Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Oramai si assiste a un isteria continua sul cosiddetto ”patriarcato” in cui l’omicidio della Cecchettin da parte dell’ex convivente è diventato il leitmotiv per risaltare h24 una ”mattanza” di donne ad opera del cosiddetto ”patriarcato”.
Sono stupito da questo ”ritorno alle origini”.
Dall’epoca Covid in cui ”nulla più sarà come prima” si ritorna al caro vecchio giornalismo isterico in cui a spaventare non è più il ”virus” ma i cari vecchi ”mostri di una volta”.
Dagli anni ’90 in poi, complice il mutato clima economico e politico, si va configurando una tipologia di giornalismo che estremizza, polarizza e crea ”emergenze percepite”.
Dimenticate dunque ambulanze e bombole di ossigeno, la sirena del funerale H24 per la Cecchettin è il chiodo nella bara dell’era Covid.
L’era covid è stata caratterizzata da questo fatto: un sistema mediatico che in precedenza creava stati di allarme nella popolazione e cercava di creare un senso di insicurezza permanente per fatti di cronaca singoli e non di certo nuovi, si ritrova per le mani un pericoloso virus che arriva dalla Cina.
Ovvio che scoppia il delirio.
Abituati a creare enfasi e tono di allarme sulla ”bomba d’acqua” (alias temporale) di fronte al virus prima, e alle bombe poi della guerra di Ucraina, si crea uno stato di puro delirio nel sistema mediatico.
Ora si assiste al curioso fenomeno per cui a questa fase di ”allarme eccessivo ma giustificato” si rientra nella fase di ”allarme eccessivo non giustificato creato ad arte”.
Per paradosso, sia la la pandemia che la guerra in Ucraina hanno avuto le loro voci critiche.
Chi si opponeva ai lockdown, chi criticava la Nato.
Curioso che nei media tutto sommato manchi un popolo di ”no-fem” da additare al pubblico ludibrio dopo i famigerati ”no-vax” e i temibili ”pro-putin”.
Qualcuno prova a lanciare le pietre addosso agli inesistenti critici della teoria patriarcale e prova a dire:
”Guardate chi critica la tesi del patriarcato:”sono gli stessi che erano no-vax e pro-Putin”.
Una delle cose curiose è proprio questa: in questa fase di ”ritorno alla normalità ” in cui si torna a parlare di ”femminicidio” e di ”bombe d’acqua” al posto di virus e trincee, ma anche al posto di parlare delle bombe vere e proprie che comunque paradossalmente cadono ancora in Ucraina e Palestina, manca un Orsini anti-femminicidio.
Nei media occidentali si possono criticare la Nato e le decisioni pandemiche, le tesi femministe evidentemente no.
Faccio notare alcune cose en passant; è già stato detto, è già visibile da tutti coloro che hanno un pò di sale in zucca che ”non c’è nessun reale incremento degli omicidi né di donne, né di uomini negli ultimi anni”.
Se guardiamo le cronache degli anni ’70 e ’80 notiamo come in Italia il tasso di omicidi, vuoi per movente politico, vuoi per movente passionale, vuoi in generale, era molto più alto.
La possibilità di rimanere feriti o uccisi nell’Italia di allora era più concreta.
L’Italia era in una fase di apice creativo, da zimbello delle nazioni sconfitte era diventata quinta potenza industriale e quello che faccio notare è che proprio mentre viveva il proprio apice creativo consumava stragi e violenze quotidiane ad un ritmo inconcepibile al giorno d’oggi.
In qualche modo creatività e violenza sono legate, e nel momento in cui l’Italia era in pieno boom esplodevano le bombe piazzate da servizi segreti deviati ed esponenti di estrema destra, Moro veniva assassinato, la banda della Magliana imperversava, erano anni violenti e creativi.
Gli appassionati di cinema ricorderanno che in questa fase l’Italia ha prodotto quanto forse di più violento della storia del cinema, da ”Cannibal Holocaust” di Ruggero Deodati a tutta una serie di pellicole definite B-movie e scopiazzate dal peggiore Tarantino ”Buio Omega”, ”Nekromantik” e quanto di più osceno e violento poteva essere immaginato.
Lo stesso Lucchino Visconti attuava una trama improponibile al giorno d’oggi nel suo capolavoro ”La caduta degli dei” in cui il figlio gay e travestito, rifiutato dalla sua famiglia borghese, si vendica della madre stuprandola dopo aver aderito alla nascente ideologia nazista.
Tolleranza non prevista nè prevedibile al giorno d’oggi neanche per l’immaginazione in cui il massimo che possiamo ambire a pensare sono le faccine ”insta” della Ferragni.
L’Italia è morta, la sua creatività anche, le stagioni della pistola facile e delle stragi di stato sono oramai dimenticate, con la sua creatività e vita è declinata anche la violenza.
A quanto pare, se con un singolo episodio di cronaca nera si può ottenere lo stesso effetto di una bomba, la stessa tensione, lo stesso stato di urgenza, gli stessi commenti da parte di presidenti del consiglio ed istituzioni, perché piazzare una bomba con dispendio di energia e soldi?
È una nuova strategia della tensione in cui si creano tensione e senso di urgente bisogno di leggi sicuritarie e liberticide senza neanche bisogno di piazzare bombe, è sufficiente amplificare a dismisura un singolo fatto di cronaca nera presentandolo come “quotidianità “ e imbracciandolo come se fosse concepito da una organizzazione.
Basta la cronaca nera a creare emergenza, non esistono raptus ci dicono, e dunque il maschio patriarca moderno è un novello spettro comunista con le debite differenze che le BR erano un organizzazione politica reale che uccideva e rivendicava le sue azioni. Il ”patriarcato”, per contro, che cos’è?
Una definizione fluida e plastica adattabile a qualsivoglia situazione e persona, non esistente né rivendicante, non omogenea, senza capi, senza mandanti, senza cattivi maestri, ma che può ugualmente spaventare e irreggimentare, tanto più che se ne fa parte senza volerlo, senza aderire a nulla.
E così, il ”mostro Turetta” ci viene sbattuto contro quasi a ricordarci che in fondo a qualcuno è andata peggio che peggio della solitudine, c’è la solitudine assassina del Turetta, e noi patriarchi immaginari del ventunesimo secolo rimpiangiamo, insieme a Burioni, Crisanti e Bassetti, i tempi del telecovid, del televirus, dei teletamponi, ora che l’emergenza che non c’è ha definitivamente scalzato l’emergenza che c’era.
Come prima, peggio di prima.
Fonte articolo: http://semprecaromifuquestermoblog.blogspot.com/2023/12/la-nuova-strategia-della-tensione.html
Fonte foto: da Google