Solidarietà con Yasmina Pani


Yasmina Pani, insegnante di lettere e linguista, è stata tacciata di essere una reazionaria dal PCL (Partito Comunista dei Lavoratori, un microgruppo trotzschista della galassia della sinistra cosiddetta “antagonista”) per le sue posizioni critiche nei confronti del femminismo nel suo complesso e in particolare sul patriarcato e sul femminicidio, temi sui quali le posizioni del PCL coincidono totalmente con quelle del sistema politico-mediatico dominante. Una macroscopica e clamorosa contraddizione per quelli del PCL e in generale per tutta la “sinistra”, sia essa liberale, radicale o pseudo antagonista che aderiscono pedissequamente e acriticamente alla narrazione femminista.

E’ giunta l’ora di rompere ogni tabù e di trovare il coraggio di aprire una riflessione critica e seria sul femminismo, elevato da tempo ad una sorta di Verità Assoluta Incontrovertibile se non di Scienza Esatta, e come tale incriticabile. Chi osa farlo viene ovviamente dipinto con i colori più cupi, insultato e bollato come reazionario, maschilista, misogino e fascista. Più o meno quello che è accaduto a Yasmina Pani e a tanti e tante altri/e di noi che hanno avuto lo stesso “ardire”.

Il femminismo non è, appunto, una scienza esatta ma una ideologia e quindi, come tale, suscettibile di critica. Le sue sostenitrici e i suoi sostenitori, con la loro prassi e il loro modo di porsi, l’hanno elevata ad una sorta di religione, sia pure secolarizzata. Un modo di concepire le cose che nulla ha a che vedere con un approccio dialettico e materialistico della realtà e che trasforma le sue sostenitrici e i suoi sostenitori in una sorta, rispettivamente, di sacerdotesse e di guardiani del tempio.

Esprimo a nome della redazione de L’Interferenza, la nostra piena e totale solidarietà a Yasmina Pani.

Fabrizio Marchi  

Fonte foto: da Google   

7 commenti per “Solidarietà con Yasmina Pani

  1. Roberto Schellino
    12 Dicembre 2024 at 19:16

    Sottoscrivo pienamente la vostra solidarietà a Yasmina Pani. Stiamo vivendo drammi ben più gravi nel mondo, tuttavia occorre anche su questo tema una battaglia culturale che sappia produrre nuove visioni della realtà oltre l’ideologia queer assunta acriticamente, che avviluppa le menti anche di molti gruppi dell’antagonismo sociale e politico, piccoli o grandi che siano

  2. Ros* lux
    13 Dicembre 2024 at 11:07

    Un partito sedicente comunista scomunica con un post su Istagram (Sic!) una influencer (?) sulle tematiche di genere …Il fatto in se scarsamente rilevante, però conferma che entrambi sono intenti a promuovere la lotta di genere in luogo della lotta di classe , cercando di raccattare popolarità.
    Dal mio punto di vista , non a caso,non ha senso la risposta della influencer… Non ha senso nella misura in cui non coglie che le idee (PCL) neofemministe classiste per la lotta di genere sono inconciliabili con la lotta di classe per il Socialismo di lavoratori e lavoratrici.

  3. ndr60
    13 Dicembre 2024 at 19:13

    Con tutta la simpatia e la solidarietà per Yasmina Pani, che cxxxo ci fa un’insegnante di lettere e linguista nella fogna di instagram a fare l’influencer? Se è vero che “il mezzo è il messaggio”, che utilità può mai avere discutere di questi argomenti in quella sede?

    • Giulio Bonali
      15 Dicembre 2024 at 8:06

      Ma siamo sicuri che “il mezzo é il messaggio”???

      Questa pretesa mi sembra una patente espressione del (falso) relativismo-nichilismo ideologicamente dominante di questi tempi cupissimi.

      • Ndr60
        15 Dicembre 2024 at 19:14

        Sarà anche così, ma parlare di simili argomenti sulla terza pagina del Manifesto è un conto, usare i social come Instagram o Tiktok un altro. E non mi si venga a dire che è un modo di avvicinare i gggiovani alla critica del wokismo, perché non ci credo.

        • Giulio Bonali
          16 Dicembre 2024 at 7:50

          Io vengo solo a dire (contro l’ ideologia dominante che per me include a pieno titolo le elucubrazioni di Mc Luhan) che per la verità e la giustizia si deve argomentare “dappertutto”, anche e forse soprattutto in partibus infidelium.

          A parte il fatto che considero da decenni Il manifesto (salvo eccezioni che confermano la regola, come sono stati Dinucci e un altro critico dell’ imperialismo morto qualche anno fa di cui purtroppo non ricordo il nome) un pessimo fogliaccio reazionario della pseudo”””sinistra””” politicamente corretta; e pur ignorando totalmente Tiktok e gli altri forum telematici (per gli anglomani “social”), non riesco a pensare che possano essere peggio.

          • ndr60
            16 Dicembre 2024 at 11:25

            Concordo sul fatto che il Manifesto sia ormai una vetrina della pseudo sinistra, ma è solo lì che si può innestare un dibattito di questo tipo (trattando gli anti-woke come reazionari, ovviamente). Sui cosiddetti giornaloni come Il Corriere o la Repubblica è improbabile che ciò venga proposto, tutto qui.

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