Propositi autunnali. Si sta chiudendo un’estate densamente moralistica dove i problemi sono stati ridotti a persone: Roma = Casamonica \ Immigrazione = foto dei profughi morti in mare \ Politica-spettacolo = Renzi vs Marino o Merkel vs Tsipras. Per questo occorre togliere i nomi e tornare ai problemi.
1) mi è capitato di vedere il Film tratto da “Cecità” il romanzo con il quale José Saramago ha vinto il Nobel e lì c’è l’accorgimento narrativo(fondamentale) di non dar nomi ai personaggi (che si identificano diversamente, per esempio “la moglie del dottore” nel film Julianne Moore o “uomo con la benda sull’occhio”). I nomi indicano una “personalità”, qualcosa che non vediamo nei fatti, nelle relazioni, e finiscono per distrarci, per instradarci a pensare alle intenzioni, all’ al di là, alle promesse di marinaio. Saramago, da rivoluzionario marxista, voleva fornire strumenti per arrivare alla realtà e non parole per trastullarsi con dei pupazzi;
2 ) Lev Tolstoj in “Guerra e Pace”, nel monumento letterario della modernità, arriva a conclusione analoga attraverso una dissoluzione di personalità, attraverso lo scontro tra il generale Kutuzov e Napoleone. Il generale russo vince la battaglia di Mosca con la famosa tattica della terra bruciata e la strategia del generale inverno semplicemente perché quella era la “terra russa”. Vince togliendo il suo ego e facendo emergere il fatto russo: la steppa, il freddo. Napoleone pieno di sé e delle sue astrazioni, perde. Entrambe le personalità si dissolvono davanti alla tragedia storica sono mere “figure” di fronte a Mosca in fiamme;
3) infine c’è l’approccio fenomenologico realista del Papa, di Francesco, che ignora di citare i “governanti”, poco parla di intenzioni e responsabilità, mentre giunge subito al punto “fattuale”: nel mondo, nelle aree povere del mondo c’è già la “terza guerra mondiale”. Questa preliminare ripulitura serve per provare a vedere i fatti al di là delle vacanze del sindaco e dei funerali di un vecchio boss, al di là dell’opinione della Presidente della Camera sulla “bellezza della migrazione” o dell’altrettanto opinabile semplificazione del leader della Lega nord per cui chi “migra non vuol lavorare”. Ora sottraendo tutta questa impalcatura distrattiva provo a rielencare i problemi dell’estate. Roma = speculazione (cioè rendita) soprattutto edilizia mai contrastata. Immigrazione (questa qui) = guerra umanitaria USA in Siria + golpe anti-Gheddafi di Francia e Inghilterra. Politica-spettacolo = strumento per far amare al popolo gli affari legali-leciti-illegali dei monopoli, delle banche e della finanza, cioè per alienarlo.