L’intervista che segue e`stata realizzata alle “Ghjurnate internaziunali” di Corti il 3 agosto a Petru Antone Tomasi, portavoce del movimento “Nazione”.
L`autonomia per la Corsica potrebbe essere un passo importante verso la sua emancipazione dal centralismo del sistema centralista e coloniale francese.Puo`davvero funzionare senza il riconoscimento del popolo corsoo e la coofficialita`della lingua corsa?
Nazione, come i movimenti che lo hanno preceduto, è un
partito indipendentista che lavora per la creazione di una repubblica corsa
indipendente. Cosi Nazione accetta con favore una serie di tappe per
raggiungere una piena sovranità. La questione è di sapere se gli statuti che si
possono negoziare potrebbero essere in senso evolutivo per ottenere
l’indipendenza o se, al contrario, potrebbero essere un ostacolo e un
rafforzamento della Corsica francese. Il problema, come è stato posto nelle
discussioni tra governo francese e gli eletti corsi, è che questa autonomia
e`concepita innanzi tutto come un processo bloccante attraverso delle
linee rosse fissate da Parigi.
In effetti il presidente Macron nel 2018 ha fissato
delle linee rosse fondamentali: no all’autonomia fiscale e no al riconoscimento
del popolo corso. C`è una vera volontà della Francia di tutelare la Corsica?
No, non sembra che ci sia questa volontà. Le
discussioni che sono state aperte da due anni, come sarebbe stato logico
pensare, non procedono nel senso democratico, non si tiene conto del fatto che
i corsi votano con delle maggioranze molto importanti da diversi anni per delle
domande legittime di riconoscimento nazionale. L’apertura di queste discussioni
fa seguito ad un avvenimento tragico che è la morte di Yvan Colonna in una
prigione francese e alle mobilitazioni importanti che si sono verificate
in seguito. Dunque, lo stato francese ha tentato di calmare la rivolta corsa
evocando una possibile autonomia, ma in effetti non vi è alcuna volontà di
avanzare in tutti i punti fondamentali. Cosi ìl governo di Macron e di Darmanin
ha fissato delle linee rosse di cui la principale è che non esiste un popolo
corso, non esistono diritti nazionali corsi.
Lo statuto del presidente approvato dall’assemblea di
Corsica nel 2014 é la risposta del governo nazionalista alla crisi degli
alloggi e alla piu`grave colonizzazione di popolamento. In cosa consiste
esattamente questo meccanismo coloniale?
Si, c`è un processo di spoliazione immobiliare. La
terra corsa è un elemento essenziale della nostra sovranità e identità del
nostro popolo e dunque stiamo in una situazione di alterazione del
legame tra il popolo corso e la sua terra attraverso una politica che
favorisce la speculazione immobiliare e la crescita dei prezzi e tutto
questo ha per conseguenza di impedire ai corsi e specialmente ai
giovani di poter accedere alla terra e agli alloggi e di poter concepire
un progetto di vita nel loro paese. In effetti è una politica che è favorita
dallo stato francese e i nazionalisti, soprattutto gli indipendentisti, si
sono battuti contro lo spossessamento della loro terra con delle azioni sul
territorio, con delle azioni pubbliche e, segnatamente, con l’azione del FLNC.
L’iniziativa recente di Nazione all’ONU per un corpo
elettorale corso puo èssere riconosciuto dallo stato francese?
Noi vediamo che lo stato francese oggi non ha la
volontà di accettare i termini dell’iniziativa che abbiamo avviato all’ONU che
riguarda il corpo elettorale ma che va oltre e che consiste nella domanda di
iscrivere la Corsica nella lista dei territori non autonomi dell’ONU da
decolonizzare. Questo vuol dire far riconoscere ufficialmente attraverso il
diritto internazionale i diritti del popolo corso alla auto-determinazione.
Bisogna ricordare che nel 2013 la Polinesia, che è inscritta nella lista
dei territori da decolonizzare, malgrado l’opposizione della Francia, ha
ottenuto la maggioranza dei voti della assemblea generale dell’ONU. Dunque, vi
è stato un riconoscimento del diritto alla autodeterminazione.
Nell’area indipendentista da molti anni ci sono
molte, anche troppe, divisioni. E’anche vero che dagli accordi di Migliacciaru
del 1999 la politica nazionalista è diventata più matura e cosciente
delle sue responsabilità. Come è possibile riportare i gruppi indipendentisti
all`unità?
Nazione e le organizzazioni indipendentiste sono
stati sempre favorevoli all’unità nazionale. C’è stata qualche anno fa una iniziativa
largamente unitaria che fu PER LA CORSICA che raggruppava autonomisti e
indipendentisti in un progetto nazionale e chiaro. Gli autonomisti, per
delle ragioni legate ad una volontà di egemonia elettorale, hanno
messo fine a questo accordo. Ciò che noi diciamo oggi é che mentre alcuni,
soprattutto dal lato autonomista, chiamano ad un aggiornamento, vale a
dire ad una nuova discussione tra nazionalisti, noi diciamo che ciò non si può fare
sulla sola base di un riaggiustamento istituzionale. Non si può fare
segnatamente sulla base della strategia che ha portato agli accordi de Beauvau,
ma si deve fare integrando l’iniziativa internazionale del popolo corso e
sviluppando dei contropoteri per affrontare la colonizzazone in atto. Solo con
queste condizioni si possono aprire delle discussioni realmente efficaci tra i
diversi partiti patriottici sia indipendentisti che autonomisti.