Germania. Si conferma lo status quo


Ieri in Germania si sono tenute le elezioni anticipate per il rinnovo del Bundestag, a seguito del crollo del governo Scholz, che ha trascinato la Germania nella peggiore crisi economica della sua storia dal secondo dopoguerra, a causa della scelta folle di seguire gli interessi statunitensi (come il sostegno all’Ucraina), della cessazione totale dei rapporti con la Russia (con l’acquisto del gas russo a basso costo che garantiva la produzione industriale, e il gasdotto Nord Stream 2, fatto saltare dai servizi segreti ucraini e della NATO senza che la Germania reagisse) e dell’abbandono della produzione di energia nucleare civile. Questi fattori, uniti all’assenza del gas russo, hanno portato a un aumento vertiginoso del prezzo delle bollette e del costo della vita e ad un crollo della produzione industriale.

Come confermato dai sondaggi delle ultime settimane, le elezioni hanno visto la vittoria della CDU/CSU di Merz, esponente della destra cristiano-democratica anti-Merkeliana, neoliberista (nel 2009 si ritirò dalla politica per i contrasti con Merkel, intraprendendo una carriera nel settore finanziario, entrando nei Cda delle principali aziende tedesche e diventando nel 2015 avvocato e Presidente della Commissione di Sorveglianza di BlackRock). Contrariamente a Merkel, Merz è fautore di una linea più dura sull’immigrazione e, soprattutto, in politica estera si dichiara russofobo, filoeuropeo e filoucraino, con sostegno incondizionato all’Ucraina. Emblematiche le sue prime parole da neo-cancelliere in pectore: «Bisogna rendere la Germania e l’UE indipendenti dagli Stati Uniti e sviluppare rapidamente capacità di difesa europee».

Il risultato ottenuto (28,5% e 208 seggi) gli impedisce ovviamente di governare da solo. Escludendo l’alleanza con l’ultradestra trumpiana e filosionista di AfD (vera protagonista del voto con il 20,8% e 152 seggi, pronta a porsi come «principale partito di opposizione contro il Sistema») la CDU/CSU dovrà formare una nuova Grosse Koalition con la SPD, principale sconfitta (16,41%, peggior risultato storico), forse allargata ai Verdi (11,61%, in calo del 3%).

Eccellente il risultato della Linke, sinistra radicale woke, che ha ottenuto l’8,4% grazie alla popolarità della candidata Heidi Reichinnek, star di TikTok (567.419 follower e 15,5 milioni di like), con una campagna contro il «ritorno al fascismo», l’effetto Trump e l’endorsement di Musk ad AfD.

Deludente, invece, il debutto del BSW di Sahra Wagenknecht, fermo al 4,97 % (mancato accesso al Bundestag). Le ragioni risiedono, a mio parere, in due errori:

  1. L’appiattimento sulle posizioni di AfD sull’immigrazione, senza un’analisi marxista del  fenomeno che va governato, tamponato contestando le cause economiche e imperialiste che lo determinano, premiando gli immigrati regolari che rispettano le leggi, limitando l’irregolarità e punendo chi delinque. Ciò ha reso BSW agli occhi degli elettori una brutta copia di AFD e di solito gli elettori tra la brutta copia e l’originale votano direttamente l’originale, in questo caso l’ultra destra trumpista, filo-sionista e liberista.
  • La scelta di governare con CDU e SPD in Turingia (ben il 15 %) e con la SPD in Brandeburgo (dove ottenne quasi il 14 %) dopo le elezioni locali, tradendo l’immagine di partito anti-sistema dopo che aveva chiesto e ottenuto voti allo zoccolo duro dell’elettorato della vecchia DDR proprio per mandare a casa la vecchia politica e la “Grande Coalizione”.

Il BSW ha gestito la campagna elettorale in maniera alquanto ambigua avendo fatto appelli all’elettorato di destra, presentandosi come unico partito capace di risolvere il tema dell’immigrazione in nome dei diritti sociali ma al tempo stesso definendosi un argine per fermare l’avanzata di AFD, accusata di essere un agente di Trump. Scegliendo inoltre di andare al governo a livello locale  con i partiti di sistema, il BSW ha fatto capire che sarebbe stato disposto ad appoggiare, in caso di necessità, una maggioranza anti-AFD. Ciò ha portato gli elettori più critici verso l’immigrazione e il sistema che alle amministrative avevano votato BSW, a votare per la AFD; al contempo quella parte di elettorato di “sinistra radicale”è tornati a votare per la Linke.

Analisi territoriale: Il voto riflette la spaccatura tra ex RFT (dove vince la CDU/CSU) ed ex DDR (dove a prevalere è l’AfD). La Germania Ovest, culturalmente colonizzata dagli USA, ha cancellato la vecchia identità romantico-prussiana, sostituendola con il consumismo e il senso di colpa storico. L’Est, invece, preserva un’identità etnocomunitaria legata al movimento völkisch, resistendo al processo di occidentalizzazione. Non a caso, l’Ovest vota partiti di sistema, mentre l’Est (più povero) preferisce forze «anti-sistema» per ragioni legate alla sicurezza e all’identità.

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