Il grande spettacolo chiamato “eliminiamo Marino”, e articolato con la farsa finale iniziata nell’estate (funerali Casamonica, qualcuno ha controllato che nella bara ci fosse il morto?) proseguita con la costruzione della polemica con il Papa e finita oggi a tarallucci e “scontrini”, distrae dal vero oggetto del contendere. Forse, e ciò non vale solo per Roma, sarebbe meglio cercare di andare oltre il teatro, le “maschere di carattere” come diceva Karl Marx riferendosi proprio alla commedia dell’arte italiana e provare a capire i “processi reali”. Questi ci dicono: 1) il partito che non esiste è parte organica di quei poteri che si riuniscono “altrove” per decidere quello che deve succedere “qui”; 2) Qui a Roma è il caso che riprenda la sana speculazione edilizia, per il bene dei cementieri romagnoli, dei palazzinari autoctoni e del sacro PIL “fiorentino”. “Tutto il resto” come dice il Califfo “è noia”.