L’aggressione saudita al mondo sciita – a partire dalla eliminazione di ogni forma di dissenso interno al regime di Casa Saud – è stata presentata dai media occidentali, compresa una larga parte della stampa alternativa, come uno ‘’scontro settario fra sciiti e sunniti’’. Questa interpretazione – a mio avviso grave e fallace – denota una totale incomprensione della dialettica interna al mondo arabo e, più in generale, musulmano.
Perché il sapiente al-Nimr è stato assassinato?
Innanzitutto è bene chiarire, una volta per tutte, che al-Nimr era un attivista democratico e antimonarchico. Non è stato assassinato solo in quanto sciita ma per una ragione che cela ben altro ( e nobile ) radicalismo: non ha dato la sua “baya’a” al re. Il giornalista Tahar Lamri – sempre molto disponibile a chiarirci complessi istituti di diritto musulmano – ci spiega che cos’è questa invenzione giuridica: ‘’La Baya’a è un concetto molto complesso da spiegare in poche parole, ma può essere tradotta come “giuramento di ubbidienza e di fedeltà”, qualcosa come il “giuramento di supremazia” nell’Inghilterra di Enrico VIII: Tommaso Moro infatti viene giustiziato nel 1535 per non aver voluto prestare questo giuramento di supremazia’’. Chiunque rifiuta ‘’l’atto di sottomissione’’ viene considerato un ‘’traditore’’. Al Nimr, da coraggioso oppositore quale ha dimostrato di essere, ha scelto di non piegare la testa di fronte alla dittatura wahabita saudita.
Mi preme sottolineare che questo chierico arabico era molto critico nei confronti del Partito Ba’th siriano e non approvava il primato del “religioso” sul “politico” proclamato dall’imam Khamenei avvicinandosi, così, all’ “Islam rosso” di Ali Shariati. Forse pochi studiosi lo sanno ma all’interno del mondo sciita esiste una complessa dialettica interna: la Siria – nazionalista e laica – è governata dagli alauiti i quali prendono il nome di “sciiti decimani”. Questi – a differenza degli sciiti iraniani – sono riconoscibili dal fatto che non osservano i divieti relativi all’alcol e non si recano in moschea: hanno loro particolari case di preghiera ( Lucas Catherine, L’Islam spiegato agli infedeli, Editore Zambon ). Per i musulmani sciiti, la guida politica e religiosa, fin dalla rottura con la dinastia degli Ommiadi, deve discendere da Ali il “cugino paterno” di Maometto: non tutti gli sciiti riconoscono la linearità di questa discendenza che si ferma al dodicesimo imam, il Mahdi. Non si sa molto di questo imam, tranne che sarebbe nato nel 868 d.C. e che si chiamava Abu al Qassim Muhammad. Sparì dalle scene poco dopo la sua ascesa. Le varie scuole sciite si differenziano proprio nel riconoscimento o meno, di tutti e dodici gli imam, da qui la nascita delle differenti dottrine.
Lo scontro fra Al-Nimr e i dittatori sauditi era politico e sociale, potremmo dire di classe. Secondo il sociologo marxista James Petras, questo religioso era “un chierico che teneva posizioni critiche, però era un difensore della democrazia e appoggiava i diritti di tutti i cittadini, includendo i suoi confratelli sciiti’ 1. Un’ analisi – quella Petras – molto diversa da quella fatta in Italia anche dalla stampa di sinistra.
I sapienti sunniti contro Casa Saud
L’Arabia Saudita non rappresenta assolutamente l’Islam sunnita. Circa un anno fa, il Presidente della Comunità palestinese in Italia, Salameh Ashour, intervistato proprio dall’Interferenza, definiva l’Arabia Saudita una creatura antidemocratica degli statunitensi 2. Per Salameh Ashour, Casa Saud è in combutta con gli Usa nello sfruttamento delle popolazioni locali, alimentando il germe infetto dell’islamofobia.
Il Fronte d’Azione Islamico, sunnita, dopo il vile assassinio di Al-Nimr ha rilasciato questa dichiarazione: “Pur non condividendo tutto ciò che diceva, il verdetto dell’esecuzione non è affatto giustificato”. E ancora ‘’Non vi è del bene in un governante che si rifiuta di ascoltare i consigli…e ahimè in Arabia Saudita è vietato dare consigli.” 3
Shaykh Hammoud ha accusato apertamente il regime saudita di attuare i piani americani e sionisti: “Ogni cospirazione di Washington e Tel Aviv trova a Riyadh chi la metta in esecuzione.” Shaykh Zuheir Joed, coordinatore generale del Fronte d’Azione Islamico, mette in dubbio il fondamento islamico della monarchia saudita “Tutte le accuse saudite per giustificare l’esecuzione dello Shaykh Nimr sono infondate, dal punto di vista umano e religioso, e non hanno nulla a che fare con tutte le scuole sunnite”, e conclude in modo eloquente “Il martire Shaykh Nimr non è solo un martire degli sciiti, ma di tutta la Ummah (comunità islamica)”. Faccio presente a chi parla di scontro fra sciiti e sunniti che lo stesso Said Qubt, uno dei fondatori della Fratellanza Musulmana, non era affatto wahabita e manteneva buoni rapporti con gli sciiti irakeni. Purtroppo, in Italia, l’ignoranza e la disinformazione su questi temi abbonda tanto a destra quanto a sinistra.
