Grande Israele o Grande Khazaria?

Foto: princesspana.blogspot.com

Un importante giornale online della sinistra anticapitalista statunitense, Counterpunch.org, ha affrontato uno dei ‘’segreti più oscuri di Israele’’ quello del rapimento dei bambini.

L’argomento ha una rilevanza enorme e, con tutta probabilità, nessun giornale ‘’antimperialista’’ europeo avrebbe la fermezza e le conoscenze necessarie per affrontarlo.

Cerco fin da subito di inquadrare metodologicamente la questione. Scrive il giornalista Jonathan Cook: ‘’La storia dei bambini rubati, comunque, è stata uno shock perché inaspettata. Questi crimini non furono commessi contro i palestinesi, ma contro altri ebrei. I genitori a cui furono rapiti i bambini erano arrivati ​​nel nuovo paese attirati dalla promessa che in Israele avrebbero trovato un santuario dove nessuno avrebbe mai più dovuto subire nessuna persecuzione’’ 1. Secondo alcuni attivisti i bambini rapiti furono circa 8.000, per la maggior parte ebrei-arabi (sefarditi) provenienti dallo Yemen, altri dall’ Iraq, dal Marocco e dalla Tunisia. Prosegue Cook: ‘’L’ arabicità di questi ebrei era vista come una minaccia diretta per la sopravvivenza dello stato ebraico, quasi altrettanto grave quanto la presenza dei palestinesi. Israele ha messo in atto una “de-Arabizzazione” contro questi ebrei del Medio Oriente con la stessa ferma determinazione con la quale aveva appena cacciato la maggior parte dei palestinesi della zona’’. Stando alla sua analisi dei fatti ci troveremmo, dunque, di fronte ad una una doppia pulizia etnica: nei confronti del popolo palestinese che per moltissimi secoli ha abitato, pacificamente, quella regione, e degli ebrei sefarditi, gli ebrei-arabi appartenenti al ceppo semitico.

Si tratta di una inedita forma di doppio antisemitismo perpetrata dall’elite israeliana; lo storico Shlomo Sand ha rivelato ai lettori europei, del tutto ignoranti in materia, che l’oligarchia colonialista che ha fondato lo stato di Israele in seguito alla Nakba (cioè l’espulsione violenta dei palestinesi dalla loro terra), non è di origine sefardita (semita, come i palestinesi) ma azhkenazita. Si tratta cioè della potente borghesia azhkenazi proveniente dalla Khazaria. Questa elite guerrafondaia segue i precetti del Talmud di Babilonia ignorando la Torah e la storia degli ebrei – arabi e persiani – i quali per secoli hanno convissuto pacificamente con i popoli palestinese, siriano, irakeno ed iraniano. Lo studioso Giuseppe Zambon, editore ebreo antisionista, ha spiegato introducendo la famosa triologia del giornalista inglese Alan Hart – Il sionismo, il vero nemico degli ebrei – che l’elite israeliana è d’origine ungro-finnica mentre i palestinesi, con tutta probabilità, sono ebrei convertiti all’Islam per ragioni, dato il contesto dell’epoca, politiche e sociali. Importanti ricerche storiche valorizzano – come sottolinea Zambon – questa tesi controcorrente ma solida in virtù dell’inopinabilità delle fonti.

L’attivista venezuelana Susana Khalil, rompendo col solito ed incocludente eurocentrismo storico, concorda con Sand e Zambon: ‘’Los askenazíes están clasificados como los judíos europeos, de raíces caucásicas, eslavas, arias, indo-europeas. Étnicamente no semitas (ancestralidad árabe) y representan un 90%., para otros el 80% de la población mundial judía. El otro grupo judío son los sefardíes muchos son nativos del Norte del África que no son necesariamente semitas (árabes) ya que el Norte del África es étnicamente amazinght y están los sefardíes de España y Portugal que son de origen greco-romano, no semita (árabe) y pueden representar cerca de un 20%. También existe una minoría judía semita (árabe) denominados mizrajíes (incluida Iran, no árabe pero si nativa del área), los mizrajíes pueden representar cerca del 1% de la población judía mundial’’ 2. Domanda: abbiamo la documentazione necessaria per imputare ai sionisti israeliani la distruzione della popolazione sefardita, in quanto custode di una tradizione culturale e teologica storicamente rilevante, il tutto in nome del colonialismo azhkenazi?

Sempre l’editore Zambon ci ha fatto pervenire un altro prezioso documento: si tratta della lettera di Ami Meshulam figlio di Uzi Azulai Meshulam, rabbino degli ebrei arabi (Mizrachi) “importati” dallo Yemen in Israele negli anni ’50 con l’operazione “tappeto volante” ( Fonte: CIVG ). Il rabbino Meshulam è stato fatto prigioniero in Israele per aver denunciato la politica genocida del ‘’sionismo reamente esistente’’ che rapì bambini mizrachi, dopo averne dichiarato la morte, con lo scopo di ‘’sionizzarli’’ estirpandoli alla comunità ebraica d’origine. Riporto il testo, tradotto in italiano, nella sua interezza ( sottolineatura mia ):

Caro amico mio Shahar, pace e benessere. Spero che tu stia bene. Mi spiace veramente di disturbarti con i miei problemi, purtroppo la nostra condizione odierna ci vede completamente impotenti… In realtà gli elementi corrotti di Israele stanno facendo di tutto per dare il colpo di grazia alla mia vita già distrutta…Mi chiedo se conosci qualche forte organizzazione politicamente  influente in Europa che potrebbe aiutare me e la mia famiglia, comprese le sorelle di mia moglie, a trovare un rifugio nel vostro continente. Siamo affranti e non abbiamo più speranza di vedere giustizia in questo mondo. Non vogliamo soldi, nè ricchezze e neppure cittadinanza, ma solo un pezzo di terra dove trovare riposo per la nostra anima. Non so se esistano paesi che perseguono la giustizia senza l’influenza politica di Israele, che opera con perfidia, denigra e criminalizza la nostra causa. Ti ringrazio anticipatamente per il tuo aiuto e ti invio cari saluti, scusandomi per il disturbo.

