Foto: il fiammifero.eu
La struttura di Daesh è simile a quella di uno Stato-mafia transazionale impegnato nel traffico di stupefacenti, droghe ed armi. Al pari delle mafie, Daesh è una organizzazione terroristica che inquadra militarmente i suoi membri, sceglie degli obiettivi sensibili da colpire e si presta a servire gli interessi delle grandi potenze imperialistie: Usa, Gran Bretagna ed Israele.
Qualche mese fa, fece scalpore la notizia dell’arresto di un irakeno di 46 anni, Aziz Ehsan, in provincia di Napoli; già segnalato dai servizi di intelligence belgi e francesi si sospettava che fosse in contatto con i terroristi di matrice islamista. Il procuratore anti-mafia, Franco Roberti, ha prontamente dichiarato che: ‘’Napoli è stata, per molti anni, base di una centrale logistica per il Medio Oriente. La camorra è attiva nel mondo del terrorismo jihadista che passa da Napoli’’ 1. Quello che gli organi dello Stato italiano ignorano è la comune matrice ‘’politico-sociale’’ della criminalità organizzata e di Daesh: l’aggressività, tanto in Europa quanto nel mondo arabo, dell’imperialismo statunitense volto a realizzare la dottrina militarista del caos creativo. Le ragioni dell’Asse camorra-Daesh debbono essere ricercate in questa anomalia del diritto internazionale e non altrove.
Furono gli Usa, con tutte le garanzie offerte dal boss Lucky Luciano, ad utilizzare la mafia siciliana come cane da guardia contro il movimento operaio in Sicilia. Col passare degli anni, la mafia è diventata un garante dell’ordine capitalistico: prese parte al tentato Golpe Borghese del ’70 2; organizzò l’assassinio mirato di esponenti della sinistra; collaborò con il Pentagono nella trasformazione dell’isola in un avamposto militare nord-americano. Negli stessi termini, Daesh è un ‘’esercito segreto della CIA’’, come ben l’ha definito il giornalista Webster Tarpley, nella guerra sporca di Washington e Tel Aviv contro l’Asse della Resistenza sciita. Il terrorismo jihadista e le mafie hanno una cupola artificiale, eterodiretta dalle centrali del capitalismo transazionale; questa è la ragione per cui i loro loschi affari – narcotraffico, mercato della prostituzione, collusione coi servizi di intelligence – si intrecciano.
Le fazioni più marce della borghesia italiana si stanno impegnando a diffondere una balorda filastrocca in base alla quale ‘’Daesh non colpisce l’Italia perché teme camorra, ‘ndrangheta e mafia’’, un po’ come quando il ministro Lunardi sproloquiò dicendo che ‘’con mafia e camorra bisogna convivere e i problemi di criminalità ognuno li risolva come vuole’’. Siamo davanti ad una operazione sporca, anzi sporchissima, che la giornalista Alessia Candito ha prontamente smontato: ‘’Mentre la Procura nazionale antimafia mette nero su bianco che il fenomeno mafioso non potrebbe avere il peso e la rilevanza che le indagini quotidianamente rivelano se non fosse impastato con lo Stato, uomini di quello stesso Stato ammettono come plausibile l’idea di delegare l’uso della forza – in teoria prerogativa univoca della struttura statale – a un soggetto altro. Ad un soggetto che – quanto meno in teoria – quello stesso Stato si impegna a combattere. Di fatto, è come se si iniziasse a valutare l’idea di invitare al Viminale Pasquale Condello, Peppe De Stefano, Toto Riina e Raffaele Cutolo per un vertice sulla sicurezza’’ 3. La trattativa Stato-mafia si è resa possibile grazie al legame della base capitalistica di questo paese col capitalismo transazionale a guida statunitense. I traffici d’eroina partono dagli Usa, fanno tappa in Italia e arrivano in Medio Oriente. L’imperialismo israeliano e i settori più corrotti del Mossad si attivano, facendo affari con la stessa Cosa Nostra, per farli arrivare nei paesi asiatici.
Malavita organizzata e jihadismo: tante analogie, poche differenze
Le analogie politico-sociali fra Daesh e le organizzazioni criminali – mafia, camorra, n’drangheta – sono molteplici, in questo articolo voglio segnalare gli aspetti più importanti.
(a) Lo stragismo indiscriminato
Daesh, come mafia, camorra e ‘ndrangheta, colpisce persone inermi, del tutto indifese, con azioni dinamitarde. Il giornalista Thierry Meyssan ha evidenziato la profonda analogia fra il terrorismo jihadista e lo stragismo dell’OAS, organizzazione d’orientamento neonazista finanziata da settori importanti della criminalità organizzata francese, il tutto funzionale alla progressiva abolizione delle garanzie costituzionali. A questa breve lista si deve aggiungere il terrorismo sionista che, con modalità differenti, ha portato alla nascita dello Stato di Israele.
(b) L’utilizzo della religione come arma da guerra
Il richiamo alla religiosità caratterizza, praticamente da quando esistono, le organizzazioni malavitose italiane. Don Raffaele Cutolo, fondatore della Nuova Camorra Organizzata, si autoproclamò Vangelo ed il suo braccio destro prese il nome di Santiere. I boss della mafia siciliana vengono chiamati “mammasantissima”, mentre la ‘ndrangheta è impossibile da infiltrare grazie ai profondi legami familiari che tengono ‘’muti’’ i picciotti.
