Stiamo precipitando da un grattacielo ma mentre voliamo verso il basso ci diciamo “finora tutto bene”…tale è la saggezza degli europeisti
In altri articoli ho messo in guardia sul rischio di procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea per il misero 0,2 di sforamento della manovra ( ricordo che Francia e soprattutto Germania hanno infranto spesso le regole comunitarie senza mai renderne conto). Ma ora sul Belpaese incombono nuvole estremamente minacciose che hanno il nome di Unione bancaria.
Osannata da Confindustria e ABI. “Finalmente abbiamo l’unità bancaria” esclamò il furbo Enrico Letta. Non particolarmente soddisfatti furono i piccoli risparmiatori di Chieti, Arezzo e Ferrara che con la fraudolenta regola del “bail in” persero il loro denaro depositato in banche criminali e protette.
Grazie a Marco Zanni, deputato europeo ex 5 Stelle e a Claudio Messora, con il suo blog “byoblu,” si viene a sapere di un emendamento sul regolamento bancario europeo, nell’assoluto silenzio della carta straccia giornalistica italiana, emendamento che potrebbe trascinare l’Italia verso il commissariamento da parte della Troika che ha già dimostrato la sua lungimiranza con l’astuto Tsipras e con la Grecia, devastandola, come auspicato dagli squali della finanza e dall’imperiale Germania.
Perché ciò che gli europeisti ingenui e convinti ignorano è che il piano di eliminazione della sovranità monetaria e del conseguente aggravamento del debito pubblico per l’impossibilità di monetizzare con una propria banca e con una propria moneta è stato previsto fin da Maastricht al fine di mettere in crisi stati e istituzioni bancarie e costringere il potere politico a cedere al commissariamento e quindi alla fine della sovranità nazionale e della democrazia.
Ma ritorniamo all’emendamento, Si propone che le banche che hanno titoli di stato, perché vi sia una contromisura su un possibile fallimento, abbiano una copertura aggiuntiva di capitali. Si dirà: ma questa è una misura che vale per tutta l’Eurozona. E’ vero ma è assimetrica come gran parte delle regole europee. I titoli di stato che hanno beneficiato di una tripla A dalle agenzie di rating come Moodys, Standard&poor’s, Fitch (tutte politicamente influenzabili) permettono alle banche dei Paesi suddetti di non aver bisogno di molti capitali aggiuntivi o addirittura di non averne necessità, mentre i titoli di stato italiani hanno un rating molto più basso (per Moodys è Baa2) e perciò andranno richiesti sostanziali aumenti di capitale: svariate decine di miliardi di cui molto difficilmente potranno disporre. Le cifre esatte rientrano in una percentuale da decidere rispetto ai titoli di stato posseduti (secondo Marco Zanni le banche italiane dispongono di titoli per400 miliardi).
Le soluzioni sono due. Non si scappa.
1) ricorrere al Fondo Salva Stati (MES) tramite una richiesta di prestiti che esporrà Stato e banche ad una vera e propria dittatura sulle scelte finanziarie e macroeconomiche. MES come anticamera della troika (commissione europea, BCE, FMI).
Ricordo che l’attuazione del MES è stata resa possibile quando la Corte costituzionale teutonica ha espresso parere favorevole in quanto compatibile con la Costituzione tedesca. Cosa del tutto impensabile per l’Italia.
2) Perché la ponderazione dei capitali aggiuntivi venga accettata, qualora non rispondano alle richieste della BCE, per sfuggire al MES, non c’è altro da fare che liquidare sui mercati i titoli di stato italiani che ovviamente perderebbero di valore, aumentando lo spread a livelli vertiginosi con il conseguente declassamento del rating. E quindi la richiesta di aiuti finanziari alla generosa Unione Europea che in cambio ci regalerebbe la troika per farci un servizio stile Grecia.