Il rigassificatore dovrebbe sorgere nell’area industriale di Macchiareddu, accanto alla Remosa, alla Grendi ed altre ancora, assieme ai depositi di gas liquefatto (GNL) comprendente 16 silos con una capienza complessiva di 20.000 metri cubi (piccolo secondo gli estimatori d fronte ai 450.000 metri cubi di Barcellona). Due depositi dovrebbero sorgere nell’Oristanese. La rete dovrebbe ricoprire quasi tutto il territorio regionale con una lunghezza complessiva di 404 KM.
“Con l’arrivo del metano compiamo passo avanti nella competitività a livello europeo” Il presidente di Confindustria Sardegna Albero Scanu ci rassicura che l’opera non sarà invasiva e che le tubature saranno interrate.1)
Il progetto è stato presentato dalla IsGAS al ministero dell’Ambiente per la valutazione d’impatto ambientale e ne è stata data comunicazione pubblica mediante due giornali, uno nazionale (La Repubblica) ed uno regionale (La Nuova Sardegna). 2)
La scadenza per le osservazioni contrarie al progetto, tipica della furbetta politica italica, era stata programmata per il 18 agosto. Unica relazione contraria presentata regolarmente: Mauro Pili deputato di Unidos.3)
Situato nel compendio naturalistico di S. Gilla, il rigassificatore e i depositi si combinano perfettamente con lo stagno, con le saline, con il volo dei fenicotteri (spariranno?), con i camminamenti sabbiosi. Non pochi ambientalisti si erano lamentati che qualcosa mancasse. Che cos’era? Un grande ammasso di metallo luccicante che inviasse i suoi bagliori alla città, bagliori che sarebbero ancora più esaltanti se avranno la possibilità di accompagnarsi a qualche gigantesca esplosione.
Va ricordato, infatti, che tale gas è altamente infiammabile e tutto l’impianto, secondo le direttive Seveso del 1982 è classificato “a rischio di incidente rilevante”.
Per la Confindustria sarda i benefici per le imprese e per le famiglie saranno nell’ordine di centinaia di milioni di euro all’anno. E’ possibile ma come tutti i progetti del morente capitalismo è di corto respiro. Il pianeta difficilmente potrà disporre di gas per oltre 50 anni. Non sarebbe più utile investire nell’energia alternativa, fotovoltaica, geotermica, solare, eolica… come sta facendo la Cina che usa ancora il carbone ma che è anche la nazione più avanzata nel settore dell’energia alternativa, preparando cioè il suo futuro energetico. Futuro molto più rassicurante.
Il porto commerciale di Cagliari è adibito al trasporto passeggeri e al diportismo. Ma è anche porto nucleare. I sottomarini, in caso di necessità, possono attraccare (ci dovrebbe essere un piano di allerta e di evacuazione in caso di incidente ma se c’è questo piano è ben nascosto in un cassetto del Comune che, tra l’altro, avrebbe dovuto e dovrebbe informare la popolazione del pericolo. Ma si sa, ciò potrebbe allarmare i cittadini e allontanare i turisti. Non sia mai. In fondo badare troppo alla sicurezza è una paranoia. Ciò che conta è il Profitto hic et nunc. Se poi tutto va in malora…voragini nelle strade, ponti che crollano, esondazioni, inondazioni poco importa…il malloppo è stato già preso…
Dovrebbero essere quattro le gasiere ad attraccare in un mese al porto canale. Tenendo conto che tutte le attività produttive devono fermarsi per giusti motivi prudenziali per almeno 15 ore, il porto canale potrebbe rallentare la sua crescita, tanto più in vicinanza di un rigassificatore. I milioni presunti dalla Confindustria sarda potrebbero entrare da una parte ed uscirne dall’altra. Tanto più che il porto canale in sintonia con il porto commerciale che si è ampiamente aperto al turismo, può aprirsi ad un futuro fruttuoso.
Bisogna opporsi a questo progetto per ragioni ambientali e di sicurezza ma anche perché le motivazioni economiche non risultano convincenti. Il quadro concettuale entro il quale tale scelta di politica economica si inserisce è antiquato, conservatore. Come se si volesse investire nel treno a carbone invece che nel treno ad alta velocità.
Un’opposizione di massa al progetto. Che tuttavia non credo realistica. Perciò optare per un controllo assiduo alle varie operazioni in itinere come il progetto di dorsale metanifera sarda, l’ipotesi di depositi costieri, i sistemi di sicurezza…
In tale contesto risulta di grande rilevanza sostenere l’ipotesi di “una procedura di consultazione preventiva aperta all’intera collettività regionale” 4) portata avanti dal “Gruppo di intervento giuridico”
NOTE
1) Davide Madeddu “La Sardegna punta sul gas…” Il sole 24 ore
2) Simone Spiga “Rigassificatore al porto canale…” Cagliaripad 6/9/17
3) Simone Spiga “intervista video” 6/9/17
4) Gruppo d’intervento giuridico “Un deposito di gas e un rigassificatore…” 11/2/17