Trump accentuerà le politiche imperialiste dell’amministrazione Biden


Dopo il Donbass, la Siria e la Palestina, gli USA preparano nuove aggressioni imperialiste. L’amministrazione Trump non metterà fine alla guerra in Ucraina, guerra scatenata dagli anglosassoni contro la Federazione Russa, ma approfondirà le politiche guerrafondaie di Joe Biden. Negli USA, la distopia reale descritta da George Orwell, non ci sarà mai un presidente “isolazionista”.

Il complesso militare-industriale USA ed il regime sionista, calcolando i tempi di insediamento di Donald Trump, stanno portando la “guerra eterna” sulla strada del “non ritorno” ovvero l’Armageddon termonucleare. Il 16 dicembre scorso, Tel Aviv – riferisce l’agenzia di stampa Sputnik – ha attaccato Tartus, in Siria, probabilmente sperimentando la bomba nucleare tattica B61, cosa ampiamente prevista dagli apparati d’intelligence della Federazione Russa:

“Il 16 dicembre – scrive Dnaindia – le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno lanciato un potente attacco aereo su un deposito di armi a Tartus, in Siria, distruggendo una struttura missilistica Scud. Tuttavia, i resoconti suggeriscono che i danni potrebbero essere molto più estesi, con speculazioni sul fatto che nell’attacco potrebbe essere stata utilizzata una piccola arma nucleare. L’attacco ha causato una massiccia esplosione, innescando un terremoto di magnitudo 3.0 che è stato avvertito fino a Iznik, in Turchia, a 820 chilometri da Tartus. L’agenzia di stampa russa Sputnik ha riferito che Israele ha utilizzato un nuovo missile lanciato da una nave da guerra. Alcuni rapporti affermano anche che potrebbe essere stata coinvolta la bomba nucleare B61, sviluppata dagli Stati Uniti.

Il Radioactive Environmental Monitoring dell’Unione Europea ha rilevato livelli di radiazioni aumentati in Turchia e Cipro circa 20 ore dopo l’esplosione. Questa scoperta ha sollevato timori di un potenziale incidente nucleare” 1

Ha ragione Norman G. Finkelstein: “Israele è uno Stato pazzo”. Contrariamente a quanto scrive la comunità degli Alt Media trumpiana, gli scenari bellici ucraini e mediorientali rientrano nel medesimo “piano” imperialista: riportare al potere nelle “zone tempestose”  i nostalgici del Terzo Reich, quindi la Confraternita assassina dei Fratelli Musulmani in Siria, i sionisti-revisionisti nello Stato “per soli ebrei” ed i “nazionalisti integralisti” in Ucraina. Così facendo, la lobby sionista nell’Occidente collettivo ha ricucito i legami con gli architetti della Shoah trasformando il genocidio in un’opzione politica; Erdogan, Netanyahu ed il comico cocainomane Zelensky sono tre pupazzi nelle mani della CIA, un sistema di potere distopico che ha proiettato nel ventunesimo secolo l’unilateralismo della Lega Anti-Comunista Mondiale. In Siria, Israele (di fatto) ha attaccato militarmente la Federazione Russa; Putin avrebbe il diritto – secondo il Diritto militare – di rispondere al governo israeliano, gli ultimi rantoli del fascismo ebraico disconosciuto dalla Carta delle Nazioni Unite.

Il “progressista” Biden, davanti al genocidio del popolo palestinese, ha tenuto il medesimo comportamento di Benito Mussolini dinanzi all’Olocausto ebraico: un collaborazionista. Per l’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (Sipri), una fonte di prima mano relativamente al commercio delle armi, durante l’eccidio di Gaza gli USA hanno rifornito l’entità sionista con 22 miliardi di dollari in armi. In Siria, rovesciando il governo di Bashar al-Assad, USA e Turchia hanno dato inizio al genocidio degli alawiti, “rei” – nella logica dei tagliagole wahabiti – di essere laici e socialisti. A Washington, il nazismo è considerato una necessità politica.

Qual è il prossimo obiettivo della dottrina della “guerra eterna”?

La politica dei globalisti, uccidere per “fare soldi”, ha mondializzato la logica della ‘ndrangheta. Nel 1933, Smedley Butler scriveva (citato da Thierry Meyssan):

“Sono stato in servizio attivo per 33 anni e 4 mesi, periodo che ho trascorso soprattutto a svolgere il lavoro sporco per conto del mondo degli affari, di Wall Street e dei banchieri. In altre parole ero un taglieggiatore, un gangster al servizio del capitalismo. Nel 1914 ho contribuito a rendere sicuro il Messico, in particolare la città di Tampico, a beneficio delle compagnie petrolifere americane. Ho contribuito a rendere Haiti e Cuba luoghi adatti a fare profitti per gli uomini della National City Bank. Ho contribuito a oltraggiare una mezza dozzina di repubbliche dell’America Centrale a beneficio di Wall Street. Dal 1902 al 1912 ho contribuito a bonificare il Nicaragua a beneficio della banca americana Brown Brothers. Nel 1916 ho portato l’elettricità nella Repubblica Domenicana a vantaggio delle compagnie americane dello zucchero. Nel 1903 ho consegnato l’Honduras alle compagnie della frutta americane. Nel 1927 ho dato una mano affinché la compagnia Standard Oil potesse fare affari in pace” 2

Trump approfondirà le politiche imperialiste di Biden; il nuovo obiettivo del Pentagono è lo Yemen, “reo” di resistere all’imperialismo israeliano, magari nella prospettiva di provocare un “cambio di regime” a Teheran. L’impero statunitense d’Occidente è una sorta di “assassino seriale”, la macchina bellica per funzionare deve mettere a fuoco, di volta in volta, nuovi obiettivi militari. Il Movimento di Resistenza yemenita, Ansar Allah, ha fatto ciò che tutte le organizzazioni antimperialiste dovrebbero fare: contrapporsi al complesso militare-industriale israeliano, una macchina da guerra che uccide “non per errore, ma per orrore” (cit. Edoardo Galeano). La sinistra eurocentrica, corrotta dall’ideologia politicamente corretta, ha dismesso le istanze del mondo del lavoro per diventare un’appendice neocoloniale dei Fratelli Musulmani in Siria e del cocainomane Zelensky contro le popolazioni russofone del Donbass.

Il regime trumpiano sarà caratterizzato dallo scontro inter-oligarchico “Bannon Vs Musk”, un fascista-liberista (Bannon) ed un transumanista (Musk) contrapposti nella conquista della Casa Bianca, teleguidando le guerre dei prossimi anni. Nel cuore pulsante della “società della paura”, citando il rivoluzionario Ernesto “Che” Guevara, “il capitalismo è il genocida più rispettato del pianeta”.

https://nuovogiornalenazionale.com/index.php/italia/cronaca/21440-israele-arma-nucleare-su-tartus.html
https://www.voltairenet.org/article221666.html

Fonte foto: da Google

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.