La storia e per cosa combattono i militanti del Battaglione.
Il primo leader di Azov fu Andriy Biletsky, chiamato il “capo bianco” che scrisse “…la missione storica della nostra nazione in questo momento critico è guidare le Razze Bianche del mondo in una crociata finale per la loro sopravvivenza. Una crociata contro gli Untermenschen ‘subumani’ guidati dai semiti….” ‘subumani guidati dai semiti…”
L’11 giugno il governo statunitense
ha annunciato, ipocritamente, in quanto sono 10 anni che vengono armati e
addestrati da istruttori USA, come documentato
nel mio libro del 2014 “ Ucraina
tra golpe, neonazisti…”, Zambon editore, la revoca del divieto
sull’uso di armi fabbricate negli Stati
Uniti da parte del “Battaglione Azov”,
affermando che questa forza armata, designata dalla Russia come “organizzazione
terroristica”, non ha precedenti di gravi violazioni dei diritti umani.
Ritengo sia utile sapere e
conoscere in modo documentato, storico, inoppugnabile, con fatti,
testimonianze, leggi decretate, crimini attestati e pubblici, inoppugnabili e
pubblici, cos’è e qual è la storia ed il ruolo di Azov e dei Battaglioni ATO
nell’Ucraina del dopo Maidan.
Dopo il
golpe di febbraio 2014, va analizzato quale ruolo “operativo” hanno assunto
queste forze negli avvenimenti di guerra e aggressione al popolo del Donbass.
Nell’Ucraina sudorientale, Donbass e aree limitrofe, la cosiddetta
“ Operazione Antiterrorismo” ATO
(così fu denominata la campagna di aggressione militare contro le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk), ha scatenato una guerra fratricida, ed è stata
in gran parte condotta e guidata dalla “Guardia
Nazionale”, battaglioni fanaticamente ideologizzati, e da unità
speciali composte dalle bande neonaziste di EuroMaidan
e da mercenari stranieri, spesso diretti da “contractors”, cioè professionisti della guerra sporca, al servizio
degli interessi occidentali nell’area.
Discorso
diverso va fatto se si parla dei soldati dell’esercito ucraino, spesso
costretti all’arruolamento forzato, e in gran parte estranei alle logiche di
una guerra fratricida.
Tutto ciò
è documentato dai documenti svelati da Wikileaks
e dai video girati con interviste ai soldati ucraini catturati dalle Milizie di autodifesa del Donbass, e
dalle migliaia di soldati che volontariamente si arrendevano e chiedevano di
non combattere più.
Un altro
dato molto significativo, sono le decine di migliaia, diventati negli anni,
centinaia di migliaia di certificati
sanitari per “problemi psichici” che i cittadini ucraini richiamati alle armi
per andare a combattere nel Donbass, presentavano alle autorità della Giunta di Kiev, per non dover andare in
una guerra non voluta da loro.
La Guardia Nazionale, per Decreto
della Giunta golpista, da marzo 2014 fu formata dall’integrazione in essa
delle varie formazioni armate neonaziste protagoniste della rivolta di EuroMaidan; cioè, da criminali e
assassini (ricordiamo l’infamia dei cecchini di Piazza Maidan, dove gli stessi manifestanti ignari, furono uccisi
da questi, per far precipitare la situazione, come documento), da fanatici o prezzolati a seconda
dei casi, essi sono diventati la legge e i “garanti” del Diritto nell’Ucraina “liberata” e amica
dell’occidente.
Il Battaglione Azov. Sicuramente la “punta di diamante” di tutta la galassia neonazista ucraina, sotto tutti i punti di vista.
La decisione di creare una
formazione armata volontaria Azov, fu presa il 4 maggio 2014 a Mariupol, in seguito il battaglione fu poi trasferito a Berdyansk. All’interno del
battaglione c’era anche una compagnia per il servizio di pattuglia della
polizia per scopi speciali.
Il battaglione era formato
principalmente da attivisti EuroMaidan,dall’Assemblea Social-Nazionale
dell’Ucraina (SNA) (un gruppo di organizzazioni di estrema destra e
neonaziste fondato nel 2008 con in comune l’ideologia social-nazionale,
concordanti sulla costruzione di uno stato sociale-nazionale in Ucraina), dal movimento di
estrema destra “Patriot of Ukraine” composto da attivisti provenienti da tutta
l’Ucraina, ultras della “Dynamo Kiev”, oltre a stranieri,
tutti radicali nazifascisti.
