Călin Georgescu è
stato escluso dalle presidenziali in Romania. L’Unione europea è dunque sempre
meno democratica, la dialettica delle idee che ha il suo punto finale nelle
elezioni non rientra nella logica della nuova formula democratica in uso in
essa. La democrazia è “l’uscita dei
popoli dallo stato di minorità”, si potrebbe usare tale definizione della
democrazia parafrasando l’affermazione kantiana “l’Illuminismo è l’uscita
dell’uomo dallo stato di minorità”. Per minorità si intende l’incapacità di
usare la ragione e decidere autonomamente assumendosi le responsabilità delle
azioni e degli ideali. In Europa vi è un popolo, il popolo rumeno, che l’Europa
e le leggi della medesima nazione ritengono non ancora capace di votare in modo
“adeguato”. Per “adeguato” si intende il voto secondo i parametri stabiliti
nelle alte sfere dove la diplomazia tace e si affilano le armi per la guerra.
Da oggi sappiamo che in Europa la dialettica democratica è inficiata e i popoli
possono votare solo secondo l’orientamento delle oligarchie. La formula che
dunque è in uso è l’antica indicazione utilizzata dopo la pace di Augusta, Cuius regio, eius religio, in base alla qualei popoli dovevano seguire la religione dei sovrani, ovvero gli
interessi socio-economici dei capi e ciò fu la premessa di guerre e sciagure
inaudite.
Dunque la democrazia europea ribaltando l’affermazione kantiana è
l’entrata dei popoli in uno stato di minorità. La ragione non rischiara i voti,
ma sono gli organi superiori che devono pensare per noi, e dunque il voto è
solo esecuzione passiva di apriorismi che coincidono con gli interessi delle
plutocrazie. In questi decenni di decadenza le élites hanno mostrato una
sostanziale incapacità di gestire i conflitti, pertanto la tracotanza è
sconfinata come il disprezzo verso i popoli. In Italia Monti affermò che c’è
troppa democrazia. L’ex premier e senatore a vita spiegò su La7 che “bisogna trovare delle modalità meno
democratiche nella somministrazione dell’informazione”. Ora i correttivi sono
arrivati. Pensare è faticoso, pertanto
c’è chi lo fa per noi…ma noi decliniamo “la delicatezza ideologica”, vorremmo
vivere in una democrazia reale.
Quanto accade in Romania è estremamente grave, in quanto la democrazia ha
la sua forza etica nella capacità di sintesi degli interessi nazionali, invece
si punta sulla divisione e su un clima
di pre-guerra civile. Da ciò si pongono e si sollevano domande: Cui prodest?. Proibire la candidatura di
Călin Georgescu lo trasforma in un mito e in un martire del dispotismo
autocratico, inoltre si sospinge una parte della popolazione verso l’avversione
alla democrazia, la quale dopo l’unità europea non solo non garantisce i diritti
sociali, ma ha impoverito i popoli e ora nega anche i principi democratici minimi.
D’ora in avanti tutti gli europei, e non solo, sapranno che la democrazia non
contempla la libera candidatura, ma sono ammessi solo i candidati benedetti
dalle oligarchie, in tal modo la democrazia sta lavorando per il suo suicidio politico
ed etico e per la frammentazione dei popoli. Ancora una volta si agisce per
dividere in senso orizzontale e in tale meccanismo i popoli diventano “plebi”,
perché disimparano il confronto e la capacità di valutare gli eletti
sull’operato. “A voler pensar male si pensa bene” affermava Andreotti; vi è da
chiedersi, ma è solo un dubbio, se con tale manovra non si vogliono provocare i
russi, in modo da giustificare la politica del riarmo intrapresa dall’Unione
europea che sul nascere aveva garantito benessere, pace e uguaglianza
sostanziale. Assistiamo a un golpe alla
democrazia e questo riguarda ogni uomo e ogni donna “uscito dallo stato di
minorità”. Călin Georgescu può ricorrere alla Corte Costituzionale, ma l’unico
dato a prescindere dai programmi e dalle idee è che l’Europa sta negando i
principi su cui si fonda la sua credibilità; la “percezione” è che sia solo un
mercato nel quale le opinioni e le idee contano molto poco, mentre denaro e
produzione (armi) sono ormai gli unici fondamenti dell’Europa.
Sicuramente i padroni del pensiero e dei mezzi di produzione ritengono che
l’esasperato individualismo a cui hanno addestrato le nuove generazioni in
questi decenni li protegga, ma potrebbero esserci sorprese, perché l’essere
umano in quanto razionale è intimamente libero e capace di autonomia. Ebbene,
rammentare il detto attribuito a Voltaire e che dovrebbe essere l’unico
fondamento della democrazia:
«Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo
possa dire»
Naturalmente nell’Europa del libero mercato nelle scuole c’è sempre meno filosofia e sempre più azienda.
Fonte foto: ANSA (da Google)