Ilaria Salis. Le reali questioni politiche dietro la rappresentazione mediatica


Ieri sera nel salotto di Floris il padre di Ilaria Salis ha pronunciato le seguenti parole: “Mia figlia è in carcere perché è una donna, perché è antifascista e perché non è ungherese”.

Ora, un padre direbbe e farebbe di tutto pur di tirar fuori la propria figlia dalla galera, e questo ci sta tutto ed è ciò che lo nobilita. Dopo di che se crede o meno in ciò che dice o sia solo una escamotage per aiutare la figlia non lo sappiamo perché non siamo nella sua testa e, tutto sommato, è anche irrilevante saperlo.

Chiarito questo, lo spropositato can can mediatico che questa vicenda in sé e per sé insignificante sotto il profilo giudiziario ha scatenato è dovuto in larga parte proprio al fatto che si tratta di una donna. Se infatti, si fosse trattato di un uomo, sarebbe stato considerato come un pericoloso e violento estremista in primis da quell’Unione Europea che finge di indignarsi per le condizioni di detenzione della stessa Salis e della loro spettacolarizzazione (le catene ai piedi e alle mani, portata al guinzaglio da una guardia come un cane). La stessa “sinistra” che soprattutto in vista delle prossime elezioni europee ha fatto del caso Salis uno dei suoi ennesimi ipocriti cavalli di battaglia, non avrebbe speso neanche un millesimo di quell’enfasi che sta profondendo nella sua difesa se la Salis fosse stata “un Salis”. E questo è il primo aspetto di grande ipocrisia di tutta la vicenda.

Poi ci sono i risvolti politici, quelli che contano veramente e che hanno fatto sì che questa vicenda si ingigantisse oltre misura rispetto alla sua reale entità (che in sé, come ripeto, è quasi nulla). Quali sono questi risvolti politici?

L’Unione Europea ha interesse a tenere l’Ungheria aggrappata al suo carro – e per la proprietà transitiva a quello americano – e per questo è disposta a sborsare una montagna di quattrini ogni anno per il governo ungherese e a chiudere gli occhi sugli aspetti liberticidi della legislazione di quel paese in materia di diritti. Del resto, l’UE chiude gli occhi di fronte a contesti ben peggiori sia in casa propria – penso alla Polonia (che è molto peggio dell’Ungheria di Orban ma è allineata e coperta e soprattutto visceralmente antirussa) – sia fuori del proprio orticello; penso in questo caso ad Israele e al genocidio che sta perpetrando a Gaza con la complicità di tutti i governi europei.  Figuriamoci quindi se il problema può essere il governo ungherese che non è certamente meno reazionario di quello polacco o italiano. Se l’UE, ipotesi per assurdo, fosse coerente con quanto proclama di essere, cioè paladina dei diritti e della democrazia,  non avrebbe dovuto permettere all’Ungheria così come alla Polonia (che infatti prima dello scoppio ufficiale della guerra in Ucraina era osteggiata per le sue politiche xenofobe e omofobe) di entrare a far parte dell’Unione.

Dal canto suo Orban rivendica la sua indipendenza e sovranità e invita l’UE a non intromettersi nei suoi affari interni, però i quattrini a palate dell’UE li prende eccome, e in cambio non si prende neanche un immigrato, anzi, fa circondare il paese da fili spinati, torrette con mitragliatrici e guardie con pastori tedeschi. E naturalmente, nello stesso tempo, strizza l’occhio a Mosca. Mutatis mutandis, potremmo dire che ci sono degli aspetti comuni fra Orban ed Erdogan, con la differenza che il primo non ha neanche un centesimo della potenza economica e militare del secondo e quindi ha un peso specifico (e di ricatto) molto minore ma comunque sufficiente per tenere in scacco l’UE che non può permettersi defezioni, specialmente mentre è in corso la guerra in Ucraina e l’imperativo categorico è tenere insieme tutto il carrozzone in funzione antirussa.

