Fonte foto: Corriere della Sera (da Google)
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Caro direttore, leggo spesso “l’Interferenza” e vorrei esprimere il mio modesto punto di vista sulla questione che ha tenuto banco negli ultimi giorni sulla carta stampata nazionale e in televisione, ossia la cancellazione dal palinsesto della rete ammiraglia RAI di una trasmissione d’intrattenimento pomeridiano andata in onda per l’ultima volta sabato scorso dopo aver trattato il seguente tema: perchè molti uomini italiani preferiscono le donne dell’est alle compatriote?
Senza giri di parole trovo che quella cancellazione sia grave. Perchè? Perchè è un intervento mirato, ad hoc, che vuole lanciare un messaggio chiaro e diretto: su certi temi non si discute, pena gravi conseguenze.
Veniamo al “fattaccio”. Una banalissima trasmissione d’intrattenimento spicciolo, come del resto tantissime altre, propone con una diapositiva una serie di punti che secondo alcuni renderebbero più gradite all’uomo italiano le donne dell’est rispetto alle connazionali, in un linguaggio poco “politicamente corretto”, scatenando una reazione totalmente sproporzionata a quanto messo in onda, soprattutto alla luce dei precedenti, da rimanere stupefatti.
La RAI è da almeno due decenni che propone trasmissioni dello stesso tenore: sono meglio gli uomini europei o sud-americani? Sono meglio i tacchi dodici o quelli quindici? In vacanza tradiscono più le donne o gli uomini? Allungate la lista a vostro piacimento e non sbaglierete. Senza dimenticare le isole dei famosi e tutte le altre trasmissioni di – si fa per dire – alto spessore culturale.
Si tratta di trasmissioni dozzinali, il più delle volte squallide, eppure vengono proposte in continuazione senza che nessuno se ne lamenti. Servirsi del telecomando, ci viene spiegato in quei casi. Eppure il tenore è il medesimo, alla faccia della “mission” del “servizio pubblico” di cui ci parlano in questi giorni. Ci sarebbe da ridere, se non fosse assai preoccupante quanto accaduto. Strano che della “mission” in questione ci si ricordi proprio in questa occasione e non in tante altre dove il limite delle decenza era stato ampiamente superato. Se la logica è quella della censura, allora troppi altri programmi avrebbero dovuto essere cancellati dai vari palinsesti.
Ritornando a bomba, niente di strano quindi che si arrivasse al tema oggetto della trasmissione, anche perchè sono sempre più numerose le coppie formate da un uomo italiano e da una donna dell’est europeo o comunque straniera (sudamericana, asiatica ecc.) e di conseguenza dibattere sulla questione poteva anche avere un suo senso, naturalmente in ben altre forme e modalità.
L’argomento è stato trattato come sempre accade in quelle trasmissioni, ossia in maniera leggera e frivola, tra un’incavolatura (vera o finta) e una battuta di spirito. Ma nel clima plumbeo, oppressivo del femminismo occidentale, tutto ciò che ha a che fare con il mondo femminile e non risponde ai canoni da esso imposti si trasforma inevitabilmente in sessismo: affermare che le donne dell’est, vero o falso che sia adesso non importa, siano diverse dalle italiane, più sensuali o dedite alla famiglia, espresso in un linguaggio un po’ “maccheronico”, insomma il solito cazzeggio, diventa per la nuova Santa Inquisizione ragione più che sufficiente per scatenare la solita caccia alle streghe e chi più ne ha più ne metta.
Al di là del livello di quella trasmissione, è’ il reato di opinione contro il neofemminismo che va punito senza attenuanti, infischiandosene della libertà d’espressione che invece viene garantita (quasi) su qualsiasi altro tema. Questo è il messaggio vero che viene lanciato. Ed è questo che sgomenta. E’ questa differenza di trattamento che va sottolineata, che non può sfuggire all’analisi dell’episodio. Colpirne uno per educarne milioni.
Gli stessi dirigenti RAI avevano avallato il contenuto della trasmissione, altrimenti non l’avrebbero mandata in onda, ma hanno dovuto fare mea culpa, fustigandosi pubblicamente, quando la lobby neofemminista, attivissima in internet, e con le sue potenti propaggini a livello politico e mediatico, ha scatenato la sua imbufalita reazione. Il sacro verbo era stato profanato. Su certi temi non si discute. Ed è tutto un coro d’indignazione, uno strapparsi le vesti, un lamentarsi continuo della tv trash, della televisione sessista, maschilista, misogina…
E come possono in tanti errare, si sarà chiesto il telespettatore medio? E’ certamente così come sostengono, non c’è altro da aggiungere.
C’è chi scrive che sia tutta una montatura, un “complotto” organizzato per sollevare il solito “caso mediatico”, che distrae dai problemi seri del Paese e che dà nuova linfa alle vittimiste di professione, ma mi pare una tesi inverosimile.
P.s.: se io adesso, ma questo varrebbe per chiunque, posso scrivere quanto sopra senza ripercussioni è semplicemente dovuto al fatto che “L’Interferenza” è una realtà di nicchia nel panorama dell’informazione nazionale. Ma state certi che se invece fosse qualcosa di diverso, ossia raggiungesse il grande pubblico, di sicuro farebbero in modo che queste parole venissero subito censurate, o non pubblicate direttamente, e l’autore punito per la colpa commessa e messo alla pubblica gogna.
Libertà, libertà, libertà, libertà…obbligatoria (G. Gaber)
Con stima Sasha