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Fine corsa per Donald Trump. Una cosa è certa: un candidato alla presidenza degli Stati Uniti può anche dichiarare di voler espellere i musulmani, di sparare a vista sugli immigrati messicani che tentano di scavalcare il muro che separa gli USA dal Messico (cosa che avviene già da tempo e con tutti i governi…), e può perfino fare battute goliardiche da caserma sugli omosessuali. Tutto ciò non solo gli verrà perdonato ma incontrerà anche il favore di una buona metà circa degli elettori americani.
Ma le donne sono intoccabili. Chi tocca i fili muore. Trump è scivolato sulla classica buccia di banana, ammesso che di questo si tratti e non invece di una trappola che gli hanno ordito e in cui lui è ingenuamente caduto. Una trappola che potrebbe essere stata organizzata anche dai suoi stessi colleghi di partito, molto probabilmente su mandato di altri.
Il “nostro” (si fa per dire…), in un video del 2005 (pensate cosa sono andati a ripescare…) pubblicato dal Washington Post, forse ignaro del microfono acceso (ma guarda un po’…) ha dichiarato che (cito dall’Ansa) “le donne subiscono il fascino di una star al punto da accettare qualunque avance. Del resto i personaggi famosi al gentil sesso possono fare quello che vogliono” http://www.ansa.it/usa_2016/notizie/2016/10/08/video-trash-inchioda-trump-volgarita-su-donne_3abc2ac3-a96e-4250-b3ce-4a4f34f43717.html
Con questa frase si è giocato la possibilità di essere eletto. Tuoni e fulmini da parte di tutti e di tutte, siano essi/e avversari o “alleati”. Hillary Clinton ha immediatamente fatto appello alle donne affinchè con il loro voto fermino Trump. “Disgustato” lo speaker della Camera, Paul Ryan, così come l’ex governatore repubblicano John Huntsman che ha dichiarato che è ora che Trump lasci e che il suo posto venga preso da Mike Pence, candidato repubblicano alla vicepresidenza il quale a sua volta ha detto “di sentirsi offeso come uomo e come padre”. E figuriamoci…Perfino la moglie ha preteso le scuse del marito e a quel punto lo stesso Trump è stato costretto a fare pubblica autocritica.
Eppure – se non vogliamo essere ipocriti – quella frase corrisponde all’immaginario comune, e anche alla realtà, sempre se vogliamo essere intellettualmente onesti. E cioè che le donne, o una gran parte di loro, subiscono il fascino degli uomini di potere e di successo. Le ragioni di ciò sono complesse ed esulano da questo articolo. Atteniamoci per ora ai fatti e rinviamo l’analisi di questo fenomeno (scabroso ma reale…) ad altro momento.
Raccontava la rockstar Mike Jagger, leader dei Rolling Stones, che alla fine di ogni concerto erano sistematicamente assediati da migliaia di ragazze che cercavano di entrare nei camerini disposte a tutto, ed era necessario un robusto servizio d’ordine per impedirglielo. Jim Morrison, leader dei Doors, dichiarò in un’intervista che una volta una ragazza riuscì a superare non si sa come la barriera del servizio d’ordine e a intrufolarsi nel suo camerino dove gli giurò – implorandolo – che se le avesse consentito di praticargli del sesso orale per soli due minuti, subito dopo sarebbe sparita e non lo avrebbe più importunato. I giocatori di football americano, dopo la partita, si ritrovano decine di ragazze negli spogliatoi già nude e “pronte all’uso”. Naturalmente né Jagger né Morrison né altre star sono stati interdetti per aver “confessato” verità che tutti/e conoscono. Ma loro non erano candidati alla Casa Bianca.
Insomma, a Trump è stato dato il benservito, il compito che era stato chiamato ad assolvere è stato ormai assolto. Ora se ne può e se ne deve tornare a casa. E per metterlo fuori gioco è stato necessario usare l’arma termonucleare: la retorica sulle donne e il femminismo. E’ evidente che si può tollerare un razzista, un fascista, un islamofobo, e magari eleggerlo pure come presidente, ma di certo non un maschilista, non uno che insulta le donne (per lo meno secondo la vulgata ipocrita politicamente corretta).
Abbiamo scritto più volte sulle pagine di questo giornale che il razzista e neofascista Trump (che comunque si guarda bene dall’inimicarsi e dal rompere con Israele con cui mantiene ottime relazioni, e figurati…) serviva da spauracchio ma che il vero obiettivo del “sistema” era ed è eleggere la Clinton, cioè la rappresentante del grande capitale, dell’apparato militare industriale, delle lobby finanziarie e di quelle sioniste che intendono proseguire la strategia della guerra imperialista planetaria permanente, imboccata dagli USA fin dal crollo del muro di Berlino. A tal fine la retorica apertamente razzista di Trump sugli immigrati e sugli islamici ha dimostrato di non essere sufficiente. Si è resa necessaria l’arma nucleare. La tenevano in serbo o forse già avevano deciso di utilizzarla a ridosso della scadenza elettorale.
Molti/e ci chiedono, tra lo stupefatto e lo scandalizzato, per quali ragioni riteniamo che il femminismo sia uno strumento ideologico e politico del sistema capitalista. Questa specifica vicenda non è certo sufficiente a spiegarlo, ma può aiutare.