Il processo di riconciliazione nazionale fra
il regime islamista turco, legato allo Confraternita anglofila dei Fratelli
Musulmani ed i separatisti etnici del PKK è stato sponsorizzato
dall’imperialismo USA con una finalità organica alla dottrina della “guerra
eterna”: compattare due Cavalli di Troia del Pentagono (Erdogan e il PKK),
per quanto legati a fazioni differenti del complesso militare-industriale
USA, contro l’Asse sciita della Resistenza, un nuovo paradigma
rivoluzionario che vedrà nella guerriglia neo-baathista la fazione più
radicale. L’alleanza fra i separatisti curdi che occupano il nord della Siria
ed Al Qaeda ha una genesi più o meno recente, e vede protagonisti gli
artefici della distruzione dello Stato plurale baathista. Leggiamo cosa scrive
il giornalista Ismet Özçelik, sul quotidiano della sinistra socialista turca “Aydinlik”:
“In realtà il PKK/PYD non è un nemico di HTS:
avevano già fatto un accordo tra loro. In effetti il fabbisogno petrolifero di
HTS viene fornito proprio dei separatisti curdi”. L’ex rappresentante speciale
degli Stati Uniti per la Siria James Jeffrey aveva descritto l’HTS
come un movimento patriottico “prezioso per la strategia degli Stati Uniti” 1
Il “Rojava” ha configurato un secondo
Kosovo. Leggiamo le parti più significative dell’accordo:
“1- Garantire i diritti di tutti i siriani
alla rappresentanza e alla partecipazione al processo politico e a tutte le
istituzioni statali in base alla competenza, indipendentemente dal loro
background religioso ed etnico.
2- La comunità curda è una comunità indigena
nello stato siriano e lo stato siriano garantisce il suo diritto alla
cittadinanza e tutti i suoi diritti costituzionali.
3- Un cessate il fuoco su tutti i territori
siriani
4- Integrare tutte le istituzioni civili e
militari nella Siria nord-orientale nell’amministrazione dello stato siriano,
compresi i valichi di frontiera, l’aeroporto e i giacimenti di petrolio e gas.
5- Garantire il ritorno di tutti i siriani
sfollati nelle loro città e nei loro villaggi e garantire la loro protezione
dallo stato siriano.
6- Sostenere lo stato siriano nella sua lotta
contro i resti di Assad e tutte le minacce alla sua sicurezza e unità.
7- Rifiutare le richieste di divisione, i
discorsi d’odio e i tentativi di diffondere discordia tra tutte le componenti
della società siriana.
8- I comitati esecutivi stanno lavorando e si
stanno impegnando per attuare l’accordo entro la fine dell’anno.” 2
Al punto 6 leggiamo “Sostenere lo stato siriano nella sua lotta contro i
resti di Assad e tutte le minacce alla sua sicurezza e unità”; come dobbiamo intendere questo punto (unito alle altre
parti dell’accordo)? I separatisti curdi collaboreranno militarmente con la
dittatura islamista di Al Jolani, diventando parte integrante della sovversione
wahabita contro l’Asse della Resistenza, l’ultimo baluardo di
Civiltà (perlopiù sciita) in quell’area geografica. Domanda: il PKK/YPG
impugnerà le armi contro gli Hezbollah ed il Fronte Popolare di
Liberazione della Palestina (FPLP)?
Gli stragisti di Al Qaeda,
arrivati al potere con un golpe filo-sionista dopo 13 anni di “guerra
irregolare”, coadiuvati dal Mossad, stanno egemonizzando le logiche
tribali dei clan curdi e drusi contro gli alawiti, anche attaccando
indirettamente la Federazione Russa nella zona costiera. Le comunità curde e
druse non seguono delle reali convinzioni politiche, ma si tramandano i legami “clientelari”
delle proprie famiglie, un po’ come avveniva nell’Italia meridionale all’inizio
del secolo scorso: l’MI6 conosce benissimo le contraddizioni esterne al
mondo arabo, fungendo da informatore di CIA e Mossad. Sul “World
Socialist Web Site” (WSWS) leggiamo il giornalista libanese Mohammad
Nurredin:
“Gli attacchi sanguinosi del nuovo regime
contro gli alawiti mirano a impedire loro di ottenere uno status speciale come
i curdi o i drusi. Il nuovo regime considera la regione alawita – l’unica porta
d’accesso al Mediterraneo in tutta la Siria – strategicamente critica. Per
questo non vuole che la costa alawita sia legata in alcun modo ad
un’amministrazione autonoma. “Pertanto, rifiuta categoricamente di riconoscere
qualsiasi status speciale per le montagne alawite e la regione costiera”. 3
Il Kurdistan è, come disse Khamenei, una “seconda
Israele”. Il WSWS, confermando l’analisi sistematizzata da L’Interferenza
quantomeno dal 2016, ha pubblicato un eccellente articolo scritto da due
giornalisti marxisti, Barış Demir e Ulaş Ateşçi:
“I
leader delle forze curde come Abdi e Muslim, che Israele ha dichiarato suoi
“alleati naturali”, hanno espresso la loro volontà di ricevere sostegno dal
regime sionista.”
I
“giornalisti di regime” parlano di storico accordo fra l’HTS e l’YPG,
ma credo che dovremmo denunciare la vergogna del secolo (una delle tante) a
carico della sinistra post-modernista, transgenica e filo-USA. Il PKK/YPG,
voltando le spalle al Partito
Baath nel momento del bisogno, diventa un nemico delle Resistenze antimperialiste e, di
fatto, un alleato di Israele.
Cos’hanno
in comune Erdogan, Al Jolani ed il PKK/YPG? La risposta è semplice, sono
nemici della transizione verso un mondo multipolare, alleatidi Mr. Genocidio Netanyahu.
https://www.sinistra.ch/?p=16484
https://contropiano.org/news/internazionale-news/2025/03/11/accordo-hts-sdf-al-jolani-prende-fiato-0181142
https://www.wsws.org/es/articles/2025/03/12/hoqn-m12.html
In this photo released by Syrian state news agency SANA, Syria’s interim President Ahmad al-Sharaa, right, shakes hands with Mazloum Abdi, the commander of the U.S.-backed Kurdish-led Syrian Democratic Forces, in Damascus, Syria, Monday, March 10, 2025. (SANA via AP)
Fonte foto: Il Post (da Google)