Nell’Agosto del 2023 la città di Lahaina nelle Hawaii è stata
rasa al suolo da un incendio. L’80% della città è stata bruciata. Già allora le
cause dell’incendio e i ritardi causarono una serie di sospetti e di dubbi. La
ricostruzione è sempre un business. Il riscaldamento globale e le nuove tecnologie
annesse fruttano affari, pertanto gli immensi incendi sono parte del ciclo di “rigenerazione
urbana” del capitalismo. Nel Gennaio 2024 Los Angeles brucia e continua a
bruciare. I decreti a salvaguardia dell’ambiente sono stati già sospesi, al
fine di accelerare la ricostruzione.
Volodymyr Zelens’kyj invierà 150 pompieri, così ha scritto
nel suo Account X, per spegnere gli incendi. Non pare che l’Ucraina abbia
minimamente sostenuto la popolazione civile di Gaza. La distruzione
genocidiaria a Gaza, anche, sarà
business della ricostruzione per gli israeliani. I progetti già ci sono. Il
reinsediamento degli israeliani non può che contemplare la riedificazione
totale di Gaza.
Il capitalismo è, dunque, evidente nella sua verità,
sopravvive alle sue crisi di sovrapproduzione e di crisi mediante le guerre e
per mezzo delle ricostruzioni. Si tratta di un ciclo artificiale che riproduce
i cicli naturali. Gli incendi americani che si susseguono sono il segnale non
della crisi ambientale, che forse provocano o contribuiscono a causare, ma
della falsa coscienza del capitalismo. La sensibilità ambientale proclamata in
modo ossessivo e compulsivo dovrebbe comportare l’efficienza nell’intervento
dei disastri, invece ancora una volta, la potenza che domina l’Occidente con le armi, gli USA, e vorrebbe continuare a reggere le fila del
mondo intero, non ha i mezzi per affrontare gli incendi e per prevenirli. In
prima battuta tralasciando le tesi complottiste, che andrebbero ascoltate e
discusse, si constata che la sicurezza è “cosa pubblica”, ma nel regno del
privato e della trasformazione di ogni esperienza e zolla di terra anche bruciata in affare, essa è ritenuta
secondaria o demandata ai privati.
Ancora una volta l’incuria della pubblica sicurezza; Volodymyr
Zelens’kyj è disponibile ad inviare 150 pompieri, ciò rende palese quanto la
preoccupazione per l’ambiente sia solo un ballo in maschera, poiché contano solo gli affari. La terra brucia per
il capitalismo che in Occidente come in Oriente ha come unico obiettivo la produzione
degli affari. Non esiste capitalismo buono, nel tempo attuale i giudizi di
valore sono stati scissi dai fatti, per cui il capitalismo come l’essere
parmenideo “semplicemente c’è”.
Gli incendi possono essere casuali, si tratta di una ipotesi
banale, ma che non si abbiano i mezzi per prevenirli e non ci sia un numero
sufficiente di pompieri che possano limitare i danni svela l’irrazionalità del
capitalismo nella sua fase “apicale e assoluta”.
L’irrazionalità del capitalismo ci minaccia e ci inquieta, tale inquietudine deve condurci a pensare-agire criticamente in difesa della vita e delle vite. I segni dell’Apocalisse sembrano essere tra di noi, ma nessun dio verrà a salvarci, sono i popoli che devono uscire dallo stato di subalternità cognitiva e politica e ricominciare a connettere fenomeni di distruzione che si ripetono e debbono ricercare le ragioni del ripetersi di tali anomalie. Se ciò non avverrà l’Apocalisse ci divorerà, perché il capitalismo non ha il senso del limite e non ha fini, è una macchina infernale che attende di essere pensata eticamente e politicamente.
Fonte foto: Il Fatto Quotidiano (da Google)