La scuola deve indottrinare o aprire domande?


L’episodio dovrebbe (ma verosimilmente non accadrà) suscitare una seria riflessione sul fatto che la scuola non-piú-pubblica neoliberale è diventata cinghia di trasmissione ideologica. Invece di aprire sfere discorsive, di aprire domande, come dovrebbe, le chiude, pretendendo di dare già le risposte. Con il risultato di produrre conformismo e, dunque, senso di frustrazione. Per conto mio, è da tempo chiaro che quanto si fa ruotare oggi attorno a “inclusività”, “pari opportunità” (con annesse Stem ecc.), costituisce la vetrina accattivante dell’ideologia di mercato e un suo strumento di rafforzamento. Ma al di questo, se anche quelle risposte fossero “giuste”, la scuola fraintende il suo ruolo quando ritiene di darle già belle e pronte. Una scuola che fornisce ciclostilati su temi complessi (senza alcun dibattito spesso sostuito dalla predispozione coreografica di formule estetiche rispetto alle quali si richiede solo adesione) non forma, indottrina dei nuovi balilla che hanno il formato desiderato del “cittadino globale”.Ma Poteva farsi male… Appunto. E siamo soltanto nel raro campo del visibile. Ci sono poi i tanti disagi non intercettati, non censiti, nemmeno sondati.

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