In morte della sovranità


Dopo aver esalato l’ultimo sospiro in Ucraina, le spoglie della sovranità nazionale e costituzionale sono oggi trascinate nella polvere, private della sua anima e mercificate. Mentre assistiamo attoniti alla sua agonia e morte, i suoi carnefici, infatti, gonfi di “servo encomio”, la lodano e la utilizzano ad “usum delphini” in omaggio ai loro padroni. Cosa rappresenta infatti la levata di scudi del Presidente della Repubblica contro Elon Musk in difesa della nostra sovranità contro le ingerenze, più o meno inopportune, di un privato e ricco cittadino statunitense? Se non un omaggio del servo agli antichi padroni spodestati dal voto popolare negli USA? No. Questo non è un atto di coraggiosa difesa della nostra sovranità che ha ben altre minacce da cui difendersi e da cui non è difesa proprio dai suoi più illustri esponenti, garanti del vincolo esterno che ci rende succubi di istituzioni sovranazionali antidemocratiche e guerrafondaie come la NATO e la UE, e da trattati che hanno abrogato la nostra sovranità politica e nazionale, e in materia di di sicurezza militare ed energetica.

E che dire degli esponenti del PD, vero “agente straniero”, al servizio dell’establishment euro-atlantico che riempe di vergogna la storia, pur con tutti i suoi limiti, del PCI di cui si dichiara erede? E che dire poi della sinistra psichiatrica che si strappa le vesti per la sconfitta di Kamala Harris e per la vittoria di Trump? Per non dire della sinistra pacifinta refrattaria al riconoscere le vere cause della guerra e delle ragioni della Russia, prigioniera della soviettofobia e russofobia non per difetto di comprendonio ma per pregiudizi ideologici?

La storia dell’Italia repubblicana è anche una storia del conflitto tra criminali poteri oscuri e suoi agenti contro i veri difensori disarmati della nostra dignità sovrana calpestata, che hanno provocato vittime illustri come Moro e Mattei e di centinaia di cittadini innocenti, vittime del terrorismo di ispirazione atlantista. Quella sovranità costituzionale onorata e difesa dalla antica ed oggi sconfitta classe operaia all’indomani della strage di Piazza Fontana durante i funerali delle sue vittime con il presidio di Piazza Duomo di oltre centomila lavoratori.

Quella Italia generosa e patriottica è stata sconfitta e ne è stata cancellata pure la memoria. La nostra sovranità è morta allora e agitarla oggi è come agitare la mummia di un cane mastino imbalsamato sapendo che non può mordere. Cosa c’è di sovrano nella scelta di sostenere la guerra suicida della NATO contro la Russia, scelta avversata dalla maggioranza dei cittadini, scelta contraria alla nostra Costituzione? Cosa c’è di sovrano nella scelta di sacrificare la nostra economia e i nostri bilanci pubblici per finanziare questa guerra immonda voluta e cercata dall’oltranzismo atlantico e neocons statunitense? Nulla. Solo vile e codardo servilismo verso i nostri padroni carnefici.

Non si salva quasi nessuno delle nostre classi dirigenti. Né il governo, né le finte opposizioni, in alcuni casi più servili dei governanti; né il sindacato, ormai ombra sbiadita di quello che fu il glorioso sindacalismo confederale fino agli anni ’70; né la stampa e il sistema mediatico, portavoce degli interessi più oscuri e peggiori del Potere; né i cosiddetti intellettuali di sinistra, una volta presidio di una visione critica della società e del potere ed oggi incapaci di guidare e di orientare una società smarrita, nonché prigionieri di una narrazione progressista e democratica del mondo ad egemonia neoliberale. Sorprende la loro riluttanza ed incapacità di liberarsi da questi schemi interpretativi attraverso i quali viene alimentata la guerra al Sud del mondo da parte dell’Occidente e la contrapposizione tra la nostra Civiltà superiore e la Barbarie dei popoli considerati inferiori e autocratici del resto del mondo. Eppure la Storia ha ripreso la sua marcia e corre sulle gambe e nei cuori di questi popoli in Asia, in Africa e nell’America Latina, popoli e civiltà che noi offendiamo con “codardo oltraggio”, residuo duro a morire del suprematismo del “fardello dell’uomo bianco”.

Di una cosa sono sicuro. Se l”umanità sopravviverà a se stessa e alle follie delle nostre élite evitando una catastrofe nucleare, il futuro non ci apparterrà. Non apparterrà a questo Occidente. Finirà finalmente la lunga era dei vampiri che hanno succhiato per cinquecento anni il sangue della terra e un nuovo mondo di Stati liberi e sovrani darà vita ad una nuova umanità, al nuovo mondo multipolare e polifonico che potrà fare suoi i versi del Poeta, a proposito dell’Occidente:”Ei fu” e “dato il mortal sospir”, il mondo all’annuncio di quella morte rimarrà non attonita, ma sollevata. Sarà, quello, l’alba di un nuovo giorno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.