E’, dunque, evidente, qual è la partita che si sta giocando. La sorte ha voluto che questa ragazza – che di politica a mio parere capisce molto poco, altrimenti invece di andare in Ungheria a cercare di impedire un raduno nazista (cosa in sé e per sé giusta perché nessun paese sedicente democratico dovrebbe permettere un simile scempio, ma sicuramente all’ultimo posto dell’agenda politica nell’attuale fase storica) sarebbe andata a manifestare la sua rabbia a Washington, Londra, Bruxelles Tel Aviv e Parigi – si sia trovata in mezzo ad un gioco politico infinitamente più grande di lei e sia diventata una sorta di oggetto di trattativa politica fra il governo ungherese, quello italiano e la stessa Unione Europea.

Questo “gioco” viene ovviamente occultato e camuffato dai media e trasformato nel solito teatrino mediatico da talk show per cui da una parte c’è la “sinistra” che invoca ai diritti e ad un antifascismo stucchevole e di maniera contro il governo “fascista” ungherese, e dall’altra la destra che sostiene il diritto di Orban a fare quel che gli pare in casa sua. Facce della stessa medaglia, della stessa ipocrisia e soprattutto dello stesso sistema capitalista (e imperialista) che si declina in forme politiche diverse e in tal modo produce inevitabilmente anche delle contraddizioni. La vicenda Salis è in realtà la vicenda “UE-Ungheria” e tale dovrebbe essere chiamata. Reazionario è il governo ungherese e altrettanto reazionari, sia pure in forme diverse, sono i governi europei.

In tutto ciò – dispiace dirlo perché comunque non è bello vedere una persona in galera e in catene da ormai un anno e mezzo senza essere ancora processata (l’accusa mi pare tuttora fumosa e non è ancora stata definita nei particolari) – Ilaria Salis risulta di fatto (al di là delle sue intenzioni e delle sue convinzioni ideologiche che non conosco ma che posso intuire) essere funzionale al versante liberal, cioè quello egemone, dell’Unione Europea. Tutt’al più una persona ingenua che, di fatto, viene oggi utilizzata per finalità politiche che poco o nulla hanno a che vedere con l’antifascismo vero (che è una cosa molto seria e che hanno praticato i nostri nonni e i nostri padri e in parte anche quelli della mia generazione, certamente non pontificando in un salotto mediatico o digitando su un telefonino…).

Come se ne può uscire concretamente?                                    

A mio parere c’è una sola possibilità. Passate le elezioni europee, il governo italiano e quello ungherese potrebbero arrivare ad un accordo. Innanzitutto si tratterebbe di silenziare mediaticamente la cosa, poi di far passare un periodo di tempo fra i sei e i sette mesi, dopo di che la Salis potrebbe essere condannata ad una pena relativamente lieve (ad esempio per aver partecipato, e quindi per responsabilità morale, ma non avere materialmente agito nell’aggressione ai due neonazisti), diciamo tre o quattro anni di reclusione, ma avendone scontati già due gliene rimarrebbero uno o due che potrebbe scontare ai domiciliari, in Ungheria o in Italia. A quel punto, con i riflettori spenti e le acque che si sono calmate, questa soluzione potrebbe essere una via d’uscita che salverebbe la faccia sia del governo ungherese che di quello italiano.

Lo faranno? Questo non sono in grado di dirlo, dipende anche dall’evoluzione della situazione politica europea in seguito alle elezioni, dall’andamento della guerra in Ucraina, da quanto Orban sarà in grado di reggere il braccio di ferro con chi lo tiene in vita finanziariamente, cioè l’UE, e da chi prevarrà nelle prossime elezioni presidenziali in USA.

18 commenti per “Ilaria Salis. Le reali questioni politiche dietro la rappresentazione mediatica

  1. Vannini Andrea
    3 Aprile 2024 at 17:00

    Se la compagna Ilaria Salis (anche per me ingenua) si trovasse nelle mani dei fascisti baltici o ucraini (p. e.) non “beneficerebbe” della solidarietà pelosa e ipocrita (a partire da mattarella dalle mani macchiate di sangue jugoslavo) degli atlantisti italioti non meno fascisti degli ungheresi.

