Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Il Presidente del Paese più sanzionato dall’Occidente si ricandida.
Ma non era gravemente malato?
Si ricandita con consensi in Russia alle stelle e come leader indiscusso a livello mondiale proprio per la sua determinazione e coraggio nella battaglia per un nuovo ordine mondiale multipolare e per consegnare definitivamente ai libri di storia l’ordine unipolare statunitense.
All’indomani della operazione militare in Ucraina la Russia avrebbe dovuto avere i mesi contati: sollevazioni popolari nel Paese, golpe di Stato e andare in default,
stretta in una tenaglia economica e finanziaria che non avrebbe dovuto lasciarle scampo. L’Ucraina con il sostegno bellico e finanziario dell’Occidente, degli Usa, della Nato e della UE, doveva giungere, come coltello rovente nel burro, fino in Crimea.
Ma le cose non sono andate così e chi lo diceva veniva beffeggiato. La Russia ha sostanzialmente vinto la guerra, l’Ucraina sta collassando e soprattutto l’economia Russa è in forte sviluppo: cresce sensibilmente il PIL, il paese vive una fase straordinaria di piena occupazione (caso mai se ha un problema è quello della insufficienza di manodopera), come sono aumentati i salari. L’inflazione è sotto controllo e il rublo è forte.
In politica estera ha notevolmente rafforzato il suo asse strategico con la Cina e quello con Paesi amici come la Bielorussia, la Serbia, la Corea del Nord, il Vietnam, la Siria, l’Iran, il Venezuela, Cuba, il Nicaragua e consolidato la sua forte influenza in Africa e in Medio Oriente e nel mondo Islamico e arabo, scalzando gli Usa. Altro quindi cianciare di una Russia isolata dalla comunità internazionale,
isolato è invece l’Occidente collettivo arroccato nel suo sempre più brutto giardino.
Infine, due questioni non meno importanti sul piano strategico. La Russia ha raggiunto e forse superato gli Usa nel sistema degli armamenti nucleari e ha svolto un ruolo decisivo per estendere e allargare l’influenza globale dei Brics, allargamento e influenza accompagnate da un processo di de dollarizzazione della finanza e dell’economia nelle relazioni tra nazioni, per una nuova globalizzazione non basata più sul dominio del capitale finanziario con cui l’Occidente ha riproposto in forma attuale una politica neocoloniale e imperialista nel Sud del mondo.
Questo bilancio a seguito di due anni di operazione militare in Ucraina, l’Occidente collettivo proprio non vuole vederlo e prenderlo in considerazione. I suoi sistemi politici e mediatici non svolgono nessuna riflessione critica sullo stato delle cose, in cui oramai si intravede all’orizzonte la fine di un’epoca più che secolare del suo dominio e con esso dei doppi standard di valutazione e giudizio che si è dato, regole basate sui suoi interessi, (si veda il genocidio in corso a Gaza).
Nel 2024 si voterà per le presidenziali in Russia e negli Stati Uniti e per rinnovare l’UE. Da una parte con la ricandidatura di Putin, in forte continuità con le politiche attuate nel corso degli ultimi anni che stanno ridisegnando il mondo, dall’altra parte con Biden (?) o chi per lui o con Trump, cioè di un paese che è alla disperata ricerca di una via di uscita per tentare di frenare il declino di un impero; infine con una Europa che pensa a Mario Draghi (Sic!).
Sarebbe ora che ognuno, anche individualmente, faccia una obiettiva analisi e in particolare chi si ritiene di sinistra si faccia passare i pruriti ideologici per immettersi in questo tornante della storia che conduce a una nuova era per l’umanità. Senza la Russia di Putin tutto ciò non sarebbe stato possibile.