Foto: www.einaudi.it
“La storia urbanistica di Roma è tutta e soltanto la storia della rendita fondiaria, dei suoi eccessi speculativi, delle sue convenienze e complicità colpevoli.” (Giulio Carlo Argan, sindaco di Roma, giugno 1978)
Il Movimento 5 Stelle vuole Paolo Berdini assessore all’urbanistica del comune di Roma; la notizia è straordinaria, il gesto rivoluzionario.
La citazione qui in calce è ripresa dall’esergo di “Roma Moderna” di Italo Insolera, il testo più importante sulla storia contemporanea di Roma e un programma di battaglia; del testo Berdini, allievo di Insolera, ha curato il notevole ampliamento dell’ultima edizione del 2011.
Il gesto e il testo. Partirei di qui perché sono due fatti che rompono il clima “autistico” degli argomenti della campagna elettorale su Roma, e dei luoghi comuni rivoltanti: dalla Raggi “povera scema” alle Olimpiadi per le quali “Roma risorgerà più bella e più superba che pria”.
Lo stesso testo al penultimo capitolo (il XXX) “La via Appia Antica: dalla ‘Commissione Reale’ al futuro di Roma” ricorda la storia della battaglia “campale” più importante in difesa della bellezza di Roma e noi ricordiamo come in quella battaglia Berdini sia stato sodale di Antonio Cederna, li si sia misurato nella pratica, e le sue battaglie attuali abbiano con quella visione “futura” il suo punto di coerenza. C’è “pensiero e azione” proprio, come sempre nell’apertura del testo, dice la citazione del 1981 di Luigi Petroselli “…la città, come in ogni periodo di crisi, si interroga sul passato per parlare in modo nuovo del presente e del futuro”.
Ora con il suo gesto il M5S segnala alcune cose: 1) sa chi è e cosa rappresenta Berdini, e proponendo lui, ripropone la sua battaglia con una scelta forte perché l’assessorato all’urbanistica in una metropoli equivale al Ministero dell’economia in un governo nazionale; 2) evidentemente l’umiltà, che dai media-spettacolo è propagandata per incompetenza, non preclude la conoscenza della storia e soprattutto la percezione politica di dover mettere al centro della battaglia e del giudizio pubblico quella “storia della rendita fondiaria, dei suoi eccessi speculativi” di cui parla Argan; 3) pensando e scegliendo Berdini i 5stelle non hanno cercato un tecnico –sempre indirizzabile – ma un Maestro, un uomo libero e dunque un politico “forte”, garante della battaglia.
Questi sono gli aristotelici fatti – nel loro aspetto potenziale e in quello attuale – l’intenzione del M5S di dare battaglia è sostenuto da solide radici e chiede uno schieramento.
Personalmente oltre la stima e l’affetto profondo verso Berdini sono colpito dal richiamo alto all’inizio della battaglia: al sindaco Petroselli, a Renato Nicolini, ad Antonio Cederna, alla stagione dell’impegno, quando “Noi credevamo!” Proviamo a credere che la battaglia per la bellezza si possa riaprire.