All’inizio i volontari erano circa
500, nel tempo è diventato il battaglione più potente e dotato militarmente.
I membri del battaglione sono anche
conosciuti come gli “uomini neri”.
Il retroterra di Azov, la sua dirigenza, il suo reclutamento e gli emblemi sono tutti profondamente allarmanti.
Qui sotto si può vedere una chiara connessione tra l’unità combattente all’interno di Azov chiamata Borodach e il Deaths’ Head, infatti i simboli derivano dalla divisione nazista Waffen SS Totenkopf:
La cosa più rilevante è che Azov non è solo un gruppo estremista di estrema destra, come ce ne sono in occidente, organizzazioni neonaziste marginali all’interno dei vari paesi, esso è stato integrato nella Guardia nazionale ucraina dello stato, dando così alla proliferazione del neonazismo nel paese l’imprimatur ufficiale delle istituzioni dell’Ucraina golpista.
Il battaglione è armato con armi
leggere, fucili d’assalto AKS-74, fucili da cecchino SVD e mitragliatrici PKM.
Dispone anche di artiglieria, auto blindate e propri campi di
addestramento.
Il principale si trovava a Mariupol, nel sud dell’Ucraina, città oggi denazificata.
Nel 2015 il comando dei mercenari
stranieri passò a Gaston Besson, un
mercenario francese che aveva combattuto in Cambogia,
Laos, Birmania, Suriname e Croazia.
Azov è
passato in breve tempo da movimento paramilitare a organizzazione con ruoli e
tentacoli in profondità della società ucraina, occupando una sua zona di potere
e autorevolezza fondamentali, poiché i suoi combattenti venivano proposti come
eroi che combattevano contro l’espansione russa e il comunismo.
Il Battaglione comprende varie organizzazioni: il reggimento Azov, il partito del Corpo Nazionale, la Confraternita dei veterani, hanno inoltre autorità e controllo su altre associazioni neonaziste, come i Wotanjugend, l’Intermarium Support Groupe altre minori, ma tutte parte del mosaico nero ucraino.
Ma la cosa più grave è che i combattenti Azov sono pienamente interni all’apparato statale e alle strutture del ministero dell’Interno. Riscuotono sostegno politico e militare, e vengono finanziati dallo stato nei loro programmi propagandistici radicali per i giovani. E anche i bambini sono martellati nelle idee del nazionalismo nello spirito di “un fucile dà origine al potere”.
Ecco perché la segretaria del Dipartimento Internazionale del Corpo Nazionale, Elena Semenyaka, il 29 ottobre 2018, scriveva con orgoglio su Facebook che “in soli quattro anni il movimento Azov si è trasformato in uno Stato nello Stato.”
National Corps. Andriy Biletsky
è il capo del National Corps, ha
basato le sue idee e i suoi proclami sui concetti russofobici del fondatore
dello stato polacco, Jozef Pilsudski,
l’odiatore seriale della Russia, che
riteneva necessario unire tutti i paesi dal Baltico
al Mar Nero in un’alleanza regionale contro il Cremlino.
Biletsky è un seguace di
Pilsudski, e su queste idee e sul
suprematismo bianco, lavora come programma politico.
Il Battaglione è sempre stato finanziato
dal bilancio del Ministero degli Affari Interni, da donazioni private e
dall’aiuto di oligarchi e uomini d’affari.
Ma in realtà, in Ucraina è risaputo che è finanziata e
diretta dall’oligarca israelo-ucraino Kolomoisky, già governatore di Dnepropetrovsk e ritenuto anche il
finanziatore delle milizie nazionalistiche di Pravyj Sektor, considerate
le responsabili della strage di Odessa.
Si tratta dello stesso Kolomoisky citato nei Pandora Papers come sponsor del
presidente Zelenskyj.
Anche Arsen Avakov, ministro degli interni dell’Ucraina dal 27 febbraio 2014 al 15 luglio 2021, ha usato Azov per il proprio interesse. Ha
sempre dichiarato di essere l’unico che poteva controllarlo. Avakov ha sempre difeso i militanti
quando venivano accusati di neonazismo o crimini contro civili. Anche Zelensky li ha sempre difesi e spesso li
ha premiati per il loro valore in battaglia. Azov è così potente che è visto da alcuni analisti ucraini come una
minaccia per lo stesso Stato ucraino.