    • alex1
      6 Aprile 2024 at 0:12

      Condivido in pieno. Vedo per fortuna Marchi ha corretto in parte il sostegno alla maestrina (40enne peraltro, non proprio una ragazzina) antifa la quale pensa sia meglio pestare i manifestanti di destra ungheresi piuttosto di combattere i veri nazisti di oggi, quelli a Kiev in primis, sostenuti dai democratically correct liberal occidentalisti.

      • Fabrizio Marchi
        6 Aprile 2024 at 1:21

        Non vedo dov’è che avrei corretto la mia posizione che è sempre stata la stessa in tutti gli articoli che ho scritto nel merito. Ho soltanto scritto su diversi aspetti della vicenda in tre articoli, mi pare, ma la mia posizione è sempre la stessa. E pur considerando politicamente sterile e inutile in questa fase la sua scelta di partecipare a quella azione contro quei militanti neonazisti, penso che debba essere comunque liberata perchè dal mio punto di vista non sussistono le condizioni – sto parlando da un punto di vista giudiziario, non politico – che motivino la sua detenzione, peraltro preventiva perchè non è ancora stata processata e condannata. In italia una carcerazione preventiva di quasi ormai un anno e mezzo sarebbe considerata un abominio da tutti noi per qualsiasi reato. Ricordo che i due aggrediti non hanno neanche sporto denuncia e hanno ricevuto ferite per 5 e 8 giorni di prognosi come certificato dagli ospedali a cui si sono recati per farsi medicare. Ritengo quindi che per un simile reato (non sappiamo ancora neanche come e in che misura la Salis abbia agito materialmente perchè l’accusa non è stata ancora fomulata con precisione) – un anno e mezzo di reclusione sia più che sufficiente (ma ne sconterà molti altri. E non venite a dirmi che l’Ungheria ha le sue leggi perchè è un discorso che non regge. L’Ungheria è un paese europeo a pieno titolo, non è il Pakistan o l’Afghanistan che sono altri mondi.
        Dopo di che ci sono tutti i retroscena politici di questa vicenda che ho già trattato e sui quali non ritorno perchè ho già chiarito la mia posizione. Ribadisco che non nutro nessuna simpatia per il governo reazionario, nazionalista e razzista di Orban che non fa parte dei BRICS, è membro dell’Unione Europea, è filoisraeliano, diciamopure filo Netanyahu, non gliene frega assolutamente nulla degli stessi BRICS (che anzi per lo più detesta, a cominciare da quelli socialisti, Venezuela, Cuba, ma anche Brasile e Sudafrica) e ancor meno della prospettiva multipolare. Il fatto che non sia formalmente antirusso (ma di fatto neanche pro, nella sostanza) non è una ragione sufficiente per celebrarlo. Ricordo che la Cina ha preso una posizione chiarissima nei confronti del conflitto in Palestina e ha addirittura dichiarato che quello palestinese non è terrorismo ma legittima lotta armata, che il Sudafrica ha portato Israele alla sbarra davanti al tribunale internazionale mentre Orban ha addirittura proibito ogni manifestazione in favore del popolo palestinese. Mi pare che qualche differenza ci sia. Poi certamente non mi accodo alla criminalizzazione ipocrita dell’Ungheria da parte dell’UE che è solo la coperta ideologica per piegarla alla propria volontà e rincondurla a più miti consigli. Ma questo è un altro discorso che ho, appunto, già fatto.
        P.S. sono distante anni luce dalla “sinistra” a cui appartiene la Salis, così come da tutte le attuali “sinistre”, ma questo è un giudizio politico a monte che non ha nulla a che vedere con la vicenda giudiziaria in cui è coinvolta la Salis. Non non sono un forcaiolo e tanto meno metto in galera una persona e butto la chiave soltanto perchè non la pensa come me. Cerchiamo di non farci accecare dall’odio e di mantenere la lucidità.

        • Giulio Bonali
          6 Aprile 2024 at 8:22

          Perfettamente d’ accordo con il P.S.

