Siria: come l’”Occidente collettivo” ha distrutto uno Stato sovrano, indipendente, plurale e antimperialista


La caduta della Siria baathista contrassegna il prosieguo di un ciclo controrivoluzionario, eterodiretto da CIA/MI6/Mossad, equivalente al 1989 sovietico; nell’’89, nei Paesi dell’ex Urss il ceto medio emergente filo-occidentale venne inquadrato dagli USA in un grande movimento reazionario di massa contro il “socialismo reale” sovietico, teleguidando la transizione da uno stato sociale antimperialista a dei regimi neoliberali falliti. Una immane catastrofe geopolitica e “di classe” sulla pelle del mondo del lavoro.

La caduta di Damasco equivale ad un 1989 arabo: è terminato, per mano della Confraternita dei Fratelli Musulmani, il ciclo delle Rivoluzioni panarabe iniziato con Nasser e concluso dalla Resistenza del Presidente Bashar al-Assad alla globalizzazione della dottrina della “guerra eterna”. Gli imperialismi USA, israeliano e britannico hanno distrutto uno Stato sovrano ed indipendente.

Al di là delle richieste russe di modernizzare l’esercito (richieste indubbiamente corrette), la Siria baathista era dissanguata da oltre 10 anni di aggressione imperialista; la sovversione wahabita comandata da Turchia ed Arabia Saudita, appoggiata da USA, Gran Bretagna ed Israele. Il presidente Assad, le cui riforme democratiche nel 2012 vennero pubblicamente elogiate da Hugo Chavez, aprì ai sindacati non baathisti, ciononostante il Partito Baath precluse la legalizzazione dei Fratelli Musulmani, una setta di assassini ausiliari del Pentagono. Quali sono gli obiettivi dei nemici della Siria panaraba:

  • Gli USA stanno accelerando l’applicazione della dottrina della “guerra eterna”, balcanizzando quello che i neocons hanno denominato con linguaggio razzialista il “Medio Oriente allargato”.
  • La Francia, una sub-potenza imperialista, vorrebbe restaurare su Siria e Libano il proprio mandato coloniale, una proiezione geopolitica eurocentrica e anacronistica gettata dalle rivolte nazionaliste locali nella “spazzatura della storia”.
  • Israele e Turchia contrappongono due progetti imperiali: Israele sogna di costruire la “Grande Israele”, una sorta di riedizione postmoderna dell’“impero assiro”, la prima entità imperiale della storia a contemplare lo sterminio su basi etniche; Ankara ha proiettato anacronisticamente nel ventunesimo secolo l’autocrazia ottomana, un sistema di potere che concluse la propria disonorevole storia col genocidio armeno.

Quale strategia ha adottato la triplice alleanza contro la Siria baathista? Nel 2004, Abu Musab “Il Siriano” pubblicò online un libro, “La gestione della barbarie”, in cui mise a punto la dottrina del caos nella variante islamista. La “barbarie” si riferiva alla distruzione dell’idea di Stato nazionale, nata con la Rivoluzione francese, approfondita dalla Rivoluzione bolscevica, che definì la natura di classe di un Paese e portata da Michel Aflaq e Salah al-Din al-Bitar, fondatori del baathismo, nel mondo arabo-musulmano. Questi due pensatori, attenti studiosi di Marx e Mazzini, cercarono di coniugare marxismo, nazionalismo radicale e pluralismo islamico, sovrapponendo l’idea di Patria alle divisioni sociali storicamente estremizzate dal colonialismo. Il Baath preservò l’idea stessa di Civiltà, dinanzi ad una concezione della vita che divide il mondo in aristocrazie e schiavitù.

Secondo Musab l’esportazione del caos doveva seguire queste tre tappe: (1) demoralizzare ed esaurire lo Stato nazionale; (2) imporre con la violenza la sharia nelle zone occupate; (3) proclamare l’emirato islamico. Tale trattato, sistematizzato per conto della CIA, dà particolare importanza alle “operazioni psicologiche” sulla modalità “colpisci e terrorizza”; i wahabiti, nel giro di due settimane, hanno dissolto un Nazione resistente ma esausta. La controrivoluzione siriana corrisponde alla distruzione di uno Stato plurale e antimperialista, edificato dallo statista Hafez al-Assad.

Come ci ha spiegato l’analista strategico Thierry Meyssan, presidente della Rete Voltaire, Al Jazeera al tempo della “distruzione controllata” dell’Iraq è stata il megafono di una Confraternita di ausiliari della CIA:

“Nel 2006 gli inglesi chiedono all’emiro del Qatar, Hamad, di porre la sua rete TV panaraba Al Jazeera al servizio dei Fratelli musulmani. Il libico Mahmud Gibril – che ha insegnato alla famiglia reale a parlare il linguaggio democratico – è responsabile dell’introduzione graduale dei Fratelli nella rete e della creazione di canali in lingua estera (inglese e poi bosniaca e turca) e di un canale per i bambini. Il predicatore Yusuf al-Qaradawi diventa “consulente religioso” di Al Jazeera. Naturalmente, il canale trasmetterà e convaliderà le registrazioni audio e video di “Osama bin Laden”.” 1

Nel 2007, Washington ordinò ai Fratelli Musulmani di rovesciare la Libia popolare del Colonnello Muhammar Gheddafi e la Siria pluralista di Bashar al-Assad; il rovesciamento del Baath siriano avrebbe, nella geografia del Pentagono, spezzato l’Asse sciita della Resistenza. Una catastrofe pianificata dal complesso militare-industriale USA e chiamata dalla “sinistra invertebrata” (per dirla con lo storico Perry Anderson) col nome di “rivoluzione”.

