Chi gioca meglio a golf, Biden o Trump?


Al di là del palese rimbambimento di Joe Biden, definire bassissimo il livello del “dibattito” televisivo fra quest’ultimo e Donald Trump è un eufemismo. Siamo ampiamente al di sotto del peggiore fra i peggiori dei talk show a cui siamo normalmente abituati. Un paio di studenti del quarto o del quinto anno di un liceo darebbero vita ad un dibattito infinitamente più ricco ed elevato rispetto a quello che hanno inscenato i due.   

Pensare che questi due guitti da avanspettacolo siano chiamati a decidere delle sorti dell’umanità è qualcosa che dovrebbe preoccuparci tutti, e seriamente. Alla luce di ciò, un paio di considerazioni.

La prima. In realtà sappiamo perfettamente che negli USA (e non solo…) a tirare le fila sono i gruppi di potere, le grandi lobby del capitale finanziario, le grandi multinazionali, le potenti lobby sioniste, l’apparato militare e l’industria delle armi, il cosiddetto “deep state” (CIA ed FBI in particolare, il Dipartimento di Stato ecc.) che stanno alle spalle dei presidenti eletti, e quando questi non rispondono ai loro diktat rischiano anche di essere assassinati come è avvenuto a suo tempo a J. F. Kennedy.  Normalmente ci si dovrebbe preoccupare di ciò, e anche molto, ma il livello dei due mi porta incredibilmente a pensare che forse è addirittura meglio che ci sia qualcun altro a decidere al loro posto. Il problema è che quel qualcun altro che gli sta alle spalle è ancora più criminale e privo di scrupoli di chi va in scena. Insomma, da una padella a un’altra padella. Non se ne esce. Se l’uno vuol continuare la guerra in Ucraina l’altro vuole aprirla con la Cina, e tutti e due fanno a gara a chi è più amico di Israele.

La seconda. E’evidente che società americana versa in uno stato comatoso se il top che riesce ad esprimere per la corsa alla Casa Bianca sono due catenacci bolliti come Biden e Trump. E non mi riferisco alla loro età, naturalmente, perché nella storia abbiamo avuto fulgidi esempi di leader politici di grande lucidità, saggezza e vigore, anche e forse soprattutto in età avanzata.

Biden e Trump sono l’ultima protesi di una società ideologicamente radicalizzata – ultraconservatori da una parte e liberal dall’altra, ed entrambi gli schieramenti con fazioni estremiste, anche robuste, al proprio interno – che però non sono in grado di avere una visione politica realmente alternativa, di partorire un’idea diversa di società e di stato. Una certa concezione messianica, l’idea che l’America rappresenti la sola nazione indispensabile, dalla quale l’umanità stessa non può prescindere, accomuna democratici e repubblicani, conservatori e progressisti (concetti, questi ultimi, che hanno da tempo smarrito il loro significato originario in tutto il mondo occidentale…). E questa concezione radicata più o meno in (quasi) tutti gli americani rappresenta la sovrastruttura ideologica degli Stati Uniti, quella che sta alla radice della natura imperialista di quel paese. Pensare che questo o quel leader politico, questo o quel presidente, questo o quel gruppo dirigente possano cambiare rotta e disinnescare la vocazione imperialista degli USA è un’illusione. E questa è una delle peculiarità degli Stati Uniti d’America.       

Trump, nella sua pochezza, recita tutto sommato bene la sua parte. Non gli è richiesto più di tanto, Il suo popolo è con lui, e anche quelle che noi consideriamo come gaffe contribuiscono in realtà a rafforzare la sua immagine presso il suo elettorato.  Biden invece è semplicemente improponibile, al punto tale che arrivo addirittura a pensare che sia stato mandato allo sbaraglio per poi poterlo sostituire con un candidato più credibile. In tutto ciò, ovviamente, non siamo in grado di sapere cosa si sta muovendo all’interno del complesso “deep state” che va ben oltre i confini stessi degli Stati Uniti. Nel frattempo la guerra si allarga in Medioriente coinvolgendo il Libano, Hezbollah e quindi anche l’Iran, la mattanza etnica a Gaza (dove però Israele incontra una seria resistenza…) prosegue senza sosta e in Ucraina la NATO intensifica le provocazioni contro i russi (vedi bombardamento privo di ogni finalità di ordine militare a Sebastopoli).

Tutto ciò mentre Biden e Trump, litigano in diretta su chi sia più in forma psicofisicamente o chi sappia giocare meglio a golf. Confortante.

Fonte foto: da Google

2 commenti per “Chi gioca meglio a golf, Biden o Trump?

  1. Federico Lovo
    30 Giugno 2024 at 11:45

    possiamo escludere che sia proprio Trump a volere essere usato questa volta? Un dubbio che si rafforzerebbe se quel rimbambito non venisse sostituito nei prossimi giorni. Magari i circoli “buoni” (si fa per dire…) vogliono archiviare in qualche modo la faccenda ucraina (fallimentare) per cominciare a mettere sotto pressione Iran e Cina.

  2. Giulio larosa
    1 Luglio 2024 at 7:36

    Il sostituto di Biden è Newson hanno anticipato questo pubblico dibattito x fare fuori Biden e tutti i media di regime all unisono hanno strillato che si deve sostituire biden. Se non lo faranno vuol dire che hanno già scelto Trump

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