          Segnalo però questo passaggio infelice:
          “L’ Ungheria é un paese europeo a pieno titolo, non é il Pachistan o l’ Afghanistan, che sono un altro mondo” [come se vi fossero paesi e popoli geograficamente compresi fra l’ Atlantico e gli Urali aventi meno “titoli onorifici europeistici”; ma in cosa consisterebbero questi pretesi “titoli”? E come se quelli europei, per lo meno “a pieno titolo”, facessero parte della “serie A” dei popoli e paesi civili, altri di “categorie minori”; Come se il governo nazista, terrorista, criminale di guerra e contro l’ umanità dell’ europeissima Ucraina fosse meglio di quelli Pachistano e Afghano, N.d.R].
          Infelice espressione che involontariamente rimanda alla “teoria eminentemente razzistica della giungla e del giardino” del famigerato “ministro degli esteri (o della guerra?) EU” Borrell.

          • Fabrizio Marchi
            6 Aprile 2024 at 16:04

            Chiarisco subito perchè evidentemente ho dato per scontati alcuni concetti dal momento che è parecchio tempo che frequenti e che collabori col nostro giornale ma è chiaro che non è così. Allora mi spiego meglio. Non intendevo ovviamente dire che l’Europa è la culla e il regno della civltà e in tutto il resto del mondo c’è la barbarie (in alcuni paesi, effettivamente, a mio parere, ci sono ancora usanze barbare come ad esempio l’infibulazione o la castrazione o comunque usi e costumi che per noi sarebbero intollerabili). Intendevo dire che, oggettivamente, ci sono contesti – ho citato il Pakistan e l’Afghanistan ma potevo citarne tanti altri, dall’Arabia Saudita al Barhein ecc – dove ci sono legislazioni infinitamente più severe, per usare un eufemismo, della nostra in base alle quali, per gli stessi reati, si viene condannati a pene molto più severe rispetto a quanto accade da noi. E questo è un fatto oggettivo. In alcuni casi questo ha anche delle motivazioni storiche, sociali e culturali che possono essre in parte comprese. E’ ovvio che il furto di cammelli nelle tribù tuareg o fra i beduini, soprattutto una volta, fosse considerato un fatto gravissimo e punito altrettanto severamente rispetto a quanto poteva essere nel nostro contesto. Fermo restando che una volta anche da noi l’abigetato era un reato grave e punito severamente, più o meno per gli stessi motivi. Negli USA, almeno fino alla fine dell’800 nel famoso selvaggio west i ladri di cavalli venivano impiccati senza tanti complimenti e sena neanche un processo sommario. Dopo di che, lo ribadisco ancora (pensavo non ce ne fosse bisogno a dire il vero ma va bè, repetita iuvant…) non penso affatto che fuori dall’Occidente ci sia la barbarie, anzi, ho molto rispetto per grandi paesi con grandi culture alle spalle come la Cina, il Vietnam, l’India, il Giappone, e tanti altri, pur così diversi fra loro dai quali abbiamo certametne da imparare. Ora, il discorso si farebbe lunghissimo ma credo che ci siamo capiti.
            Tornando a noi, il reato di cui è accusata la Salis (ma, ripeto, l’accusa non è stata ancora circostanziata e nonostante tutto è già in carcerazione preventiva da quasi un anno e mezzo) da noi verrebbe derubricato come una rissa dove gli accusati sarebbero rimasti a piede libero e dopo anni, forse, qualcuno sarebbe stato condannato a pene di fatto irrilevanti senza scontare neanche un giorno di galera. Posso portare anche la mia esperienza personale. Senza entrare nel merito perchè ci vorrebbbe troppo tempo, fui aggredito a sangue freddo dopo uno scambio di battute che non lasciava assolutamente presagire il comportamento forsennato del tizio, che mi prese a pugni in faccia e mi ruppe il setto nasale, il tutto per 15 giorni di prognosi. Dopo di che il tizio ebbe anche la faccia tosta di fare un esposto cautelativo che mi costrinse alla denuncia. Il tutto si trascinò per anni al tribunale della pace (per il tribunale ufficiale ci vogliono più di 15 giorni di prognosi) e alla fine il tizio fu condannato al pagamento di tutte le spese processuali. A quel punto io avrei dovuto fare la causa civile ma mi ero rotto icoglioni di una vicenda che ormai per me era passata e la cosa finì lì. Ma, ripeto, è solo un piccolissimo esempio, ne portei portare migliaia, anche io a suo tempo, quando praticavo l’antifasismo militante, non sono stato tenero così come non lo erano i nostri avversari.
            Ora, la Salis sta da un anno e mezzo in carcere – in carcerazione preventiva – per dei fatti che soltanto nel nostro paese accadono tutte le settimane davanti alle discoteche o dentro e fuori gli stadi e che naturalmente si risolvono in un nonnulla. E questa sta in galera da un anno e mezzo e ci starà ancora per anni perche avrà tutt’al più partecipato ma molto probabilmente neanche agito in quell’aggressione?…Ma per favore, ragazzi, su…Ma non scherziamo…

