Servi consapevoli


E’ diventato giustamente virale in questi giorni – dopo la vile aggressione subìta da Chef Rubio da parte di una squadraccia di picchiatori sionisti – il video in cui Riccardo Pacifici, già presidente e tuttora uno dei boss della Comunità Ebraica Romana, accusa il Prof. Orsini, il Prof. D’Orsi e alcuni esponenti del M5S di essere dei delinquenti, di fomentare l’antisemitismo e soprattutto minaccia di “andarli a prendere”. Di seguito il video: https://x.com/i/status/1790976917568364753

Quella che ad occhi superficiali poteva sembra una mera “comiziata”, seppur minacciosa – avvenuta in seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso – dopo il pestaggio di Chef Rubio assume oggettivamente una valenza estremamente grave.

Mi chiedo soltanto cosa sarebbe accaduto, a parti invertite, se il Prof. Orsini – peraltro un uomo estremamente mite ma molto schietto nell’esporre pacatamente le sue idee – o il Prof. D’Orsi o chiunque altro avessero pronunciato le stesse parole durante un comizio nei confronti del Rabbino Capo della Comunità Ebraica Romana o dello stesso Pacifici. Non oso neanche pensarlo.

Ciò conferma la totale impunità di cui godono i sionisti in questo paese e in tutto il mondo occidentale. E’ bene ricordare che i terroristi di stato del Mossad (il famigerato servizio segreto israeliano) hanno scorrazzato in lungo e in largo a loro piacimento sul territorio nazionale (e su quello di altri paesi europei) assassinando funzionari diplomatici, esponenti dell’OLP e semplici intellettuali palestinesi, colpevoli solo di sostenere la causa del loro popolo. E’ ovvio che per questa gente il pestaggio di Chef Rubio è una cosa di poco conto, seppur gravissima, finalizzata ad intimorire tutti coloro che sostengono la sacrosanta lotta di liberazione del popolo palestinese.

In questo quadro registriamo – ma non ci sorprende – il vergognoso silenzio stampa dei media che hanno pressoché quasi oscurato la notizia del pestaggio di Rubio.  Anche in questo caso, proviamo a pensare cosa sarebbe accaduto se un esponente della Comunità Ebraica fosse stato pestato nello stesso modo. I media avrebbero fatto scoppiare il finimondo gridando all’antisemitismo, il governo israeliano e la Comunità Ebraica avrebbero chiesto e ottenuto dal governo italiano leggi speciali oltre che una stretta repressiva, sarebbe iniziata la caccia alle streghe e i responsabili materiali dell’agguato sarebbero stati immediatamente arrestati.

Tutto ciò mentre prosegue senza sosta il massacro indiscriminato della popolazione civile di Gaza con il silenzio-assenso dell’UE e dei governi europei e in molti casi con il loro esplicito sostegno.

E’ evidente che l’Italia è un paese privo di ogni autonomia politica e sovranità, prono ai diktat e agli interessi di Washington e Tel Aviv. Mai come ora si era arrivati ad un tale livello di servilismo. Un crescendo iniziato dalla fine della cosiddetta Prima Repubblica in poi, che oggi ha toccato il suo apice. Paradossalmente – ma a questo punto neanche tanto – l’Italia, sia pur membro della NATO, durante l’epoca della guerra fredda e del mondo diviso in blocchi, era riuscita a ricavarsi un margine di manovra e di autonomia politica che poi ha completamente smarrito. Certamente, con tante contraddizioni e risposte violente (l’omicidio di Mattei e di Moro fra questi, la strategia della tensione, lo stragismo dei servizi segreti cosiddetti “deviati” col supporto della manovalanza neofascista, i tentativi di golpe, le strutture paramilitari e clandestine come Gladio e via discorrendo) che anche tale politica suo malgrado provocava. E tuttavia i tre grandi partiti di massa della Prima Repubblica, DC, PSI e PCI (anche se quest’ultimo all’opposizione), erano riusciti a trovare una linea comune in politica estera che si fondava su una sostanziale apertura nei confronti del mondo arabo e mediterraneo e in fondo anche di un parziale sostegno alla causa palestinese. L’equilibrio, l’attenzione e anche la cooperazione con il mondo arabo e mediterraneo costituivano i tratti tradizionali distintivi della politica e della diplomazia italiana, nonostante, ripeto, ancora, l’Italia facesse parte a pieno titolo della NATO.        

