Per la prima volta il Presidente della BCE, naturalmente non in modo esplicito come si evince dal titolo ma con un frasario non equivocabile, ci dice – secondo l’agenzia Reuters – che dalla gabbia dell’euro si può uscire purché si saldino i conti.
E’ un fatto nuovo. Mario Draghi aveva sempre respinto un piano B. Dall’euro non si poteva uscire. Ma non è un pacifico invito ad uscire. Il conto da saldare infatti è di 357milardi di euro 1). Un saldo che- a mio giudizio – sarebbe legittimo moralmente non pagare in quanto tale debito, così come il disastro dei conti pubblici e dell’economia italiana, è opera in primo luogo di trattati fraudolenti funzionali ad alcune regioni d’Europa e penalizzanti per altre, ed in secondo luogo per l’uso manipolatorio dell’euro da parte della Germania.
L’euro conviene alla Germania. Ecco perché ci restiamo dentro”
Così Theo Wagel, ministro delle finanze di Helmut Kohl . “Con un’uscita dall’euro e un taglio netto dei debiti la crisi interna italiana finirebbe di colpo 2) . L’ex ministro ci dice in fondo una cosa ovvia. Qualora la Germania non fosse coperta dall’euro, il marco avrebbe un apprezzamento del 20/30% che comporterebbe crisi dell’esportazione, dell’occupazione, del bilancio nazionale. La lira, con la svalutazione, creerebbe condizioni favorevoli per le esportazioni, per gli investimenti …
Infatti per la Germania non c’è pericolo di svalutazione nonostante i grandi successi nelle esportazioni perché di questa si incaricano i Paesi della periferia europea. L’esortazione di Berlino a Italia e soci di contrastare vigorosamente debito e deficit è in effetti una politica aggressiva perché non vi sia crescita economica e con essa il mantenimento di un adeguato livello salariale e di un soddisfacente welfare. Una fuoruscita dalla deflazione della periferia creerebbe condizioni sfavorevoli all’euro tedesco nell’export.
Naturalmente, il problema rivalutazione/svalutazione è solo la punta dell’iceberg sulla questione euro ma è sufficiente per dare un segno di iniquità della costruzione europea dell’euro stesso.
All’interno di quel che rimane del polo imperiale europeo, la Germania costituisce l’asse egemonico. L’Unione Europea è la sua gallina dalle uova d’oro. Si dice spesso che l’euro è una moneta senza stato e che gli stati europei sono stati senza moneta. E’ vero solo in parte. L’euro è una moneta che uno stato ce l’ha: la Germania, che gode di uno statuto privilegiato nella UE (vedi il potere di veto del parlamento) .
Per chi lavora la politica italiana? Per chi lavora la stampa italiana? Per Roma o per Berlino? Così Theo Wagel, ministro delle finanze con Helmut Kohl 3)
Ricordo inoltre che la Germania che impone il rispetto delle regole agli staterelli dell’Unione, è la prima a non rispettarle, oltre ad imporne di sue. L’elenco è lungo. Basta ricordarne alcune
1) 297 miliardi di avanzo nel 2016, pari all’8,6 del PIL, in chiara violazione del 6% stabilito come regola dalla UE 4)
2) Unione bancaria impedita proprio dal no allo scudo comune che dovrebbe proteggere i correntisti europei al di sotto dei 100.000 euro di deposito
3) respinta la richiesta che veniva anche dall’Italia degli eurobond che non avrebbe costretto gli Stati ad indebitarsi nei mercati
4) opposizione alla mutualizzazione del debito al fine di rendere asfittico, dati i trattati stringenti, l’intervento pubblico.
CHE FARE? Ad altri articoli ad altre date
NOTE
1) Libre “Uscire dall’euro si può ma prima dovete pagare” 1/2/17
2) Claudio Messora “Ministro delle finanze tedesco: se uscite dall’euro, la Germania crollerà” dal blog “Byoblu” 9/7/16
3) Claudio Messora, op. cit.
4) Rodolfo Parietti “Il giornale.it” 1/2/17