COMUNICATO STAMPA
Ieri sera, sabato 12 marzo, al termine della manifestazione contro la guerra e la Nato svoltasi a Roma, Fabrizio Marchi, Costanza Lopez Pineda e Fabio Di Pietro, rispettivamente direttore, redattrice e collaboratore del periodico on line L’Interferenza, si recavano al pub “Sally Brown”, nel quartiere di San Lorenzo, dove poco prima si era svolta la presentazione del libro di Karim Franceschi, dedicato alla sua esperienza nella città curda di Kobane, alla presenza dell’autore.
Dopo aver cenato e trascorso circa un paio d’ore nel pub, Fabrizio Marchi si accomiatava e faceva ritorno a casa. Dopo non più di cinque minuti, Costanza e Fabio venivano avvicinati da Karim Franceschi che gli chiedeva se fosse presente l’autore di questo articolo https://www.linterferenza.info/attpol/3147/ , cioè lo stesso Fabrizio Marchi.
I due rispondevano che si era allontanato da pochi minuti. A quel punto il Franceschi dopo aver pronunciato con fare allusivo e minaccioso le testuali parole:”E’ meglio che se ne sia andato”, si rivolgeva con toni e modi pesantemente violenti e intimidatori sia nei confronti di Costanza che di Fabio minacciandoli e insultandoli, sostenendo che L’Interferenza sarebbe “un giornale fascista scritto da fascisti e che lui avrebbe fatto di tutto per togliere quell’articolo dal giornale”.
I due nostri compagni e amici, non raccogliendo la provocazione, rispondevano con equilibrio, pacatezza e senso di responsabilità che L’Interferenza è un giornale libero, oltre che di ispirazione marxista, dove chiunque può esprimere la propria opinione purchè nel rispetto delle regole della civile convivenza, e che qualora lui stesso avesse avuto delle critiche da muovere nei confronti di quell’articolo, il giornale sarebbe stato ben lieto di ospitarle.
Per tutta risposta, il Franceschi si appropinquava fisicamente a Fabio avvicinando a mò di sfida la sua testa al suo viso, guardandolo fisso negli occhi in modo minaccioso. Fabio non cadeva però nella provocazione e nel palese tentativo da parte di Franceschi di provocare una sua reazione. A quel punto lo stesso Franceschi si allontanava non dopo aver apostrofato Fabio con parole che non stiamo a riportare per ragioni di decenza e alle quali Fabio non replicava.
Si tratta di un gravissimo e intollerabile atto di violenza e di intimidazione nei confronti di una redattrice e di un collaboratore di questo giornale. L’episodio è tanto più grave se si pensa che Karim Franceschi e Costanza Lopez Pineda si conoscevano da diversi anni e avevano sempre avuto cordiali rapporti.
Ci sarebbero, ovviamente, tutti gli estremi per adire a vie legali, ma non è certo questo che ci interessa, né tanto meno fa parte della nostra prassi e della nostra formazione politica e professionale. Quello che ci interessava e ci interessa era ed è aprire un dibattito su una questione complessa come quella del Rojava, in un contesto ancor più complesso che è quello mediorientale e siro-iracheno in particolare. In tal senso, forti perplessità e dubbi, di natura politica, sia chiaro, avevano suscitato in noi alcune dichiarazioni rilasciate da Karim Franceschi a diverse testate giornalistiche e network televisivi (riportate testualmente nell’articolo sopra linkato). Per questa ragione decidemmo di pubblicare quell’articolo (rinviamo alla sua, a questo punto, necessaria lettura), a firma del direttore, Fabrizio Marchi, con l’intento appunto di aprire un pubblico dibattito e un confronto sul tema. Non abbiamo avuto alcuna risposta. La sola “risposta”, se così può essere definita, a distanza di mesi, è stata quella di ieri sera prodotta da Karim Franceschi.
Dire che il suo modo di agire è stato squallido e desolante, oltre che gravissimo, è dire poco.
Ci auguriamo che Karim Franceschi abbia un sincero e pubblico ripensamento, che i compagni e le compagne che gli sono accanto lo aiutino riflettere sul suo comportamento, antidemocratico e intollerante, e che la Politica, quella con la P maiuscola, torni ad essere protagonista.
Ma ci auguriamo anche e soprattutto che la Sinistra, o ciò che di essa rimane, smetta di mettere la testa sotto la sabbia e possa finalmente trovare il coraggio di affrontare le proprie contraddizioni. L’opportunismo, sul lungo periodo, non ha mai pagato.
La redazione de L’Interferenza.