Un tribunale dello stato di New York ha emesso un ordine restrittivo per impedire il voto dei membri del sindacato dei difensori pubblici di New York City che si oppongono al genocidio israeliano a Gaza.
Ne parla un articolo pubblicato su un sito marxista statunitense al quale rinviamo per la lettura integrale
En un escalofriante ataque a la libertad de expresión, un tribunal dicta una orden judicial contra una resolución del sindicato de abogados que se opone al genocidio de Gaza – World Socialist Web Site (wsws.org)
Questo decreto restrittivo è una vera e ingiustificabile ingerenza nelle attività democratiche e rappresenta un pericoloso precedente che consentirà ai datori di lavoro di intervenire ogni qual volta vengono assunte posizioni contrarie ai loro interessi. Siamo davanti a una deliberata censura finalizzata a bloccare la mobilitazione in favore del popolo palestinese e per criminalizzare le voci critiche sull’operato dei Governi Usa e di Israele.
Da qui parte anche il tentativo di mettere fuori legge le manifestazioni di piazza che hanno paralizzato le università e le scuole e anche alcuni posti di lavoro.
Il presunto diritto interviene contro la libertà di espressione e di manifestazione per sposare le ragioni della guerra di Israele, per affermare un solo punto di vista sul conflitto in Medio Oriente, e alla fine favorisce anche l’odio contro la popolazione di religione musulmana, come dimostra l’uccisione di alcuni giovani palestinesi nei giorni scorsi
Rinviamo al testo della risoluzione a sostegno dei sindacati palestinesi vittime di censura, un testo la cui colpa è quella di sostenere il diritto dei palestinesi al ritorno nelle terre da dove, fin dal 1948, sono stati espulsi con violenza e sopraffazione.
ALAA Resolution for Palestine – Documenti Google
La giustizia statunitense, come tutta quella occidentale, vuole stabilire cosa sia legittimo e cosa invece sia da censurare e con questo mette la museruola a sindacati e associazioni che non sono più libere di esprimere democraticamente il loro punto di vista e di intraprendere iniziative decise a maggioranza.
L’azione legale la dice lunga sul concetto di giustizia negli Usa, la democrazia non esiste e diventa una farsa, è stato sufficiente ritenere questo Testo come antisemita per spingere il Tribunale a intervenire nel nome della lotta al terrorismo.
Come avviene in Israele anche in Europa ogni forma di solidarietà con il popolo palestinese potrebbe diventare un aperto sostegno al terrorismo dimenticando la mattanza di Gaza con ormai oltre 20 mila morti civili.
Un sindacato è quindi imbavagliato per avere assunto posizioni e risoluzioni a favore della Palestina, un domani potrebbe avvenire per molte altre questioni con l’inevitabile canea mediatica orchestrata contro le voci critiche e dissenzienti. A gestire le campagne i giornali di proprietà di importanti multinazionali che hanno interessi economici rilevanti da salvaguardare a mero discapito delle libertà democratiche di espressione.
La democrazia finisce dove iniziano gli interessi materiali dei dominanti, è sufficiente agitare lo spettro del terrorismo per un intervento di qualche Tribunale e presto potrebbe accadere per impedire l’esercizio del diritto di sciopero che nei paesi occidentali è già stato fortemente contratto. E come se non bastasse ci sono poi le solite liste nere delle organizzazioni da bandire perchè ritenute fiancheggiatrici del terrorismo e dentro le quali potrebbero finire anche quanti rivendicano solo il diritto di espressione, fino alle cause risarcitorie che potrebbero dissanguare e distruggere sindacati e associazioni.
Scenari per altro già noti negli Usa quando sotto processo finirono le associazioni pacifiste che si opposero alla guerra in Vietnam o quando si intervenne a vari livelli per imbavagliare il sindacato accusandolo di continuità al comunismo durante gli scioperi degli anni trenta del secolo scorso (e la degenerazione del sindacato Usa è confermata dalla posizione dell’AFL-CIO che ha assunto posizioni di aperto sostegno all’operato di Israele).
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