La studiosa Alessandra Dino ci ha spiegato che ‘’Negli anni ’40 alcuni mafiosi americani riciclavano il denaro sporco attraverso donazioni alle varie confraternite e chiese. Queste elargizioni in denaro hanno costituito un legame economico che per molti anni una parte della Chiesa non ha rifiutato. Il collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia ha raccontato di come loro, attraverso Sindona e il gruppo Bontade, così come Riina attraverso Gelli, facessero i loro investimenti nelle banche vaticane. Queste non sono favole, ma fatti concreti’’ 4.
L’alleanza mafia-Chiesa si fonda sulla comune ostilità alle forze di sinistra. Continua Alessandra Dino: ‘’In generale, c’è un elemento di scarsa conoscenza e di sottovalutazione del fenomeno mafioso. A cosa è dovuta questa sottovalutazione della pericolosità della mafia? Possiamo fare delle ipotesi. Pensiamo alla vicenda del card. Ruffini, che, all’indomani della strage di Portella della Ginestra del primo maggio 1947, in cui furono uccise 12 persone e diverse decine rimasero ferite, disse la stessa cosa che Andreotti ha recentemente affermato su Ambrosoli, “se l’è andata a cercare”: “Come vescovo non posso certo approvare le violenze da qualunque parte provengano, ma è un fatto che la reazione all’estremismo di sinistra stia assumendo proporzioni impressionanti. Del resto, si poteva ritenere inevitabile la reticenza e la ribellione di fronte alle prepotenze, alle calunnie, ai sistemi sleali dei comunisti”. In sostanza, se la sono voluta loro se li hanno uccisi. È necessario operare una distinzione tra la Chiesa dei documenti ufficiali e la Chiesa dei singoli soggetti. Prima si accennava al card. Pappalardo: anche la sua è stata una vicenda altalenante. Sotto pressioni locali forti, il cardinale disse esplicitamente, in occasione della celebrazione del maxi processo: “Maxi processo è una brutta espressione, un termine mercantile: lo fa diventare una cosa spettacolare”. Poi proseguì dicendo: “Siete voi che mi avete attribuito l’etichetta di vescovo antimafia, la mafia è solo una delle cose di cui mi occupo, una di quelle marginali, può rappresentare il 2% della mia attività di vescovo”.
Daesh, al pari della mafia, è un’ organizzazione terroristica che diffonde il suo messaggio di morte grazie (a) al supporto finanziario dell’Arabia Saudita; (b) poggiando sulla mobilitazione dei predicatori wahhabiti; (c) non avrebbe potuto farcela senza la copertura militare degli imperialismi statunitense, britannico ed israeliano. I banchieri di Al Qaeda e gli scandali dello IOR hanno di fatto un comune mandante: Washington.
( c) Il ruolo delle donne: educatrici di una generazione d’assassini
Le donne nel terrorismo jihadista servono, solo ed esclusivamente, come mezzo per la riproduzione sessuale. Nella criminalità organizzata, calabrese e siciliana, la giovane entra nella cosca in quanto moglie del ‘’capofamiglia’’ senza essere sottoposta a riti di iniziazione. Nella camorra, al contrario di mafia e ‘ndrangheta, abbiamo avuto figure di lady boss come Antonella Madonna.
La Dino mette in risalto un elemento importante ed alquanto curioso: ‘’Un elemento curioso è che la “confessione” gli uomini d’onore non la facevamo mai direttamente, ma la facevano fare alle loro donne. Erano le mogli che si recavano al confessionale, oppure, quando erano loro ad andare, ricorrevano a una formula standard: “Padre, mi assolva”, “Cosa hai fatto figliolo?”, “Niente, sono innocente come Gesù Cristo”. E la confessione finiva così’’. Quindi le spose diventano confidenti del padrino, finendo per fomentare le vendette all’interno delle ‘ndrine.
Andando sul versante opposto la giornalista Carole André-Dessornes ci spiega la complicata situazione di quelle donne che ‘’si uniscono alle organizzazioni dopo avere perso un parente. Siamo in questo caso in una logica di vendetta. Altre considerano di avere un ruolo da giocare allo stesso titolo degli uomini. Cresciute in società patriarcali, ciò sarà per loro un modo per dimostrare che possono combattere e impegnarsi come un uomo. Vi sono anche donne che si fanno contagiare da questo radicalismo, perché non hanno più famiglia e cercano una sorta di protezione. Vi sono certamente anche casi di donne che si impegnano per convinzione’’ 5. In questa circostanza la differenza fra Daesh e le mafia è abissale.
Conclusione
I mandanti di jihadismo e malavita organizzata – Usa, Gran Bretagna ed Israele – sono praticamente gli stessi; il fanatismo religioso li trasforma in parrocchiani col mitra. La mafia e Daesh sono un prodotto, bastardo e non riconosciuto, del neocolonialismo e di realtà sociali e culturali “malate”; un bubbone tumorale da estirpare quanto prima possibile.
1
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16403
2.
https://www.youtube.com/watch?v=hzXxj_FSbps
3.
http://www.corrieredellacalabria.it/index.php/l-altro-corriere/il-blog-della-redazione/item/40478-il-pericoloso-sdoganamento-delle-mafie-nella-lotta-a-daesh/40478-il-pericoloso-sdoganamento-delle-mafie-nella-lotta-a-daesh
4.
http://www.eucaristiamafiosa.it/le-ragioni-del-patto-tra-mafia-e-chiesa/
5.
http://www.ossin.org/rubriche/19-inchieste/1720-dietro-gli-uomini-del-jihad-ci-sono-delle-donne