Bashar al-Assad era un dittatore?

A dispetto di quanto dicono le sette islamiste sunnite, Bashar al-Assad non ha ereditato la presidenza. Lo statista siriano, nel 1992, viveva a Londra dove lavorava come oculista; avendo rifiutato d’aprire uno studio privato per ricchi, Bashar continuò a lavorare in ospedale. Nel 1998, alla morte del fratello, accettò di ritornare in Siria entrando in accademia militare; fu il padre, Hafez, ad affidargli diverse missioni diplomatiche. Alla morte di Hafez al-Assad, storico esponente della fazione “nazionalista” del Partito Baath, accettò d’assumere la presidenza della Repubblica su pressione del Fronte Nazionale, di cui faceva parte anche il Partito Comunista Siriano (PCS), decisione che comunque venne ratificata con un referendum.

Nel 2021, le elezioni siriane divennero una sorta di celebrazione del patriottismo contro le ingerenze straniere; la Siria era l’unico Paese “non allineato” capace di resistere ad una aggressione imperialista, simultanea, di più potenze. Accusare il governo baathista d’aver provocato una crisi economica interna, dopo 13 anni di “guerra ibrida” scatenata dall’Occidente collettivo con tanto di risorse petrolifere svendute dalle milizie wahabite filo-turche e da quelle curde agli USA, è un po’ come prendersela col governo antimperialista cubano per il “bloqueo”. Qual è stato il primo provvedimento emesso dai tagliagole nel fantomatico “governo di transizione”? Semplice, l’abolizione del sistema socioeconomico baathista basato sulla pianificazione economica.La “sinistra”, mettendosi a rimorchio dei centri islamisti sunniti e della lobby israeliana, è diventata un Cavallo di Troia dell’imperialismo USA.

Leggiamo il giornalista investigativo Finian Cunningham:

“Biden e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu hanno parlato con entusiasmo della nuova “opportunità” in Siria. Entrambi affermavano di aver avuto qualcosa a che fare con il trionfo delle bande terroristiche. Netanyahu si è preso il merito della sua guerra genocida a Gaza e in Libano per aver indebolito gli alleati della Siria, Hezbollah e l’Iran.

Biden è stato ancora più sfacciato nello spiegare come il terrorismo di stato americano abbia distrutto la Siria e aperto la strada alla presa del potere dei suoi alleati jihadisti. Ha detto: “Il nostro approccio ha cambiato gli equilibri di potere in Medio Oriente attraverso una combinazione di sostegno ai nostri partner, sanzioni, diplomazia e forza militare mirata”. 2

Come l’Arabia Saudita e la Turchia hanno foraggiato la sovversione islamista dei Fratelli Musulmani, così la Repubblica Islamica dell’Iran potrebbe addestrare la Resistenza alawita contro il regime fantoccio, in fase di formazione, imposto dal Califfo della CIA, Erdogan, col plauso dei sionisti-fascisti israeliani. Il baathismo e l’eredità militare di Qasem Soleimani e Hassan Nasrallah saranno i riferimenti teorici della Resistenza contro l’ennesimo “stato lacchè” dell’Occidente. Di sicuro il Partito Baath, alleato strategico dell’Asse della Resistenza, in quasi tre quarti di secolo, ha lasciato una impronta profonda nella società siriana: lo stragismo sunnita non sradicherà le memorie di classe.

La distruzione della Siria plurale, consumata dai tagliagole islamisti, è l’ennesimo crimine dell’imperialismo USA, per dirla con Ernesto “Che” Guevara “il genocida più rispettato del pianeta”.

https://www.voltairenet.org/article206799.html
https://www.lahaine.org/mundo.php/siria-tras-13-anos-de
epa09234392 Thousands of supporters celebrate at the Damascus Citadel in Damascus, Syria, on 28 May 2021, the reelection of President Bashar Al-Assad. Syrian singer George Wassouf performed at the party. Speaker of the People’s Assembly Hammoudeh Sabbagh announced the results of presidential elections during a press conference, saying that Assad has been re-elected in a landslide, capturing a fourth seven-year term and that Assad had garnered 13.540.860 votes, or 95.1%. Sabbagh said Assad’s two challengers, Abdullah Salloum Abdullah and Mahmoud Mar’ei, won 1.5% and 3.3% respectively. The turnout was put at 78.64%. EPA/YOUSSEF BADAWI

Fonte foto: ANSA (da Google)

2 commenti per “Siria: come l’”Occidente collettivo” ha distrutto uno Stato sovrano, indipendente, plurale e antimperialista

  1. santa Russia
    15 Dicembre 2024 at 13:15

    Ma quale Occidente??? Sono i soliti cinesi e iraniani che stanno col culo al caldo quando nel frattempo centinaia di migliaia sono andati a morire per difendete la patria !!!

    • Santa Russia
      15 Dicembre 2024 at 13:17

      centinaia Di migliaia di Russi morti contro l’imperialismo e iraniani e cinesi continuano a fregarsene! La colpa e’ loro più che dell’Occidente con cui Cina e Iran fanno affari come se nulla fosse!!!!

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