Non poteva mancare al teatrino mediatico di questi giorni la vittimizzazione e la santificazione di Maria Rosaria Boccia da parte della “sinistra”, atteggiamento ancor più stucchevole, a mio parere, della maldestra difesa d’ufficio da parte della destra dell’indifendibile (ma per ben altre ragioni) ex ministro Sangiuliano.
Una vicenda da rotocalco rosa che in un paese appena semiserio sarebbe stata affossata sul nascere e che invece è stata pompata ad arte per le solite meschine ragioni politico-elettoralistiche. Ma destra e “sinistra” ormai da molto tempo sono questa robetta qui. Aggrapparsi poi al fatto che la Boccia sarebbe venuta o sarebbe potuta venire a conoscenza di chissà quali segreti di stato perché inserita senza averne le credenziali o l’ufficialità in ambiti che non le competevano è semplicemente ridicolo, data anche la statura dei personaggi.
La vicenda è incredibilmente più semplice, umana, fin troppo umana. Una storia di debolezze da parte di un uomo che se non avesse ricoperto una carica così importante non sarebbe stato guardato neanche di striscio da una donna siffatta (una debolezza che comunque un uomo che ricopre una carica istituzionale a quel livello non deve permettersi) e una donna che usa la sua avvenenza per aprirsi canali, relazioni e carriere. Dopo di che si può sempre negare l’evidenza ma tant’è. L’eterno ritorno dell’identico, e soprattutto dello scontato, verrebbe da dire… Altro non c’è. Solo la vicenda Clinton-Lewinsky ha superato questa ma lì eravamo in America e tutto si ingigantisce necessariamente. E poi quella era più pruriginosa, diciamoci la verità…
Alla fine della fiera Sangiuliano è di fatto un uomo finito (a mio parere è stato grottesco fargli fare il ministro della cultura ma questo è un altro discorso…), mentre la Boccia sta finalmente (per lei) per spiccare il volo. Fino a pochi giorni fa era una (neanche illustre) sconosciuta e oggi ha tutti i riflettori, in gran parte benevolmente, puntati su di lei. Non poteva sperare di meglio questa “consulente” in non ho ancora capito cosa. Una donna di destra (per quanto valore possa avere ormai in questa fase storica definirsi di destra o di sinistra) che dovrà la sua futura carriera alla ”sinistra”. L’intervista che le è stata fatta e che è andata in onda questa sera su La7 a “In onda” non era una vera intervista ma una sorta di tappeto rosso dove i due funzionari mediatici del PD e dintorni, Luca Telese e Marianna Aprile, secondi in servilismo forse solo ai funzionari de La Repubblica, l’hanno a dir poco omaggiata.Sprofondiamo sempre di più nello squallore mentre a pochi chilometri da noi si sprofonda nella guerra e nel massacro di stato (leggi ciò che accade in Palestina). Non ci meritiamo di più di questo teatrino.
Fonte foto: Open (da Google)