Credo che sul problema bisogna intendersi bene. Un’Europa a due velocità esiste già. Un’Europa del nord a basso debito e un’Europa del sud ad alto debito. Un’Europa che ha beneficiato dell’euro, data la deflazione interna al Meridione, e che ha saputo speculare proprio sul debito dei Paesi latini a causa della loro impossibilità di usufruire di una propria banca centrale e di una propria moneta che potesse sostenere deficit e debito… Ed un’Europa del sud che dal trattato di Maastricht (1992) in poi ha visto crescere disoccupazione, povertà, crisi produttiva e finanche debito.
Angela Merkel, da difensora accanita della Germania, ha ben compreso che il regime attualmente esistente dell’Unione a 27 è destinato a disgregarsi, con grave nocumento del Paese teutonico, ed ha perciò elaborato una strategia di salvataggio che crei giuridicamente una linea di spartiacque tra chi si può permettere un’integrazione più stretta, militare, fiscale, politica e chi invece non può, stando in area B o addirittura C.
Insomma l’Unione europea può continuare a sopravvivere sotto il comando dei Paesi che, integrandosi, cedono ancora di più sovranità nazionale, mentre gli altri staranno a guardare e a subire.
Perché è evidente che chi starà in serie A deciderà le linee guida non solo delle politiche monetarie e fiscali che indirettamente potranno coinvolgere serie B e serie C, ma deciderà anche della politica estera, delle missioni militari, della guerra…
Al vertice di Versailles, la Cancelliera ha raccolto tre nullità politiche, Rajoy, Hollande, Gentiloni perché il suo progetto presentato a febbraio a Malta, divenisse operativo. Si dirà: come mai ha voluto omaggiare tre Paesi in difficoltà con i parametri di Maastricht e non per esempio i più “virtuosi” Olanda e Belgio?
Perché la Merkel ritiene che la base della prossima Unione debba essere costituita dalle forze militari, dal loro rafforzamento e dal loro carattere propulsivo per l’intera economia come preteso del resto da Donald Trump. Evidente che Lussemburgo, sotto questo profilo non può competere con l’Italia.
A Bruxelles intanto si è già riunito il primo comando militare unificato varato da ministri degli esteri e della difesa. Perché l’Unione ora in modo esplicito rilancia il suo ruolo militare globale a difesa della democrazia e della sicurezza interna. Il carattere guerrafondaio ed imperialista ora è affermato a chiare lettere, naturalmente in mezzo al mare magnum della retorica di regime di cui sono campioni Holland e Gentiloni.
“Solidarietà a 27 ma lasciando andare avanti alcuni Paesi… Serve andare più rapidamente e meglio per alcuni Paesi senza che altri siano lasciati indietro ma senza che possano neanche opporsi”
Così Holland
“Andare avanti verso un’unione più integrata che però consenta diversi livelli di integrazione. Che sia in grado di dare risposte diverse ad ambizioni diverse, pur nell’ambito di un progetto comune”
Così Gentiloni
Angela Merkel, senza che nessuno ne avesse fatto parole, dichiara che non sarà un direttorio ( non sarebbe indelicato chiamarlo quadrumvirato – tre pupazzetti e un capo -) quello che verrà a formarsi. Tramite cooperazioni rafforzate e geometrie variabili la nuova Unione creerà vantaggi e opportunità per tutti e quindi… Appuntamento a Roma, in occasione del sessantesimo anniversario dei trattati di Roma del 25 marzo del 1957 per costruire un nuovo monumento per il futuro dell’Unione oppure per avviare il processo di dissoluzione.