  2. Graziella
    3 Aprile 2024 at 17:16

    Capisco che al tavolo dei vincitori della 2° guerra mondiale ci fossero anche i comunisti, dunque il pugno chiuso è lecito e il saluto rimano no. Capisco anche che da questa spocchiosa egemonia culturale (rastrellata al seguidi degli angloamericani) sia alla base del concetto per cui si è liberi di avere un’opinione, purché stia bene al potere costituito e che i fascismi siano il salvifico Emmanuel Goldstein da dare in pasto al popolino affinché non guardi nella direzione del male che ci schiaccia (l’anglo-sionismo)…

    ma ugualmente chiedo: se invece della kompagna Salis ci fosse stato uno squadrista della manifestazione che la gentil-donzella era andata a pestare, ad andare a zonzo per l’Europa a massacrare di botte i comunisti, cosa sarebbe accaduto??? Datevi una risposta e ammirate la montagna di ipocrisia con cui gli “antifà” hanno seppellito l’occidente

    • Fabrizio Marchi
      3 Aprile 2024 at 21:12

      Al di là della “sinistra” alla quale appartiene la Salis che ovviamente non è la mia e che è funzionale al sistema capitalista e neoliberale dominante, il suo discorso sarebbe valido se anche noi equiparassimo, come fa lei, Graziella, e come ha già fatto l’Unione Europea, comunismo e nazifascismo. Ma per noi, o quanto meno per me, le cose non stanno così. I nazifascisti per me continuano ad essere un nemico, anche se oggi non certo il nemico principale, questo è ovvio, e non mi sfiora neanche per un attimo l’idea di equiparare il nazismo con il comunismo. Dopo di che, anche se non mi crederà, io troverei comunque ingiusto che un militante nazifascista fosse condannato a undici anni di reclusione per aver partecipato ad un’aggressione che in ultima analisi ha provocato danni fisici a persone per 5 e 8 giorni di prognosi (certificati dagli ospedali ungheresi dove i due aggrediti sono stati ricoverati). Poi se posso lo prendo a bastonate io per primo anche perchè è l’unica “musica” che i nazifascisti ascoltano, dal momento che la violenza e la sopraffazione violenta dell’altro è ciò che li caratterizza, ma questo è un altro discorso. Il pugno chiuso è lecito e il saluto romano no? Questo dice la nostra Costituzione (che non fa menzione del pugno chiuso ma proibisce il saluto romano) e io credo che sia giusto. Lei la vede in modo diverso anche perchè, molto probabilmente, proviene da quella formazione ideologica e politica.

    • 6 Aprile 2024 at 14:01

      Nessun neonazista verrebbe condannato a 11 anni di carcere in nessun Paese europeo per aver “partecipato” all’aggressione, risoltasi con prognosi di pochi giorni, a danno di militanti comunisti durante una manifestazione.
      Quindi il fatto non sussiste.

