Proseguono le performance del Gramellini che ha fatto della sua autofustigazione pubblica in quanto maschio e della fustigazione di tutto il genere maschile, ragione di vita e di affermazione sociale. Che si flagellasse lui ma lasciasse in pace gli altri, verrebbe da dire. Ma non sarebbe sufficiente, perché per fare carriera è necessario mettere sotto accusa l’intero universo maschile.
Leggete la sua ultima perla: http://www.corriere.it/caffe-gramellini/17_giugno_19/mi-caduta-sellino-ffbc56ee-5533-11e7-8fb7-7977c09f9d70.shtml
“I maschi – spiega il nostro – sono talmente cretini che non riescono a fare più di una cosa alla volta”. Ed è per questo che può capitare che un tizio su una moto si dimentichi la moglie in una piazzola e se ne accorga solo a scoppio ritardato. Forse perché va a tre cilindri come la sua moto, chissà…
“Per fortuna – scrive testualmente – ai cretini le donne perdonano tutto. È agli intelligenti che non fanno sconti. Per quanto incontrarne uno, in moto o a piedi, sia dura”.
Pensate se avesse pronunciato questa frase a parti invertite. Altro che Rai 3 e “Che tempo che fa”, non troverebbe posto come opinionista (ammesso che le cazzate in stile “misandrico-politicamente corretto” come quelle di cui sopra siano degne di essere considerate opinioni…) neanche a “Teleradiovattelaapesca” della provincia di Vibo Valentia o di Pizzighettone e verrebbe naturalmente cacciato su due piedi dal Corriere della Sera per il quale “lavora” (dopo decenni di onorato servizio presso l’organo ufficiale della famiglia Agnelli).
Ma è risaputo che gettare immondizia sul genere maschile non solo è lecito ma anche auspicabile e necessario, come ripeto, per fare carriera. Gramellini ne è consapevole, pur definendosi ipocritamente (perché non lo pensa affatto) anch’egli un cretino. Non lo è, e men che meno lo è il suo compare Fabio Fazio. Ma mentre quest’ultimo è un lucido cinico che recita fino in fondo la parte del finto tonto con quella sua faccetta di gomma studiata per prendersi le bacchettate della Littizzetto, il “nostro” appartiene ad un altro genere. E’ infatti un tipico esemplare di “maschio pentito”; uno di quelli che un po’ ci crede e un po’ è ormai talmente compreso nella sua parte che arriva a crederci, pur non essendone convinto fino in fondo.
Pochi giorni fa una madre ad Arezzo si è dimenticata la sua figlioletta in auto, morta dopo sei ore per asfissia http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/dimentica_bimba_in_auto_per_sei_ore_madre_indagata_per_omicidio-2490889.html
Può capitare, è una terribile e tragica circostanza, ma incredibilmente può capitare. Anche se il fatto è decisamente più grave rispetto al dimenticarsi la propria moglie sulla piazzola di un autogrill. Di certo non utilizzeremo questo drammatico episodio per arrivare a sostenere – come fa invece il Gramellini a parti invertite – che trovare una donna intelligente è dura, sia ella automunita o meno…
Ma il “nostro” è per definizione strabico (del resto non si fa carriera se non si è strabici…). A proposito di oblio, si dimentica completamente del tragico fatto di Arezzo preferendo occuparsi del centauro che si scorda la moglie in un’area di servizio; in realtà è solo un pretesto per poter scrivere che il genere maschile – di cui anche lui fa parte (per essere ammessi al salotto che conta bisogna flagellarsi fino in fondo…) – è formato per lo più da imbecilli.
Sicuramente anche da servi. Come lui.
Fonte foto: Crema on line (da Google)