Ho sempre nutrito una grande
stima nei confronti del Prof. Luciano Canfora, studioso e intellettuale di
altissima levatura e di cui ho molto spesso condiviso le sue lucide analisi
politiche.
Questa volta però penso che abbia
commesso un errore, sia di natura politica che teoretica perché pensare che Giorgia
Meloni sia una neonazista è sbagliato, per la semplice ragione che non lo è.
Meloni, infatti, per come la vedo io, è una reazionaria di destra,
neoliberista, filo atlantica, filo israeliana, asservita agli USA, alla NATO e
all’UE ma non è una nazista. Se poi nel profondo dell’animo – come ha detto Canfora
– coltivi sogni nazisti nessuno mai, ad eccezione del Padreterno, potrà mai
saperlo, ma questo è un quesito capzioso e senza alcun fondamento che non ha
alcun senso porre e porsi perché noi possiamo giudicare solo i fatti che concretamente
si determinano. E i fatti ci dicono che Meloni è tutta quella roba (non bella,
per usare un eufemismo…) di cui sopra, ma non è una nazista. Certamente, appoggia
il governo naziliberista ucraino e quello nazisionista israeliano, ma questi
vengono sostenuti da tutto il mondo occidentale, di destra e di “sinistra”,
quindi non può essere questo il metro di riferimento.
Questa esternazione di Canfora finisce di fatto per essere funzionale alla solita “sinistra” (che lui stesso ha giustamente sottoposto a critica più volte…) e al PD che agitano il loro antifascismo salottiero e ipocrita per ragioni strumentali e meramente elettoralistiche. Insomma, il solito scontato paradigma della “sinistra” buona che bisogna votare turandosi il naso perché dall’altra parte c’è il male assoluto, cioè il fascismo alle porte. Una bandiera da sventolare per coprire il nulla, ma soprattutto l’organicità ideologica e politica di questa attuale “sinistra” (come della destra, ovviamente..) al sistema dominante. Dispiace che un uomo e un intellettuale del calibro di Canfora abbia commesso un tale scivolone. E dispiace ancor di più che sia andato a Bari a perorare la causa delle amministrazioni “pidine” di De Caro ed Emiliano, nobilitandole con la sua presenza. E questo non è uno scivolone ma una scelta politica. Sia chiaro, non entro nel merito delle questioni giudiziarie di cui non so nulla, ma anche ammettendo che l’intera vicenda sia una bolla di sapone, il PD resta un partito politicamente indifendibile.
Nello stesso tempo, con questa
improvvida esternazione, ha servito un vero e proprio assist alla Meloni che
non ci ha pensato due volte a sfruttare un simile autogol, querelandolo.
Naturalmente dal punto di vista giudiziario il tutto finirà a tarallucci e
vino, ma la questione è ovviamente di natura politica, non giudiziaria.
Resta intatta, per quanto mi riguarda, la stima nei confronti dell’intellettuale, dello studioso e dell’uomo, ma se queste sono le sue scelte politiche, non ci siamo…
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