      • Fabrizio Marchi
        6 Aprile 2024 at 16:24

        Infatti, ma non solo. Per gli stessi reati di cui è accusata la Salis in nessun altro paese europeo, tranne molto probabilmente la Polonia, nessuno sconterebbe neanche un giorno di galera. Magari questo è esagerato dalla parte opposta perchè c’è sempre un punto di equilibrio nelle cose – il famoso giusto mezzo aristotelico, un concetto di fondamentale importanza – e quindi se è sbagliato tenere in galera in carcerazione preventiva per un anno e mezzo una persona per quel tipo di reato, è anche sbagliato che una persona per quello stesso tipo di reato non paghi nessun prezzo. Hai aggredito una persona a sangue freddo e gli hai procurato ferite gruaribili in dieci o quindici giorni? Bè, per come la vedo io un mese di galera lo dovresti scontare. Oggi non è così. Aggiungo un concetto. Il lassismo delle società occidentali in materia di giustizia NON è affatto un sinonimo di libertà, tolleranza e democrazia come comunemente si pensa, a mio parere è anzi l’esatto contrario. E’ cioè una sostanziale cultura liberista per la quale la criminalità e la pratica illegale, ai vari livelli, è parte integrante della società capitalista. Le mafie nulla altro sono che organizzazioni capitaliste criminali. Ma anche nell’ambito della piccola criminalità e della violenza più spicciola, io credo che, con il giusto equilibrio e misura, la legge debba essere più severa, fermo restando ovviamente che a priori è necessario lavorare per risolvere le cause sociali che costituiscono il brodo di coltura dei comportamenti criminali. Ma siamo sempre lì, cioè allo stato forte con i deboli e debole con i forti. Ma, ripeto, in un paese civile, tutti i cittadini dovrebbero introiettare che la violenza contro gli altri è un fatto molto grave, una sorta di tabù, che viene perseguito severamente (e nello stesso tempo, con la giusta misura..). Il bisogno di sicurezza non è un sentimento “reazionario” come certa “sinistra” liberal sostiene, ma una esigenza reale da parte delle persone che uno stato socialista dovrebbe garantire. Anzi, tanto più uno stato è socialista e tanto più lo dovrebbe garantire, sempre con la giusta misura.

  3. Aluquis
    4 Aprile 2024 at 8:31

    A mio parere, e’ la riprova che dopo il crollo del comunismo, nel 1989, il capitalismo ha un potere assoluto. E il potere assoluto del capitalismo equivale al fascismo. Particolarmente in paesi come Ungheria, Polonia, e anche Ucraina, e in generale tutti i paesi dell’ Est, che erano fascisti prima della guerra e tali sono ritornati. L’Ungheria poi e’ stata il primo paese fascista del mondo, prima ancora dell’Italia, dal 1919. E tale fascismo rimase i disturbato fino all’ occupazione sovietica nel 1945. Si macchio’ nell’ ultimo periodo di crimini orrendi, perpetrati dalle Croci Frecciate, che erano peggiori delle SS tedesche. Il regime comunista fu un’ imposizione esterna su un paese che in se’ era fascista. Lo si vide anche nella rivolta del 1956, repressa dai carri armati sovietici. Molti rimproveravano ai comunisti di dare gli stessi diritti agli zingari, agli ebrei, alle minoranze etniche. E dopo la caduta del comunismo, oggi l’Ungheria e’ di nuovo fascista. A mio avviso, Ilaria Salis non ha speranza, anche perche’ il governo italiano e’ dello stesso colore di quello ungherese, sta costruendo da noi lo stesso regime, come negli anni Venti. Mattarella e’ isolato. E la stessa UE e’ sostanzialmente, vedi equiparazione nazismo-comunismo, neoliberismo e guerra, sostanzialmente fascista. Povera Salis….

