Volevo commentare l’articolo di Rino Camilleri apparso su ”la bussola quotidiana” del 14-3-2016
La parola al Camilleri:
Una sintetica analisi sul versante economico.
di Rino Camilleri14-03-2016
Povertà
“Uno slogan di grande fortuna perché di grande impatto emotivo recita: «Il 20% della popolazione mondiale detiene l’80% delle ricchezze». È di solito accompagnato da quest’altro: «I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri». Come tutti gli slogan di origine comunista ha grande fortuna presso i preti, perché sembra evangelico. Anche le eresie sembrano evangeliche, da qui il loro successo, di volta in volta, nella storia. Ma non sono evangeliche, perché manca loro il fondamentale requisito della verità. Cioè, sono balle.
La resistenza, nella mente di chi ci crede, alle cifre che dimostrano il contrario è perciò frutto di psicologie non umili (per dire il meno). Gli slogan permettono di sentirsi dei «buoni» che puntano il dito contro i «cattivi», occupazione che, per i frequentatori dei c.d. centri sociali (mera autodefinizione, in realtà sono covi di anarchici) dà senso a un’esistenza che altrimenti non ne avrebbe alcuno. Per certo clero giovane è una sirena fortissima, in quanto consente di consacrarsi alle «virtù attive» a tutto discapito di quelle «passive». Per i digiuni di teologia, traduco: agitarsi di più e pregare di meno, fino a convincersi che una marcia di protesta e/o solidarietà valga, agli occhi di Dio, più di cento ore di adorazione in ginocchio.
E veniamo ai numeri, sia pur convinti che non ci sia peggior sordo di chi non vuol sentire: ancora nel 1990 metà della popolazione mondiale viveva con meno di due dollari al giorno; nel 2015 quel cinquanta era sceso al dieci (fonte la Banca Mondiale) e ancora scenderà fino a sparire in breve tempo. Esageriamo? Nel periodo considerato, in Cina la povertà estrema è calata dal 61 al 4%. Ma queste sono cifre, che non servono a niente con chi ragiona (si fa per dire) a colpi di slogan. Sì, perché lo slogan (dal tedesco schlagen, battere, martellare) è un concetto preconfezionato e ridotto in pillole, facile da memorizzare ed assorbire: consente alle menti semplici (e superbe) di credere di aver capito tutto senza bisogno di studiare.
Infatti, la logica (termine che non a caso viene da Logos: sì, proprio quello di san Giovanni evangelista) richiede esercizio, e l’esercizio è fatica. Invitare il pre-logico a guardare le cifre prima di parlare è inutile, perché in lui scatta l’allarme del manzoniano, e ignorante, Renzo di fronte a chi lo vuol fregare col «latinorum».
Ora, per tornare agli slogan di cui dicevamo all’inizio, essi partono da una premessa non detta ma sbagliata: si dà per scontato che la ricchezza mondiale sia una torta precotta, della quale se uno se ne prende mezza agli altri toccano le briciole. Pochi accaparrano troppo, insomma, perciò il problema è l’iniqua distribuzione. C’è una scena famosa de Il dottor Zivago in cui il protagonista torna e trova la sua casa in mano ai bolscevichi: un palazzo di due piani con molte stanze adesso alloggiava centinaia di persone. È la giustificazione che gli viene fornita. Prima ci stava (bene) una sola famiglia, ora ce ne stanno (male) tantissime. Bolscevismo, appunto. Non è giusto che ci siano i ricchi, meglio tutti poveri. Ma questa è ideologia (dell’invidia) nata senza occhi, non economia (Marx, infatti, era un filosofo che si considerava un economista).
Qualunque studente di ragioneria sa che a un ricco (un capitalista, nell’ideologia) non conviene affatto che tutti gli altri siano poveri. Un potente fabbricante di qualunque cosa non può vendere a chi non ha denaro per comprare. Un produttore di semplici asciugacapelli, per esempio, non può contare su acquirenti che non abbiano nemmeno l’elettricità in casa, e non parliamo della cultura necessaria a portare la chioma acconciata.