Tutto ciò è andato perduto. L’Italia è ridotta a qualcosa a metà fra un satellite, una colonia e una discarica di immondizia culturale e ideologica d’oltreoceano, e l’attuale governo (in modo non dissimile da altri che lo hanno preceduto) è uno scendiletto degli USA e di Israele. Questo siamo ed è bene dirlo in modo forte e chiaro.

Fonte foto: Governo.it (da Google)

5 commenti per “Servi consapevoli

  1. armando
    17 Maggio 2024 at 21:10

    ci tocca rimpiangere Craxi e Andreotti, che una qualche autonomia e spazio di manovra l’avevano conquistato, pur dentro la Nato. Brutto segno. Vuol dire che siamo proprio servi, chiunque governi.

  2. Vannini Andrea
    17 Maggio 2024 at 22:35

    La sola nostalgia possibile é per il futuro. Per quello che non c’ é stato, per quello che ci sarà. l’ Italia è una colonia usa dal 1945 “grazie” alle guerre fasciste. Il cappio si é stretto sempre più. Questa è la questione delle questioni. Un popolo colonizzato, se non accetta più la sua condizione servile, cosa fa’? É la domanda delle domande. Bellissimo articolo di fabrizio marchi ma, per favore non confondiamo mattei e moro, né da vivi né da morti. Diverse le persone. Diversi gli obiettivi che avevano.

    • Fabrizio Marchi
      17 Maggio 2024 at 23:50

      Non c’è nessuna nostalgia da parte mia, è solo una amara constatazione. Pensate come siamo ridotti…

  3. gino
    18 Maggio 2024 at 10:02

    faccio riferimento al commento di vannini andrea.

    – “l’ Italia è una colonia usa dal 1945″… sí peró c´é una gradazione nell´essere colonia e in questo l´italia ha oggi raggiunto vertici di schifo mai toccati prima, manco lontanamente

    – “Un popolo colonizzato, se non accetta più la sua condizione servile, cosa fa’?”… semplice, quello che ad esempio stanno facendo in nuova caledonia.

    iniziai a parlare di metodo “passamontagna” (riprendendo un commento di bonali su t.negri) settimane fa. intendo qualunque uso della forza, al di lá quindi della legalitá e del libero dibattito (che mi pare ormai inutile). é un metodo a volte INDISPENSABILE ed EFFICACE e del resto lo usano tutti (tranne italiani e sinistra brasiliana, che sfiga che ho!).
    sono da anni convinto che se l´italia ha raggiunto tali vertici di schifo é perché non ci sono piú i passamontagna. é un fenomeno peculiare italiano visto che ogni tanto negli altri paesi europei vediamo delle rivolte violente, partecipate e anche durature.
    perché proprio l´italia?
    secondo me il fenomeno é collegato al fatto che proprio l´italia 50 anni fa ebbe il movimento di passamontagna piú partecipato, profondo e duraturo d´europa.
    ma (e qui sta la tragedia) fu un movimento legato al FINE della rivoluzione comunista… una volta capita la non fattibilitá di questa, o la sua inefficacia dove fu fattibile, fu gettato via non solo il fine ma anche il METODO.
    é come se si fosse ragionato in questi termini: “compagni! la rivoluzione fu un falso mito, quindi non vale piú la pena di lottare per nulla, mettiamoci a pecora e prendiamoci nel deretano di tutto di piú”.
    a volte ci si pone obiettivi chiaramente irraggiungibili proprio come scusa per l´inazione… o addirittura per azioni a favore del nemico, ad esempio leggo “compagni” che alla fine preferiscono l´impero perché “la russia non é mica socialista, é conservatrice, putin dittatore misogino e omofobo”.

    il popolo in rivolta violenta in nuova caledonia (é solo un esempio degli ultimi giorni), mica vuole il comunismo, mica vuole abbattere il capitalismo, vuole CACCIARE I FRANCESI, un fine a loro sicuramente conveniente e per perseguirlo usano tutti i metodi.

  4. Enza
    18 Maggio 2024 at 10:33

    A che punto siamo ridotti…
    Le cause del peggioramento sono molteplici e affondano in fenomeni lontani e vicini. Troppo vasta sarebbe una disamina.
    Certamente, lo constato in generale, vi è una caduta verticale di tensione morale. Il che comporta l’assenza di qualsiasi briciolo di dignità, dal più piccolo al più grande.

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