  4. Giulio Bonali
    4 Aprile 2024 at 21:35

    A parte il fatto che a Stefano Cucchi e altri qui in Italia é capitato in carcere di molto peggio (da che pulpito -almeno quello del “nostro” governo- viene la predica!), circa “le condizioni di detenzione della stessa Salis e la loro spettacolarizzazione (le catene ai piedi e alle mani, portata al guinzaglio da una guardia come un cane” a me risultava (ma potrei sbagliare) che negli USA (almeno in alcuni stati probabilmente piuttosto “trumpiani”) lo stesso accada, di preferenza a negri (non ho la coda di paglia e non l’ ho mai considerata una parolaccia), latinoamericani o aborigeni nordamericani si faccia correntemente lo stesso, identico trattamento senza che nessuna nostrana anima bella (o forse é meglio dire “buonista”) politicamente corretta si scandalizzi minimamente.

    Non sono d’ accordo che “reazionario è il governo ungherese e altrettanto reazionari, sia pure in forme diverse, sono i governi europei”: per me gli altri governi dell’ UE, che molto più attivamente di quello di Budapest incensano, foraggiano e forniscono di armi micidiali il regime nazista e criminale di guerra e contro l’ umanità di Kiev, sono (non saprei dire di quanto, ma sicuramente) più reazionari.
    E una antifascista che fosse tale autenticamente (e non alla maniera della sionista Liliana Segre) prima di andare a far casino in Ungheria andrebbe a manifestare contro i governi di Varsavia, Parigi, Berlino, Londra e di tante altre capitali dell’ Europa dominata dalla NATO.

    • Fabrizio Marchi
      4 Aprile 2024 at 22:17

      “E una antifascista che fosse tale autenticamente (e non alla maniera della sionista Liliana Segre) prima di andare a far casino in Ungheria andrebbe a manifestare contro i governi di Varsavia, Parigi, Berlino, Londra e di tante altre capitali dell’ Europa dominata dalla NATO”. (Giulio Bonali)
      Questo, se rileggi l’articolo, l’ho scritto a chiare lettere anche io. Dopo di che non c’è alcun dubbio che condizioni di detenzione pessime e se per questo anche peggiori di quelle ungheresi ci siano anche in tanti altri paesi a cominciare dagli USA. Ora però stavamo parlando dell’Ungheria. Ho anche scritto che il governo polacco, sicuramente più reazionario di quello ungherese, oltre che visceralmente antirusso, è coccolato dall’UE e soprattutto dagli USA quando fino a qualche anno fa, prima dello scoppio ufficiale della guerra in Ucraina, era oggetto degli strali dell’Unione Europea nè più e nè meno di quello ungherese.

  5. Aliquis
    5 Aprile 2024 at 1:54

    Ma, io non sono d’accordo che sul fatto, per giudicare se un governo è reazionario, si deve vedere come si comporta con la Russia…………

    Le questioni di politica estera, come tutte le questioni quando sono specifiche, dipendono da interessi particolari, specifici. Ma l’essenza di un regime dipende dalla sua costituzione. Dalle sue leggi. Dalla sua filosofia.

    Non mi trovo nemmeno d’accordo sul fatto che i detenuti, in Italia, Usa, o altrove, siano trattati male, quindi anche in Ungheria.

    Quello che è successo a Stefano Chucchi, e ai negri negli Usa, è illegale.

    Quello che succede a Ilaria Salis in Ungheria è perfettamente legale.

    Legali sono i ceppi e le catene. Da noi in Italia sono illegali.

    Legale è che rischi 24 anni di carcere per un reato che qui da noi si risolverebbe con un risarcimento, dietro querela degli interessati……e in quel caso la denuncia non c’è nemmeno stata! Non solo, ma la tengono in carcere e in catene prima del processo!

    A quanto pare, sono legali le minacce e gli insulti a lei e all’ avvocato difensore, in aula; qui da noi chi si comporta così viene arrestato.