Va ricordato che il governo
golpista dal 2014, ha dato appoggio esplicito a queste organizzazioni
estremiste sia inviando la Guardia
presidenziale ai funerali di loro esponenti, sia sostenendoli
economicamente.
Oggi il Battaglione Azov è ufficialmente parte dell’Esercito Ucraino con il nome di Reggimento di Operazioni Speciali
Azov e inquadrato nella Guardia
Nazionale. Il battaglione ha
rapporti con diverse organizzazioni di estrema destra in Europa e negli Stati Uniti.
Amnesty International, dopo un incontro avvenuto l’8 settembre 2014 tra il Segretario Generale Salil Shetty e il primo
ministro Arsenij Jacenjuk, aveva chiesto al Governo ucraino di porre
fine agli abusi e ai crimini di guerra commessi dai battaglioni di volontari
che operavano unitamente alle forze armate di Kiev. Il governo ucraino aprì un’inchiesta ufficiale al riguardo,
dichiarando poi che non risultavano indagati, ufficiali o soldati del Battaglione Azov.
Nel marzo 2015, il ministro
dell’Interno ucraino Arsen Avakov annunciò che Azov sarebbe stata una delle prime unità a essere addestrata dalle truppe dell’Esercito
statunitense, come parte della loro missione di addestramento denominata Operation Fearless Guard.
L’addestramento degli USA era stato “ufficialmente” interrotto
il 12 giugno 2015, quando la Camera dei
Rappresentanti aveva approvato un emendamento che vieta tutti gli aiuti
(comprese le armi e l’addestramento) al battaglione a causa del suo passato
neonazista.
L’emendamento fu poi revocato su
pressione della Cia e i militari di Azov
sono stati sempre addestrati negli Stati
Uniti. “…Alleniamo questi ragazzi ormai da otto anni. Sono davvero dei bravi
combattenti. Ecco dove il programma dell’Agenzia potrebbe avere un serio
impatto…”
Nel
2016 un rapporto dell’Osce ritenne il Battaglione Azov responsabile dell’uccisione in massa di
prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e dell’uso
sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica. Nel frattempo il vicecomandante del Battaglione, Vadim
Troyan veniva nominato capo
della polizia della regione di Kiev,
dal Ministro dell’Interno di allora A.
Avakov.
Questi sono gli “eroi” che hanno combattuto in questi
dieci anni nell’esercito ucraino contro la popolazione del Donbass e l’Ucraina
antifascista. E questi eroi del Battaglione
Azov, invece di tutelare i propri figli, usano fare di loro carne da
macello, arruolando bambini e bambine,
in violazione del Protocollo Opzionale
alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza,
concernente il coinvolgimento dei minori nei conflitti armati: uno strumento
giuridico ad hoc che stabilisce che nessun minore di 18 anni possa essere
reclutato forzatamente o utilizzato direttamente nelle ostilità, né dalle forze
armate di uno Stato né da gruppi armati.
Come si può vedere dalle immagini qui sotto tratte dal loro sito web, i loghi sono radicati nelle convenzioni simboliche delle SS, con una coreografia studiata e fortemente emozionale. Se si osserva bene si può notare come siano ispirate se non copiate dall’iconografia nazista. Ricordano in modo inequivocabile i raduni del Terzo Reich degli anni ‘30, come l’uso dei riflettori, gli striscioni con i loghi stilizzati delle Waffen-SS e le fiamme.
oggi…
ieri…
Qui
sotto foto tratte dal sito dei neonazisti
ucraini “Mariupol today”, dove è
documentato che il battaglione Azov
ha ucciso in questa azione 20 miliziani e ha catturato 11 “katsapskih”.
Un termine dispregiativo che i nazisti ucraini usano per chiamare i russi: “Katsapi”, così come chiamano gli antifascisti “wool”.
Il 26 settembre 2019
il noto gruppo di esperti statunitensi legati all’FBI del “Soufana Center” ha presentato un rapporto di 80 pagine sull’estremismo razzista
transnazionale, dove emerge il ruolo dell’Ucraina, infatti sulla copertina del
Rapporto vi è la foto dei militanti di Azov con le torce in marcia in onore
del 75° anniversario dell’UPA.