 Amy Meshulam

 Da Ynetnews (Traduz. Di S. Ceccoli) 3

Una vergognosa retorica ‘’anti-ebraica’’ – fomentata dai crimini israeliani e sionisti – ha occultato il fatto che nel mondo ebraico, negli anni passati, siano state tantissime le persone coraggiose ed anticonformiste: dallo storico israeliano Ilan Pappe allo scienziato Vanunu; dai rabbini Neturei Karta agli ebrei yemeniti che combattono contro gli imperialismi sionista e wahhabita. La politica genocida del sionismo mira, fra le altre cose, a cancellare ciò che resta dell’ebraismo laico e progressista. Domanda: perché l’hasbara – propaganda di guerra israeliana – ha accodato le comunità ebraiche occidentali alle politiche di guerra del Likud ? Com’è stato possibile un tale scempio? Ricordo, a riguardo, le parole dello storico Diego Siragusa il quale per descrivere questo binomio ‘’comunità ebraiche/Israele’’ ha definito la comunità ebraico-sionista di Roma come ‘’la sezione italiana dell’estrema destra israeliana’’. Adesso le cose stanno così, il ‘’tribalismo’’ ha preso il sopravvento, anche se le nobili dissidenze non mancano.

Gli israeliani non sono israeliti e la cultura ebraica che si esprime in Iran, Siria e Marocco non ha nulla a che vedere con gli sproloqui talmudisti del ‘’sionismo religioso’’. Domanda: l’estrema destra israeliana mira a realizzare il Grande Israele oppure la Grande Khazaria?

Il giornale liberale di sinistra Haaretz, nel 2004, ha pubblicato un documentario andato in onda, in Israele, il 14 agosto dello stesso anno dove veniva denunciato il Ministero della Sanità per aver comprato, nel ‘51, sotto la supervisione di Shimon Peres, sette macchine ai Raggi X; queste sono state adoperate per un esperimento sopra cavie sefardite (ebrei semiti). Ecco i fatti: le autorità israeliane diedero l’ordine di prelevare nelle scuole ben 100.000 bambini ebrei-marocchini a cui furono sparate, senza protezioni, radiazioni 35.000 volte superiori alla soglia massima dei raggi gamma. Definire gli effetti devastanti è, quanto meno, poca cosa: morirono subito 6.000 ‘cavie bambine’ mentre le restanti 94.000 svilupparono tumori ed altre forme di invalidità. L’obiettivo dei “sionisti azhkenazi” era quello di creare, tramire un esperimento di eugenetica, la nuova classe povera israeliana; su basi biologiche (entra in campo l’eugenetica) e non solo economico-sociali. Una operazione di pulizia etnica diretta a colpire non i palestinesi, ma gli ebrei semiti. Domanda:  su quali basi il governo israeliano accusa i suoi critici di antisemitismo? Il giornalista Fulvio Grimaldi – usando fonti non sospette di simpatie anti-israeliane (Haaretz) – ci comunica che: ‘’Nel programma si indicano i responsabili del progetto: Nahum Goldman, capo del Congresso Ebraico Mondiale, Levi Eshkol, primo ministro, Shimon Peres, allora direttore generale del Ministero della Guerra, Eliezer Kaplan, ministro delle finanze, Jospeh Burg, ministro della Sanità, accusato dai rabbini yemeniti di essere il responsabile del rapimento dei loro bambini. E’ stata questa cabala che nel 1977 avrebbe poi eletto primo ministro Menachem Begin’’ 4. La lobby sionista, per amor di giustizia, dovrebbe essere sottoposta a un nuovo Processo di Norimberga. Domanda: i membri della lobby sionista – seguendo le orme di Goering e Rosenberg – meriterebbero anch’essi la pena capitale? 

A pochi anni dalla fine della Shoah, il sionismo azhkenazi – collaborazionista della dittatura hitleriana 5 – commise un nuovo genocidio tanto nei confronti del martoriato popolo palestinese quanto degli ebrei sefarditi. Un genocidio antisemita – anti-arabo e anti-ebraico – consumato da chi pretende di costruire uno Stato “per soli ebrei”. Dal “suprematismo” etnico, a dispetto dei pappagalli dell’hasbara, non potrà mai nascere nessuna vera democrazia – nemmeno la più “balorda” – anche prendendo come riferimento i principi della scienza politica “democratico-borghese”.

 

1.

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16783

 2.

http://www.aporrea.org/internacionales/a210365.html

 3.

http://www.civg.it/index.php?option=com_multicategories&view=article&id=65:l-efferata-persecuzione-da-parte-dei-sionisti-contro-gli-ebrei-arabi-dissenzienti&catid=24&Itemid=141

 4.

http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o3641:r1

 5.

http://www.israelshamir.net/Italian/natura.htm

1 commento per “Grande Israele o Grande Khazaria?

  1. Ferrycardo
    13 Dicembre 2020 at 23:21

    Illuminante,educativo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.