E’ facile bastonare il cane quando affoga e il conduttore televisivo Giovanni Floris in questo genere di cose è senz’altro un maestro. Servile con i potenti quando sono in auge, ringhioso, arrogante (lo è sempre per la verità…) ghignante e spietato con gli ex potenti caduti o in via di cadere in disgrazia, come appunto Renzi.
Ieri sera, nella trasmissione, “Di martedì” da lui condotta, ha sottoposto il segretario del PD ad una sorta di interrogatorio, ha fatto di tutto per metterlo in difficoltà tempestandolo di domande e interrompendolo sistematicamente impedendogli di concludere un ragionamento che è uno. E’ stato seguito a ruota da Massimo Franco, editorialista del Corriere della Sera e perfino da Massimo Giannini de La Repubblica, comunque meno abili o meno spietati di lui sotto questo profilo. Soltanto Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, è stato ovviamente un po’ più tenero; prepara (preparano…) il terreno per un probabile futuro governo targato PD-Forza Italia a meno di una altrettanto possibile vittoria del centrodestra neo riunificato dal sempiterno Berlusconi (e con un Salvini ridimensionato che alla fin fine torna all’ovile…).
E’ evidente, dato l’atteggiamento di Giannini, che anche il “Grosse Bertha” della comunicazione ufficiosa se non ufficiale del PD, La Repubblica, sta già pensando al dopo Renzi, soprattutto dopo l’ennesima legnata elettorale (che fa seguito ad altre batoste ma in particolare quella nel referendum) subita dal PD in Sicilia.
Di tutti i personaggi (chiamarli giornalisti mi sembra francamente offensivo nei confronti di quei colleghi che svolgono con rigore e onestà intellettuale il loro lavoro …) che infestano i vari salotti mediatici, Floris è senza dubbio il più spregevole. Per quanto mi riguarda supera ai punti altri infimi figuri del calibro di Fabio Fazio e Bruno Vespa.
Servilismo, opportunismo e cinismo sono le “qualità” che accomunano questi squallidi individui. Ma non c’è dubbio che Floris sia in pole position in virtù soprattutto della sua scaltrezza. Certo che un paio di anni fa, quando Renzi era sulla cresta dell’onda e sembrava dovesse diventare il nuovo uomo forte garante della governance (cioè la pace sociale dove i padroni fanno il bello e il cattivo tempo…), il suo atteggiamento sarebbe stato ed era ben diverso.
Entrare nel merito dell’ennesima kermesse mediatica andata in onda ieri sera non vale neanche la pena. Renzi faceva quasi pena (si fa per dire…), come quei pugili di una volta che non volevano andare al tappeto nonostante i terribili colpi ricevuti e finivano la carriera dopo quell’ultimo incontro dal quale non si riprendevano più.
Tutto sommato era meglio vedersi (per chi non lo avesse visto) il pappone hollywoodiano “Reds” andato in onda su Paramount Channel, sulla Rivoluzione russa. Per lo meno, a modo loro, hanno avuto il pudore di ricordarne il centenario.
Foto: Il Post (da Google)