Perfino nei Paesi di rigida osservanza islamica come l’Arabia Saudita il reddito pro-capite disponibile è perciò alto, e le abissali differenze tra nababbi e cammellieri sono dovute all’ideologia, appunto, in questo caso religiosa. Quando Saddam invase il Kuwait i tiggì mostravano scene strazianti di kuwaitiani che fuggivano, le donne in chador, gli uomini in kefiah, al volante di Volvo che un occidentale medio non avrebbe potuto permettersi. E, oggi, un amico che lavora nel Bahrein mi parla di condizionatori d’aria «da aperto», che refrigerano la gente nei bar mentre la temperatura tocca i cinquanta gradi.
L’uomo più ricco del mondo vende computer, roba che non costa affatto poco; ed è suo interesse (materiale) che ce ne sia (almeno) uno in ogni casa del pianeta. Ma contro gli slogan non valet argumentum, perché gli anarchici avrebbero come alternativa il lavoro ai mercati e i preti l’umile ascesi”.
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Ora vorrei fare una postilla al dottor Camilleri
Ai ricchi conviene che ci sia una popolazione non troppo povera per comprare i loro prodotti.
Vero caro Rino,Verissimo, ma tu vaglielo a spiegare.
Ford che era un americano degli anni ’20 e un industriale, non un banchiere o usuraio del cazzo aveva capito perfettamente il punto della situazione e infatti alzava gli stipendi dei suoi dipendenti.
Inventò anche la catena di montaggio.
A volte capita che nasca un ricco intelligente, a volte, ma questa non è la regola, il tuo amato Steve Jobs che produce melafonini ha bellamente licenziato tutti gli operai della Silicon Valley per portare tutta la produzione in Cina e farli produrre alla Foxconn per 80 dollari al mese di stipendio.
Molto illuminato, molto simile a Ford, e fa pure l’ “alternativo”.
Si dà il caso che Apple grazie a questa politica abbia accumulato un tesoretto di 200 miliardi di dollari.
Ora questi 200 miliardi di dollari che hanno gonfiato il titolo Apple in borsa, non sono stati ”rubati” in senso biblico, perchè qui il Camilleri tracima nel predicozzo e io non voglio fare all’opposto un contropredicozzo e mi limito a una constatazione economica, sono stati sottratti all’economia perchè sono in mano a chi investe e non a chi compra il prodotto.
I tesoretti, gli utili enormi delle aziende quotate nel Dow Jones sono la garanzia che l’economia crollerà, insieme poi ai beneamati tesoretti così accumulati.
Perchè il capitale non è intelligente così come lo dipingono, gestisce bene, appunto, la PRODUZIONE ma non la DISTRIBUZIONE.
Il capitale non è intelligente perchè soi disant per un ceo di un’azienda il problema non è creare un modello sostenibile nel tempo, ma esclusivamente fare utili da distribuire agli azionisti per essere riconfermato.
E’ un processo cieco, non c’è nessuna volontà nè positiva nè negativa, è sbagliato vedere nei ricchi dei sostanziali ”benefattori dei poveri” quasi che a sfruttarli gli facessero un piacere, ma è anche sbagliato vedere nei ricchi dei sadici in stile Hitler che vogliono affamare la popolazione mondiale per il puro gusto di essere più fighi.
Alla fine per un ricco il concetto di povero è relativo e viceversa; i ricchi competono fra loro, mica con noi straccioni.
Il concetto stesso di ricco e di povero è appunto un concetto relativo e dunque non razionale nè razionalizzabile in un discorso economico.
Dunque trova posto nelle esortazioni alla povertà evangelica di Gesù Cristo (guai a voi ricchi!) e nello pseudopredicozzo che in nome dello stesso evangelo vuole mettere in guardia dai pericoli di comunismo che si celano dietro a questo tipo di discorsi.
Ecco Rino farebbe bene non a rivolgersi al giovane prete di periferia che poveretto fa quel che può, ma forse direttamente a Gesù Cristo tacciando direttamente lui di istigare la popolazione e i preti di periferia al comunismo quando dice:”è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago piuttosto che un ricco vada in paradiso”.
Per non parlare di quel leninista di San Paolo che disse, cito a memoria:”Se sei ricco è perchè hai rubato, e se non hai rubato tu, ha rubato tuo padre, e se non ha rubato tuo padre, ha rubato il padre di tuo padre”.
