Lo “stadio della Roma” che s’ha da fare…

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Foto: www.romafaschifo.com

Una cosa è altamente probabile. E cioè che l’assessore all’urbanistica (fra poco ex?…) del Comune di Roma, Paolo Berdini, goda delle simpatie dei tifosi della Lazio per la sua decisa opposizione al progetto che prevede la costruzione dello “stadio della Roma” nell’area di Tor di Valle, presentato dalla cordata che fa capo al “palazzinaro” romano Parnasi (area PD) e al presidente della A.S. Roma, Pallotta. Cordata della quale fanno parte gruppi finanziari come Unicredit, Goldman Sachs, Rotschild e Starwood Capital.
A dire il vero, battute a parte, Berdini non è contrario allo costruzione dello stadio (che non sarà di proprietà della Roma, come per lo più si pensa, ma appunto di quelle banche e di quei gruppi imprenditoriali a cui la A.S. Roma dovrà versare un affitto annuale qualora il progetto andasse in porto) ma alla cementificazione di quell’area di cui lo stadio andrebbe a coprire solo il 14% dell’intera superficie interessata. L’operazione prevede infatti la costruzione di uffici, palazzi, negozi ecc. per complessivi 234.000 metri quadrati per un totale di 900.000 metri cubi di cemento di cui appunto solo 136mila costituirebbero l’impianto destinato alla Roma.

Un investimento che dovrebbe e potrebbe garantire alla suddetta cordata, nel medio e lungo periodo, ingenti profitti, anche se il tutto viene ovviamente presentato come un progetto di riqualificazione e di risanamento dell’area.

L’opinione di chi scrive è che la partita vera che si sta giocando in questi giorni in Campidoglio ruoti intorno a questa questione, specie dopo la bocciatura delle Olimpiadi da parte della giunta Raggi (che non abbiamo mancato, in questo caso, di elogiare https://www.linterferenza.info/editoriali/un-plauso-alla-raggi/ ) e che anche la gaffe (ma è veramente una gaffe?…) dell’ assessore Berdini – le cui esternazioni decisamente non positive nei confronti della sindaca sono state pubblicate sul quotidiano La Stampa –   sia il risultato di un impasse (o di un corto circuito) venutosi a determinare all’interno della giunta.

Per dirla in parole ancora più semplici, un secondo sonoro schiaffone in faccia ai “poteri forti” della città (e non solo…) non sarebbe gestibile dall’amministrazione pentastellata, tanto più che l’ipotesi della costruzione dello “stadio della Roma” incontra il favore e il sostegno di gran parte dei romani che per evidenti ragioni di fede calcistica sarebbero disposti a chiudere più di un occhio di fronte all’eventuale ed ennesima speculazione edilizia. “Tanto – questo il sentire comune di molti romani – se abbiamo fatto trenta si può fare trentuno, e non si capirebbe perché proprio ora che c’è in ballo lo “stadio della Roma” si dovrebbe fare tanta opposizione”.  Tradotto: è dal dopoguerra ad oggi, con brevi parentesi (leggi le giunte Petroselli, Argan e Vetere) che la città viene sistematicamente scempiata e proprio ora ci mettiamo a fare le pulci?

I quotidiani, le radio e le tv private capitoline – in buona parte di proprietà di quegli stessi gruppi imprenditoriali di cui sopra –  stanno suonando già da tempo la grancassa in favore dello stadio e delle sorti magnifiche e progressive che questa operazione produrrebbe in termini di crescita e occupazione, e in questi giorni hanno naturalmente aumentato il volume.

Quale sarà la risposta della giunta e del M5S, peraltro diviso al proprio interno su questa vicenda specifica? Le esternazioni di Berdini sono state carpite da un furbo quanto spregiudicato (e scorretto) cronista oppure l’assessore ha voluto lanciare un messaggio e ha finto di essere incappato in una trappola tesa ai suoi danni? La questione è, politicamente parlando, del tutto irrilevante, per la semplice ragione che ciò che conta sono i contenuti di quell’intervista che ci sentiamo peraltro di condividere, anche perché i nodi e le contraddizioni, da questo giornale più volte evidenziate (si legga, a tal proposito qui e qui  ), di questa amministrazione dovevano, prima o poi, venire inesorabilmente al pettine.

L’atteggiamento che la sindaca e il M5S sceglieranno di assumere costituirà un’indicazione precisa circa gli indirizzi e le scelte politiche future che questa amministrazione intenderà perseguire. Per il momento scegliamo di non pronunciarci ma, in tutta sincerità, non ci sentiamo di essere ottimisti in virtù delle contraddizioni di cui sopra…

Nel frattempo la Raggi, sottoposta fin dal primo giorno del suo insediamento, al fuoco incrociato di tutto il sistema mediatico, da destra a “sinistra” senza nessuna esclusione, incassa la solidarietà di quello stesso apparato mediatico (da destra a “sinistra”), a causa del “titolaccio” politicamente scorretto di un articolo pubblicato sul giornale di Feltri alcuni giorni fa.  Miracoli del “politicamente corretto” a cui neanche il M5S e la sindaca sembrerebbero sottrarsi. E perché poi dovrebbero, chi glielo fa fare? In fondo è pur sempre la prima donna sindaco della Capitale, vuoi mettere, e, al momento, sembrerebbe l’unico “titolo di merito” da lei posseduto.

Ma servirà ben altro per dare una risposta politica “alta” ai problemi strutturali in cui versa la più grande metropoli del paese. Il dubbio che sta sorgendo – e non pensiamo di essere i soli –  è che oltre alla capacità o alla incapacità di gestire la situazione ci sia anche una sostanziale mancanza di volontà politica, per lo meno nella direzione da questo giornale auspicata.

Onde per cui, caro Paolo Berdini, dal momento che hai una storia personale e politica più che dignitosa da difendere e da rivendicare, valuta con attenzione i prossimi passi. In fondo, “morto” un assessore se ne può sempre fare un altro. Ma un patrimonio di competenze, di idee e di scelte coraggiose non può essere dissipato, tradito o abbandonato. E siamo certi che così non sarà.

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Foto: Globalist

 

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