Cosa ci dice il rapporto Censis


Il rapporto Censis è appena uscito, andrà letto con attenzione ma dai primi articoli  e dagli estratti pubblicati si evince un quadro analitico della situazione italiana che dovrebbe essere  al centro di ogni lettura obiettiva della realtà italiana. Abbiamo già parlato di crisi dei ceti medi – in meno di 20 anni i redditi sono inferiori del 7 per cento – dell’ascensore sociale fermo, anzi quasi immobile da lustri, della proletarizzazione di ceti che fino a 6\7 anni fa avevano un tenore di vita ben diverso. 

La nostra impressione è che proprio la narrazione neo liberale sia destinata ad essere superata da una diffusa opinione che guarda invece criticamente all’Europa, all’atlantismo, alle guerre a alla crescita delle spese militari, del resto la maggioranza nel nostro paese si è espressa contro la partecipazione italiana ai conflitti e vede proprio nell’economia di guerra la causa della crisi sociale odierna.

Tra i giovani cresce la disillusione e la rabbia davanti a salari bassissimi e a contratti farlocchi, la fiducia nel lavoro e nella possibilità di migliorare la propria condizione di vita attraverso l’occupazione è ormai ai minimi termini.

Siamo un paese in crisi che galleggia,  crescono frustrazione,  impotenza, risentimento, sete di giustizia, brama di riscatto, smania di vendetta ai danni di un presunto colpevole, eppure le forze sociali e sindacali, non parliamo di quelle politiche ormai lontane anni luce dalla realtà, non sembrano avere alcuna presa sulle classi sociali meno abbienti condannandole ad essere risucchiate dai demagoghi di turno.

Solo negli ultimi dieci anni la ricchezza  netta pro-capite è diminuita del 5,5% e cristallizzare la realtà senza comprenderne l’evoluzione è assai rischioso così come chiudersi dentro cortine ideologiche rassicuranti. Il sol dell’avvenire è ormai una mera illusione se a preconizzarne l’avvento sono quanti non si sforzano di leggere la realtà per quella che è. Siamo una società multietnica, in dieci anni abbiamo un milione e mezzo di nuovi cittadini italiani anche se il nostro paese è il meno propenso, in termini legislativi, sul fronte immigrazione. E molti dei nuovi italiani sono impiegati nelle filiere dello sfruttamento con contratti da fame e lavori umilianti e assai poco remunerati, infatti nella logistica sono proprio i migranti la testa di ponte del conflitto tra capitale e lavoro.

Ma siamo anche il paese dove il tasso di istruzione presenta risultati desolanti con un analfabetismo di ritorno, crescono gli abbandoni scolastici e gli iscritti all’università, gli stessi italiani mostrano di non conoscere la loro stessa storia, non leggono, non vanno ai musei e basterebbe vedere l’ignoranza della classe politica per farsene una idea.

Se guardiamo il tasso di occupazione italiano siamo ultimi in Europa e  il numero di occupati e ore lavorate sta calando anno dopo anno. Ci fermiamo qui rinviando alla lettura, per chi abbia voglia e tempo, di un estratto dal rapporto Censis, utile per farsi una idea della realtà senza nascondersi dietro a luoghi comuni di facile presa sull’opinione pubblica

“Sindrome italiana”. Il 58° Rapporto Censis 2024 – Emi-News

Rapporto Annuale | CENSIS

Fonte foto: da Google

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