci spiega, con la necessaria enfasi (invece di vergognarsi…), che d’ora in avanti le studentesse potranno iscriversi alle facoltà scientifiche senza pagare le tasse di iscrizione oppure con forti riduzioni http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-01-08/universita-gratis-o-scontata-le-studentesse-che-scelgono-corsi-scientifici-153505.shtml?uuid=AEgpU2dD&refresh_ce=1
Questo provvedimento è stato approvato dal Miur (il Ministero dell’Istruzione) con la motivazione che nelle facoltà scientifiche le donne sono presenti “solo” in misura del 35%. Naturalmente si omette di dire che nelle facoltà umanistiche rappresentano invece la grande maggioranza dell’intera popolazione universitaria. Ma non è questo il punto, che è un altro.
Qualcuno o qualcosa impedisce forse alle donne di iscriversi alle facoltà scientifiche? Mi pare proprio di no. Se un impedimento c’è, e a mio parere c’è, è di ordine economico e sociale, non certo sessuale. Se non si hanno le possibilità economiche, gli studi universitari sono purtroppo preclusi per tante e per tanti, sia femmine che maschi.
In virtù di questo decreto voluto dalla ministra Valeria Fedeli, una ragazza di condizioni sociali del tutto simili o anche superiori a quelle di un ragazzo, potrà iscriversi ad una facoltà scientifica senza pagare le tasse per il solo fatto di essere una femmina. Un ragazzo, per il solo fatto di essere un maschio, le cui possibilità economiche, sue e della sua famiglia, gli impediscono di mantenersi gli studi universitari, sarà escluso.
C’è un solo modo per definire tutto ciò: apartheid di genere (maschile) e di classe. Con questo decreto, palesemente sessista e classista – per chi ha occhi per vedere – vengono esclusi dagli studi scientifici i maschi non abbienti, i maschi poveri, quelli che non sono in grado di pagarsi e mantenersi gli studi.
Il sonno della ragione genera mostri, diceva qualcuno. E’ così. Ne vediamo spuntare sempre di più ogni giorno.
Quanto a me, non mi resta che additare al pubblico disprezzo la ministra Fedeli, il governo che rappresenta e che le consente di fare certe cose, l’istituzione universitaria, il Ministero per l’Istruzione e tutti/e coloro (media, partiti, intellettuali, circoli femministi, istituzioni varie ecc.) che sostengono questa spregevole politica classista e sessista.
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