Il Soufana Center è un gruppo di
esperti che studia le questioni di sicurezza globale. La credibilità del Soufana è dimostrata dal fatto che nel
settembre 2012, il Segretario degli Interni degli Stati Uniti Janet
Napolitano lo aveva incluso nell’Advisory Board on Homeland Security.
Nel 2015 è entrato a far parte della sottocommissione
dell’organismo sull’estremismo violento.
L’Homeland Security
Advisory Board fa parte dell’ufficio del Presidente degli Stati Uniti.
Pertanto, il Soufana
può essere considerato un rappresentante del ramo esecutivo degli Stati Uniti, quindi questo Rapporto stilato dal Centro, può essere
considerato l’opinione dei circoli vicini al ramo esecutivo degli USA.
La
parte relativa all’Ucraina recita: “Il
pericolo del terrorismo, sta crescendo a causa del fatto che gli estremisti
bianchi impegnati nell’idea di superiorità razziale rafforzano le reti
transnazionali e persino imitano le tattiche, i metodi e le tecniche di gruppi
come al-Qaeda e lo Stato islamico (ISIS). Queste reti condividono approcci comuni al reclutamento, al finanziamento e
alla difesa. L’Ucraina sta diventando un hub per una rete di
estremismo razzista bianco transnazionale, attirando reclute straniere
da tutto il mondo. Segli jihadisti vanno
a combattere in luoghi come la Siria, i suprematisti bianchi hanno il loro
teatro di guerra dove imparano a combattere, l’Ucraina, dove il conflitto tra
separatisti filo-russi e forze governative ucraine infuria dal 2014, attirando
combattenti da tutto il mondo…Per combattere in
Ucraina, come nel caso della jihad, molti militanti, soprattutto dai paesi
occidentali, hanno approfittato del conflitto in Ucraina per espandere il
movimento estremista globale dei suprematisti bianchi. Coloro che hanno viaggiato
in Ucraina in cerca di avventura per motivi nazionalisti o per noia possono
alla fine diventare radicalizzati e interessati all’ideologia del razzismo
bianco, che ha le sue radici storico identitarie nel nazismo. Ciò dimostra che
l’estremismo suprematista bianco (BDT) ha radici transnazionali e connessioni
globali e sta crescendo nella frequenza e nella forza delle sue manifestazioni.
Il conflitto nel Donbass preoccupa il ‘Centro
Soufana’.”
Nella
parte principale del testo vengono tracciati i contatti degli estremisti
americani con quelli ucraini: “…In Ucraina, i gruppi razzisti estremisti
condividono un interesse comune per le arti marziali miste e i cosiddetti
combattimenti senza regole. Il Battaglione
Azov ha usato questo come metodo per espandere la sua rete, in connessione
con i neonazisti degli Stati Uniti che si sono recati in Ucraina per rafforzare
i legami con estremisti razzisti provenienti dall’Europa e da altre regioni…”
Quasi due pagine
del rapporto sono dedicate all’Ucraina e al battaglione Azov
(pp. 31-33).
“…Il nuovo epicentro dell’estremismo di
estrema destra sembra essere in Ucraina. Proprio come i jihadisti hanno usato i
conflitti in Afghanistan, Cecenia, Balcani, Iraq e Siria per scambiare tattiche,
metodi e tecniche e per rafforzare le reti transnazionali, anche gli estremisti
di estrema destra stanno usando l’Ucraina come campo di addestramento… In
Ucraina, il Battaglione Azov ha
reclutato stranieri, tra cui molti cittadini occidentali motivati
dall’ideologia del razzismo bianco e del neonazismo. Dopo essersi uniti ai suoi
ranghi hanno ricevuto un addestramento militare, l’indottrinamento ideologico e
una preparazione per le azioni di guerriglia… Alla fine di settembre, un
soldato dell’esercito americano di stanza a Fort Riley in Kansas è stato
arrestato dopo aver distribuito online un’istruzione per la fabbricazione di
bombe e aver pianificato un viaggio in Ucraina
per combattere nel battaglione Azov.