Insomma questo pretuncolo di periferia cede alle tentazioni di parlare un pò troppo come i centri sociali, bisogna istruirlo in teologia immediatamente prima che non faccia troppi danni e diffonda questo verbo falsamente cristiano in tutto il mondo.
Purtroppo nessuno è riuscito a fermarlo e si è creata una cosa paradossale chiamata ”Chiesa Cattolica”che, pur includendo nei suoi testi sacri queste parole sembra da sempre preoccupata di garantire al popolo e ai preti di periferia di non fraintendere le parole di Gesù Cristo e San Paolo:i ricchi sono benefattori ed è nel loro interesse che i poveri stiano bene.
Io voglio dire una cosa per la quale sarò criticato ma la dirò lo stesso:
la Chiesa Cattolica sta a Roma, e Roma si sa è caput mundi, ma Camilleri è siculo, e non me ne vogliano i siculi, ma non sopporto questa loro attitudine a difendere lo status quo anche quando lo status quo E’ INDIFENDIBILE, che è quel preciso atteggiamento che ha creato quella cosa chiamata mafia, in cui Bernando Provenzano dopo aver commissionato qualche migliaio di omicidi legge la Bibbia e ha il santino di Padre Pio.
Io mi domando che genere di traduzioni della Bibbia diffondano in terra di Trinacria, deve pur esserci qualche errore, mi sfugge qualcosa dottor Camilleri.
Se questo può giovare a levarmi da polemiche di razzismo e di presunto leghismo, faccio presente che il sottoscritto ha parenti in Sicilia e quindi in un certo senso scredita anche sè stesso.
Ma a me questa difesa imperitura di ogni genere di impero dominante venuto a soggiogarti, frutto sicuramente di un background di secoli di dominazioni straniere, dà un pò fastidio.
Anche perchè difendere questo status quo non ha tanto più senso tanto più che sta per crollare sotto la sua stessa stupidità acefala.
E qui usciamo dalle questione evangeliche-filosofiche per entrare più propriamente in quelle economiche.
Per prima cosa da un punto di vista strettamente economico non ha senso parlare di ricchi e di poveri, qual è il differenziale, il cut off, per cui uno è ricco e l’altro è povero?
Certo tutti sappiamo la differenza fra i due concetti, ma quando si formula una teoria economica è necessario che sia razionale, ovvero quantificabile in modo da poter fare calcoli e previsioni, e non predicozzi, sia da un lato sia dall’altro.
Il punto è che il mio omologo in Serbia che guadagna 300 euro al mese ha più potere d’acquisto di me che ne guadagno per dire 1000 in Italia, quindi chi stabilisce chi è più ricco e chi è più povero?
Dire che oggi il mondo è meno povero di ieri vuol dire tutto e vuol dire niente.
Il punto che invece è incontestabile è che il capitalismo ha spostato la produzione industriale in massa dai paesi cosiddetti ricchi a quelli poveri, creando quello che molti hanno definito un trasferimento di ricchezza, ma che io non definirei nemmeno tale.
Ha creato semplicemente un’unica classe borghese mondiale che contrariamente a quanto viene fatto intendere su molte riviste ”antimperialiste” va d’amore e d’accordo dopo che hanno fatto finta di scatenare la terza guerra mondiale, o hanno lucidato la falce e il martello per fare la sfilata in piazza Tienamen.
Ma il punto non è il conflitto fra la borghesia e il ”proletariato”, perchè è falsa l’idea che i ”ricchi”, qualsiasi cosa essa siano, abbiano una qualche strategia per impoverire o arricchire la popolazione il tanto che basta perchè non si ribelli.
Chi dice questo non ha capito l’essenza del capitalismo.
Questa è la prima epoca in cui in nome del laissez faire e della ”mano invisibile del mercato” manca completamente una dirigenza sia nazionale che internazionale, non me ne vogliano i teorici del complotto, ma i potenti di oggi fanno il Bildelberg, credono di essere potenti e hanno lo stesso l’allure dei potenti di un tempo, ma oramai hanno perso totalmente il controllo della locomotiva da un bel pò.
Il punto l’aveva colto bene Marx quando aveva parlato di ”stregone che perde il controllo delle forze oscure che ha evocato”.
La forza oscura qui evocata è quella del ”capitale” ovvero in sintesi: io sono il ceo e devo fare utili.