Arrivati a questo punto si impone una domanda: chi sono i wahabiti al potere in Arabia Saudita?
I wahhabiti – loro preferiscono chiamarsi Muhawiddin ovvero credenti nell’Unicità di Dio – proclamano una interpretazione letterale del Corano ed in linea con la tradizione hanbalita ( dal sapiente Hanbal, 780-855 ) rifiutano il razionalismo reo di mettere ‘’il singolo uomo nelle condizioni di relazionarsi con Dio’’. Il pensiero di Wahab ( 1703-1789 ) coerentizzato nel Libro sull’Unicità ( di Dio ) aggrava il dogmatismo di Hanbal portandolo alle estreme conseguenze. Abdel Wahab, un monaco intollerante e ambizioso, non ebbe nessun successo nella tribù a cui apparteneva e anche suo fratello Sulaiman scrisse un opuscolo contro di lui, contribuendo al suo isolamento. Stabilitosi a Dariya strinse una sciagurata alleanza con il capo locale Ibn Saud, facendosi propagandista, per conto di questo ambizioso signorotto, della jihad armata. Lo storico Lucas Catherine ci spiega che gente come Hanbal, Taymiyya ( 1263-1328 ) altro ‘mentore’ dei sauditi e Wahab, furono considerati da tutti i musulmani, in modo concorde, come dei reazionari bigotti che non vedevano al di là della frangia del tappeto sul quale pregavano.
L’alleanza wahabismo-Casa Saud venne rispolverata nei primissimi anni del ‘900 da Abdel Aziz, cinico uomo politico ben finanziato dagli inglesi ( e addirittura da una parte rilevante delle forze politiche borghesi simpatizzanti per il ‘’neonato’’ movimento sionista ) contro l’impero ottomano. Questa triplice alleanza – imperialismo inglese; sionismo anglostatunitense; wahabismo – è alle radici della odierna dittatura saudita. Domanda ? Cosa centrano i sunniti con tutto ciò ? A mio avviso nulla.
Iran ( Repubblica ) contro Arabia Saudita ( Monarchia )
Lo scontro fra l’Iran e l’Arabia Saudita rappresenta il conflitto fra uno stato islamico dove esiste una reale dialettica politica interna, pur con tutte le sue contraddizioni (l’Iran), e una feroce dittatura alleata degli Usa e di Israele (l’Arabia Saudita). L’Iran sta dimostrando che l’Islam è “solubile” nella democrazia, sciogliendo i nodi e i quesiti posti da storici marxisti come Maxime Rodinson e Samir Amir.
Il leader degli Hezbollah, Nasrallah, ha respinto in questo modo la tesi su un improbabile scontro fra sciiti e sunniti: “Questa descrizione è falsa, non veridica. Quale è la descrizione corretta? Ciò che accade nella regione è, per eccellenza, un conflitto politico. Ci sono degli Stati, delle forze politiche e delle forze popolari che hanno una certa visione del futuro delle loro nazioni e della loro regione e che combattono per realizzare il loro progetto, sia esso giusto o meno” 3. Del resto come spiegare il sostegno dell’Iran a movimenti di resistenza sunniti come Hamas e la Jihad islamica palestinese ? La tesi dello ‘’scontro confessionale’’ si dimostra debole e insufficiente e non consente di capire la vera natura del conflitto: un conflitto sociale che utilizza la religione talora come elemento mobilitante per le masse popolari, altre volte, semplicemente, come protesi ideologica reazionaria e bigotta.
Quando riuscirà a capire questo l’informazione europea sedicente “di sinistra”? Continuo a sperare…
http://www.lahaine.org/mundo.php/el-eje-del-terrorismo-en
https://www.linterferenza.info/esteri/salameh-ashour-islamofobia-arma-di-ditrazione-di-massa/
http://www.islamshia.org/item/834-seyyed-nasrallah-c-%C3%A8-davvero-un-conflitto-sunnita-sciita-nella-regione.html