De-escalation in Siria: opportunità e pericoli

Quando parlo di opportunità faccio riferimento alla conquista del territorio da parte del governo legittimo e quando parlo di pericoli faccio riferimento alla spartizione della Siria tra le Potenze che da sei anni violentano con accanimento e ferocia il popolo siriano. Perché se il riferimento è all’Occidente (USA; UE; Israele) e alle petromonarchie, ovviamente le opportunità riguardano la fuoruscita di Assad e la balcanizzazione della Siria, mentre i pericoli sono dati dalla sconfitta dei tagliagole e dei mercenari partner privilegiati della “Coalizione democratica”.
In piena continuità politica e morale con gli invasori, la UE, capace di commerciare illegalmente il petrolio con stato islamico e al-Qaeda, ha prorogato di un altro anno le sanzioni contro il popolo siriano, ignorando l’appello alla cessazione delle sanzioni lanciato dal Nobel per la pace Mainread Corrigan.

Le opportunità create per la Siria il sei maggio con il Memorandum di Astana da Russia, Turchia, Iran non sono certo di poco conto e vanno rimarcate, tra l’altro accettate dai ribelli “moderati”, dalla “comunità internazionale”, ONU compresa, oltre che dai Sauditi. Tuttavia le quattro aree di de-escalation individuate costituiscono allo stesso tempo un pericolo 1) perché possono prefigurare la formazione di quattro staterelli etnici.
Particolarmente preoccupati appaiono gli Hezbollah che vedono il pericolo di spartizione a casa loro, in Libano, con la nascita di uno stato cristiano, data anche la fuga in massa dei cristiani dalla Siria e dall’Iraq.

Le quattro aree 2) devono sopportare la presenza di più di 40.000 miliziani ( esclusi dalle aree i combattenti dello stato islamico e di al-Nusra). La prima area è collocata nel nord-ovest ed è di fatto controllata da una formazione ex qaedista con la supervisione di Ankara. Comprende la città di Idlib e zone nelle città di Homs, Homa e Aleppo che ancora sono sotto il dominio di ribelli”moderati”. La seconda è situata nella provincia di Homs. Tremila i ribelli che di fatto governano la città. La terza, il Ghouta, sobborgo di Damasco è sotto controllo da ribelli che chiamare moderati richiede un grande sforzo di fantasia. Infatti le formazioni sono filosaudite e di Al-Qaeda. La quarta è data dalle provinca di Daraa e di Quneitra, al confine con la Giordania e con il Golan. “Protetta” naturalmente da ribelli “moderati.

Opportunità.
Innanzitutto nelle quattro aree designate finalmente ci sarà un cessate il fuoco 3) tenuto sotto controllo principalmente dai tre firmatari dell’accordo di cui dovranno essere garanti anche con l’aiuto di terzi.
In secondo luogo, lo stato islamico, al – Qaeda e le sue affiliate rimangono isolate ( in quanto le organizzazioni dei ribelli “moderati” potranno usufruire del cessate il fuoco nelle aree di cui sopra) e quindi più facilmente attaccabili. Le micidiali operazioni aeree della coalizione a guida Usa dovranno agire unicamente contro SI e al Qaeda, mentre sarà interdetto il traffico aereo nelle quattro aree di de-escalation
In terzo luogo l’esercito siriano potrà abbandonare le aree in cui era continuamente impegnato e lanciarsi ad est verso Deir Ez Zour e verso il confine iracheno a sud est tra il Golan e l’Eufrate per impedire, in collaborazione con le forze irachene, che si formi una zona “cuscinetto” ad opera delle forze Usa e giordane. Migliaia di Km. quadrati intanto sono stati liberati. 4) Quasi duecento cittadine sgombrate dai tagliagole. Quattro Kalibr russi hanno colpito i jihadisti presso Palmira.

Pericoli
Le quattro aree suscitano una grande inquietudine in Fulvio Grimaldi. Direi a ragione, anche se va detto che poco sappiamo delle reali intenzioni strategiche di Russia, Turchia, Iran che difficilmente saranno compatibili tra di loro.
Certo è che allo stato attuale tali aree sono fuori dalla giurisdizione di Damasco. Potranno ritornare sotto l’autorità del governo siriano? La Siria verrà “squartata”? 5) A vantaggio delle Potenze imperiali ? Il rischio è reale.Si potrebbe pretendere da parte del fronte Occidentale jihadista il rispetto dello stato di fatto. Il puzzle siriano è tutto ancora da definire. Se da una parte assistiamo sul campo ai grandi successi dell’Asse della Resistenza è anche vero che dall’altra parte, come bestia famelica, la “comunità internazionale” insiste nella violenza belligerante e non ha nessuna intenzione di cedere.

NOTE
1) Fulvio Grimaldi “Mondo cane”, “Siria a chi le zone neutralizzate? Ai loro” 19/5/2017
2) Giordano Stabile, La stampa mondo, ” Siria divisa in cantoni etnici…”
3) Piera Matteucci , R.it esteri, “Siria, accordo sul cessate il fuoco e zone cuscinetto…” 5/5/2017
4) Vedi sull’impetuosa avanzata dell’esercito siriano Stefano Orsi, “The Saker”, “Situazione operativa sui fronti siriani…” 30/5/2017
5) Vedi Fulvio Grimaldi, testo cit.

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