Non c’è spazio per altri ragionamenti nel mondo moderno.
Non c’è nessun Ford che tenti di mantenere la produzione negli Usa perchè se altrimenti i consumatori americani non consumeranno più.
Nessuno, non perchè i ricchi siano più stupidi dei poveri (e nemmeno del resto i poveri sono più stupidi dei ricchi), ma perchè è la logica stessa del capitale a essere stupida, se non trasferisci la produzione in Cina, non farai abbastanza utili e ci sarà qualcuno che ti sostituirà per farlo.
Qui l’umanità è impotente di fronte al mostro che ha creato, è persino inutile prendersela con appunto i cosiddetti ”ricchi” perchè oramai nella cabina di pilotaggio non c’è più nessuno, e se è pur vero che c’è chi sta in prima classe e chi in seconda o in terza, è anche vero che in prima classe non dirigono più dove va il treno.
Ora la domanda fondamentale è: come diamine fa ad andare avanti la baracca?
Mi si dirà:
i cinesi, i brasilani, i russi compreranno questi benedetti I phone.
Il punto è che tolto un 20% di benestanti, in Cina, Russia, Brasile, gli altri guadagnano i canonici 80 dollari al mese, adesso come 20 anni fa.
Gli economisti seri sanno infatti che dopo la retorica dei paesi Brics che sostituiranno l’occidente, la prossima bolla a scoppiare sarà proprio quella dei i Brics.
Il rublo fa schifo ed è diventato carta igienica, in Brasile cominciano le prime rivolticchie ed hanno un’inflazione sopra il 10%, la Cina se la cava meglio perchè ha messo parsimoniosamente da parte un tesoretto di 3000 miliardi di dollari. Il punto è che quei 3000 miliardi dollari sono la forza e anche la debolezza della Cina, perchè se anzichè essere accumulati presso la People Bank of China fossero distribuiti ai cittadini cinesi permetterebbero loro di avere molti più soldi in tasca, ma poi una volta che gli operai cinesi avranno più soldi in tasca chi li obbligherà più a lavorare per 80 dollari al mese?
Insomma anche in Cina dove c’è un governo autoritario, fin troppo autoritario per i miei gusti, vige la logica del capitale ,i furbetti del partito parlano di piani quinquennali ma accaparrano, accaparrano, accaparrano quello che possono, adesso.
Poi si vedrà.
Ed è per questo che nonostante tutte le ciancie del rimpiazzamento del dollaro con altre monete, tipo lo yuan, il dollaro non è mai stato cosi’ forte.
Deflazione la chiamano in gergo tecnico, e i banchieri centrali hanno un bel che fare ”quantitative easing” per sconfiggere la deflazione; alla fine non ci può essere inflazione se gli stipendi non salgono e la prova che quanto dice il Camilleri è falso è data dal fatto che che mezzo mondo, Cina compresa, è bloccato in deflazione.
Ed è esattamente quello che aveva previsto Marx; il capitale nella sua foga di fare profitti avrebbe creato una deflazione invincibile, uccidendo a ribasso le retribuzioni mondiali a favore del capitale.
La domanda è allora: e dunque, chi cazzo compra questi benedetti I phone?
La risposta è che quel poco di ”dirigenza” che ancora rimane nel mondo ha deciso di combattere il crollo delle retribuzioni espandendo il ciclo del credito,cioè abbattendo i tassi anche sotto lo zero e creando una quantità enorme di denaro prestato; prestato per essere speso.
Voi lo sapete che negli Stati Uniti il consumo a credito ha SUPERATO I LIVELLI DEL 2007?
I soldi prestati prima o poi dovranno tornare indietro e quindi presto o tardi le magnifiche e progressive sorti decantate dal Camilleri si invertiranno gettando i giubilanti investitori di nuovo nel panico più totale, e più idiota, perchè la vera domanda non è ”perchè le borse crollano” ma ”come hanno fatto a salire finora”?
E la mirabile classe media cinese che doveva sostituire quella americana si scioglierà come neve al sole sotto il peso dell’indebitamento sempre più simile ai valori occidentali, schiacciata dall’avidità e dalla miopia della classe dirigente cinese, complice di quella americana ed europea.