Hassan Nasrallah è stato un soldato e leader politico-militare straordinario. Ispirandosi al “socialismo” di Garibaldi e di Fidel Castro, ha messo a punto una modalità d’intendere la guerriglia asimmetrica (e in questo caso anche rielaborando gli scritti militari di De Gaulle) in grado, per oltre vent’anni, di tenere in scacco l’imperialismo israeliano. Il suo assassinio non ritarderà, l’inevitabile ed auspicabile, transizione ad un mondo multipolare.
Il “cibercidio” consumato dal Mossad in
Libano, che ha provocato la morte di oltre 300 persone, ha delineato i legami
del deep state israeliano-fascista con le multinazionali denominate Big
Tech, ree di accelerare la transizione ad una nuova Architettura di
potere: “la società ungherese BAC Consulting
(che ha un solo dipendente!), intermediaria di Norta Global ungherese, di Norta
Global Israele, di Norta Global Bulgaria, nonché legami del proprietario di
quest’ultima, il norvegese Rinson Jose, latitante (la Nato è coinvolta?), con
la Gold Apollo di Taiwan” 1. La
guerra elettronica lanciata dall’imperialismo israeliano nel territorio
libanese, è stata d’apripista all’assassinio di Hassan Nasrallah, il “Che”
Guevara arabo, Segretario generale di Hezbollah. Sconfitta a Gaza,
Israele è riuscita a colpire la Resistenza libanese prediligendo questi tre
aspetti delle “guerre del ventunesimo secolo”:
- Sovrapporre
gli obiettivi d’intelligence a quelli politici.
- La
creazione di una “società chiusa”, basata sulla sorveglianza,
insensibile all’opinione pubblica mondiale.
- L’autoconvincimento
della natura “esistenziale” del conflitto. Israele è il Paese della “Grande
Bugia”, ciononostante l’opinione pubblica israelita (anche fuori dell’entità
sionista) è insensibile al giornalismo democratico (anche “liberale”, es. Haaretz)
e multipolare (es. Russia Today). Netanyahu parla ad un “popolo-classe”
(definizione dello storico antifascista Abram Leon) necrotizzato.
Quello di Israele è terrorismo politico, come l’ha
definito Lavrov in conformità al Diritto internazionale, contrariamente gli Hezbollah
hanno, dalla loro nascita, contrapposto all’imperialismo occidentale ed all’ISIS
(un “esercito segreto della CIA”) una eroica resistenza rivoluzionaria.
Hassan Nasrallah è sempre stato fedele al sogno di Ali Shariati, amico
personale di Jean Paul Sartre, la globalizzazione della Rivoluzione degli
Oppressi.
Israele sconfitta a Gaza, insanguina il Libano
Il 23 settembre, davanti all’Alta Corte d’Israele,
Netanyahu ha riconosciuto d’aver perso, a Gaza, la guerra contro Hamas,
incassando una cocente umiliazione sul terreno della “guerra convenzionale”
o “di terza generazione”. L’analista strategico russo, Alexander
Hoffman, in quanto esperto di questioni militari ha relazionato sulle ragioni
della storica sconfitta del regime sionista:
“Se astraiamo dalle versioni sulle motivazioni escatologiche delle
parti in conflitto e dalle varie ipotesi sullo scenario di come si sono
sviluppati gli eventi, l’operazione Al-Aqsa Flood ha messo in luce tre
vulnerabilità degli israeliani di natura militare:
* Un fallimento dell’intelligence strategica riguardo ai piani e
alle intenzioni di Hamas. Anche se, sulla base dei dati HUMINT [human
intelligence] ricevuti, c’erano stati avvertimenti da parte dei servizi segreti
egiziani. Gli israeliani considerano le loro capacità tecniche di intelligence
dominanti [al di sopra della loro intelligence umana]
* la discrepanza tra le capacità del sistema di difesa
missilistica avanzato e costoso Iron Dome e i requisiti per respingere le
minacce dirette e asimmetriche [impiegate da Hamas].
* l’errore di calcolo strategico nell’uso di una barriera di
sicurezza complessa, altamente tecnologica e costosa attorno al perimetro della
Striscia di Gaza. La costruzione della barriera ha comportato restrizioni
strategiche alla manovra offensiva dell’IDF e alla capacità di anticipazione
degli israeliani. Hamas ha così guadagnato l’iniziativa operativa – la mobilità
delle sue forze contro la dispersione statica degli israeliani. Prima
dell’operazione, facendo affidamento su una barriera impenetrabile, gli
israeliani avevano dislocato la maggior parte delle loro forze regolari al
controllo dei territori del settore settentrionale, vicini ai confini con il
Libano e la Siria, e alla Cisgiordania.” 2
Accecati dal razzismo anti-arabo, i vertici del Mossad e dell’IDF, fino all’ultimo, non hanno ritenuto la Resistenza
palestinese capace di bucare gli apparati d’intelligence dell’autoproclamato
Stato “per soli ebrei”. Una
onnipotenza astratta disintegrata dalla realtà militare e di classe. In Libano,
Tel Aviv ha spostato il conflitto sul piano dell’intelligence, assassinando uno
degli Architetti della sconfitta di Daesh, il leader antimperialista Hassan Nasrallah; il terrorismo wahabita, grazie allo stragismo subumano dei sionisti-revisionisti, ne esce rafforzato.
La risposta militare iraniana (01/10/2024), nel
campo della “guerra convenzionale”, sta confermando
l’incapacità del regime sionista di reggere, davanti l’Asse
sciita della Resistenza, un
conflitto territoriale. La forza del sionismo è una questione d’intelligence:
spionaggio, assassinii mirati, Big Tech e nuove tecnologie militari; Israele è uno “stato
del male”. L’assassinio di Nasrallah, teorico coltissimo
della guerriglia asimmetrica capace d’ispirarsi sia a Fidel Castro che al Gen.
De Gaulle, non rallenterà il tramonto del sionismo, ma potrebbe essere
utilizzata da Washington per fare pressione sulla borghesia iraniana del bazar,
un “covo di spie” all’interno
della società iraniana.
Il governo israeliano-fascista ha dimostrato di
poter colpire, con la tradizionale prassi terroristica, in qualsiasi parte del
mondo, bucando il terreno della cyber-sicurezza. Israele uccide senza pietà; la
Cina, al contrario, adopera le medesime tecnologie per dare supporto al mondo
del lavoro. I Paesi Brics, nella
transizione al multipolarismo, devono contrastare l’imperialismo fermando la
conquista dei cyber-spazi e recuperando la storia e la modernità dell’Unione
Sovietica: non a caso, già negli anni ’50, nel primo Stato multietnico ed
antimperialista della storia si parlava di cyber-comunismo. Questa è la strada che consegnerà alla Federazione Russa ed
alla Repubblica Popolare Cinese il Diritto alla Vittoria.
Fonte foto: da Google