I membri dell’”Ufficio di propaganda occidentale” di Azov si recano
regolarmente in Europa per
promuovere l’organizzazione e incontrare militanti che la pensano allo stesso
modo. Inoltre, il gruppo ha invitato noti ideologi dell’estremismo razzista
bianco a visitare l’Ucraina… Nell’ottobre 2018, lo statunitense Greg Johnson, uno dei principali ideologi del
movimento nazionalista bianco, è andato in Ucraina e ha partecipato a una serie
di eventi organizzati dal Corpo
Nazionale. Nell’estate del 2018, volantini in tedesco sono stati
distribuiti tra il pubblico in un concerto rock in Turingia, invitandoli a far
parte del battaglione Azov: ‘unisciti ai
ranghi dei migliori per salvare l’Europa dall’estinzione’. Tali tentativi
di infiltrarsi nella società tedesca giocando sulle corde del razzismo e dell’odio
si verificano costantemente… L’Ucraina
sta diventando un rifugio per i gruppi estremisti suprematisti bianchi che si
riuniscono, si addestrano e si radicalizzano lì. E proprio come i membri dei
gruppi jihadisti, l’obiettivo di molti di questi membri è quello di tornare in
patria (o in paesi terzi) per seminare il caos e usare atti di violenza come
mezzo per attirare nuovi membri alla loro causa… I gruppi razzisti
estremisti in Ucraina, si sono
intensificati a seguito delle proteste di EuroMaidan nel 2014 e dei successivi
conflitti armati in Crimea e Donbass. I gruppi più ampiamente pubblicizzati
sono associati al battaglione Azov. Le simpatie di questo gruppo paramilitare
per l’estremismo razzista internazionale sono ben documentate. Ma i veterani del
movimento hanno creato diverse organizzazioni di strada più informali.
Attualmente, la forza paramilitare è ufficialmente incorporata nelle forze
armate ucraine, almeno in teoria. Queste organizzazioni di strada, come il Corpo Nazionale o la Guardia Nazionale, sono attive in
brutali attacchi ai campi etnici Rom e ai pogrom, che giustificano con retorica
ultra-nazionalista e l’obiettivo di “ripulire le strade”. Altri movimenti non
affiliati ad Azov, come il gruppo neonazista Combat 18, hanno ricevuto il permesso ufficiale da funzionari
governativi di ‘pattuglie di strada’… Il Battaglione Azov ha strette relazioni
con i membri della Divisione Atomwaffen,
così come con i combattenti R.A.M
operanti nel sud della California,
che l’FBI considera ufficialmente un
‘gruppo razzista estremista’… Ad
oggi, è stato accertato che cittadini provenienti da Germania, Gran Bretagna, Brasile, Svezia, Stati Uniti e Australia sono
in Ucraina col battaglione Azov…”
Il
limite di questo, seppur importante, rapporto sta nel fatto che, poiché l’Ucraina, secondo gli autori, svolge un
ruolo così eccezionale in questo fenomeno, sarebbe logico aspettarsi alcune
raccomandazioni a esso correlate. Ma non ce ne sono. E questo non è affatto
casuale.
Non è un caso che
il Centro
Soufana scriva dei pogrom contro
i rom commessi dai radicali ucraini,
ma non scriva delle atrocità contro i residenti del Donbass e delle intimidazioni degli oppositori ideologici,
perpetrati tra il 2014 e il 2022. Non viene sottolineato il ruolo dello stato
dell’Ucraina, la cui connivenza con Azov è documentata”, non viene mai
direttamente biasimato, tranne per la menzione che i funzionari di Kiev hanno dato a Combat 18, formazione
neonazista, il permesso di fare “pattuglie di strada”.
Curiosamente,
gli stessi analisti mentre tacevano sulla situazione ucraina, denunciavano a
gran voce un crescente nazionalismo in Ungheria,
Serbia e paesi dell’est Europa, come altamente pericoloso.
I
think-tanker occidentali hanno adottato in toto la storica strategia politica
di riferimento del Dipartimento USA,
fondata su “il nemico del mio nemico è
mio amico”.
Perché
per essi, il nazionalismo ucraino in quanto tale, non viene rifiutato, ma solo
nelle sue forme più estreme, che “Azov”
rappresenta. Quella incentrata sul razzismo bianco come pericolo per gli USA sul proprio territorio. Nella forma
tradizionale di un culto storico lontano, Bandera
e il suo radicalismo, non provocano una reazione tangibilmente negativa. Dopo
tutto, esso ribolle nel suo stesso
brodo, ma combatte contro l’odiata Russia
e i russi.
A costoro, inevitabilmente, sono destinate le armi letali fornite da NATO, USA, dall’UE, compresa l’Italia, con l’appoggio dei partiti politici cosiddetti “antifascisti”.
Enrico Vigna,12 giugno 2024