    In Ungheria Orban, che non mi ricordo da quanti anni è al potere, ha messo sotto controllo dell’ esecutivo la magistratura (altro che magistratura indipendente) ha fatto leggi penali draconiane come quella che viene applicata su Ilaria Salis, ha messo sotto controllo la stampa e tutti i mezzi di comunicazione di massa. Ha fatto leggi drastiche contro gli immigrati, gli zingari e tutte le minoranze. Ha fatto una legislazione sul lavoro che ha reso schiavi gli operai.
    In più. in Ungheria i nazisti sono protetti; gli antifascisti invece……

    E io dovrei approvare Orban soltanto perchè è recalcintrante a seguire il resto dell’ Occidente sulla Russia? A parte il fatto che l’ Ungheria è pienamente parte sia dell’ Unione Europea che della Nato, anche la Russia di Putin non è idilliaca……se Salvini, Trump, Erdogan, Orban, hanno riguardo per Putin, non mi sembra una buona compagnia.

    Orban ha ptuto fare tutto questo grazie ad una legge elettorale e al Premierato forte.
    Lo stesso che vuole fare da noi la Meloni…….e guarda caso anche il nostro governo vuole controllare la magistratura….secondo il piano di Licio Gelli.
    Anche da noi succederà come in Ungheria.

    • Giulio Bonali
      5 Aprile 2024 at 17:06

      Però che culo che ha avuto Stefano Cucchi!
      E’ stato ammazzato di botte, sì, ma ILLEGALMENTE!
      E invece che sfiga che ha Ilaria Salis!
      E’ viva e vegeta, sì, ma si sposta fuori dalla cella per le udienze del processo con scenografiche catene e e manette LEGALMENTE!

      • Aluquis
        6 Aprile 2024 at 11:18

        La sorella di Stefano Chucchi ha potuto far condannare gli agenti che hanno ucciso suo fratello.
        Questo in Ungheria non e’ possibile.

        Ilaria Salis sara’ condannata a un quarto di secolo di galera soltanto per le sue opinioni politiche.

        • Fabrizio Marchi
          6 Aprile 2024 at 16:29

          No, la Salis verrà condannata perchè è finita in un gioco molto più grande di lei. La soluzione, se si addiverrà ad una soluzione, sarà politica, e credo che potrebbe essere quella che ho paventato nel mio articolo. Dopo di che la vicenda – analisi politica a parte che è quella che ho fatto nel mio articolo – è sotto il profilo giudiziario, surreale. Se tanto mi dà tanto (rischia in teoria una condanna fino a 24 anni di carcere), non so per un reato appena più grave a quale pensa una persona dovrebbe essere condannata.

        • Fabrizio Marchi
          6 Aprile 2024 at 16:34

          Il punto vero è che di questa questione per circa un anno non se ne è saputo nulla. Se ne è cominciato a parlare quando è stata vista in catene nell’aula di tribunale, e siccome ci sono le elezioni europee, ha cominciato a montare la grancassa mediatica. Ma prima nessuno ne sapeva nulla. Dopo di che, come è stato detto anche qui, in tutti i paesi del mondo accadono fatti gravissimi nelle carceri, a cominciare dal nostro (ricordo, solo per portare un esempio, che durante la crisi covid ci furono rivolte nelle carceri che hanno causato non so quanti morti ammazzati ma non se ne è saputo più nulla..) e le condizioni carcerarie sono pessime come e peggio dell’Ungheria, ma nessuno muove un dito. Quindi la vicenda Salis è stata utilizzata e strumentalizzata politicamente.

  6. Giulio Bonali
    6 Aprile 2024 at 8:45

    Sulla scenografia delle manette e delle catene, segnalo che personalmente (ovviamente non pretendendo che questo mio atteggiamento sia condiviso da chichessia: “de gustibus…”), se in caso di arresto mi fossero imposte non me ne fregherebbe proprio di meno, mentre trovo insopportabile (e se mi capitasse cercherei con tutte le mie forze di ribellarmici) la scena che puntualmente vedo in TV quando un una persona viene arrestata in Italia e i poliziotti o carabinieri ne spingono la testa (a mio parere obbrobriosamente!) con le mani in giù, dentro le loro auto.
    Lo trovo molto più umiliante e irrispettoso e mi suscita una fortissima istintiva repulsione e disprezzo ogni volta che lo vedo..
    …Questione di gusti e preferenze meramente soggettive.

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