Le cronache dei media discutono della rottura tra la Premier e il compagno tra tradimenti, famiglie informali e conflitti di interessi. Il compagno della Premier dirige un programma politico, ciò naturalmente sin da subito è stato motivo di “ordinarie polemiche sulla libertà di stampa”. Niente di nuovo sotto il cielo tra dichiarazioni sui social e modelli adulterini che si ripetono eguali a destra come a sinistra. È evidente che siamo dinanzi al teatrino del nichilismo, in cui le parole sono solo scenografia che celano le sabbie mobili del nostro tempo storico, in cui si ripete l’eguale fino al tedio.
La nazione è sollecitata dai media a pensare la rottura tra Premier e compagno e a subire i fuori onda avvilenti che ci ricordano che il nostro non è il “migliore dei mondi possibili”. In tale cornice non vi sono grida di scandalo o immagini strazianti sull’ospedale bombardato e sul bombardamento della chiesa di San Porfirio. Le vite dei civili vanno in fumo insieme ai monumenti. I popoli sono cancellati con la loro storia, se questo fosse avvenuto contro un popolo amico il clima mediatico sarebbe stato di ben altro tenore. Bombardare i civili con aerei viola qualsiasi legge etica e giuridica, ma a quanto sembra non tutti i popoli sono eguali, non tutte le vittime civili meritano lo stesso rispetto. Non si alza una sola parola di condanna chiara e ufficiale per i bombardamenti sull’ospedale e sulla chiesa di San Porfirio.
Non sappiamo, non conosciamo e non vediamo ciò che sta accadendo, dovremmo con uno sforzo d’immaginazione empatica concettualizzare quanto sta accadendo e visualizzare il terrore dei civili senza scampo presi nella morsa “interna ed esterna”. La nostra epoca ha un deficit di immaginazione, si conteggiano le vittime, ma il dolore inflitto nella carne è rimosso, non è mostrato, mentre la chiacchiera è trasformata in notizia, ciò consente al dominio di perseverare nelle sue logiche. I cittadini sono fruitori passivi dello spettacolo che va in onda quotidianamente. Privati di ogni informazione e formazione sono spettatori che assistono all’agonia del loro mondo, anzi sono invitati a ripetere gli stessi modelli.
Il modo differente con cui le vittime civili sono trattate è il segno di un Occidente nichilista, aggressivo e senza etica politica. Siamo in queste contraddizioni: il chiacchiericcio squallido vela le ingiustizie e il razzismo reale nel quale siamo: se le vittime civili sono trattate a seconda della nazionalità e del colore politico, siamo dinanzi ad un razzismo sempre più evidente che sta diventando “normalità del male quotidiano”. La violenza razzista produce violenza, la quale è un affare come un altro, giacché si interviene vendendo armi per sedare la violenza in un ciclo senza fine, in cui gli affari fioriscono e i popoli bruciano. Dobbiamo guardare la Gorgone in pieno volto senza restare pietrificati. Perseo tagliò la testa alla Gorgone e dal suo sangue nacque Pegaso cavallo alato e libero. Anche noi dobbiamo trasformare le tragedie in pensieri, concetti e prassi in modo che nessun popolo viva esperienze tragiche ed estreme. Dobbiamo pensare collettivamente, nel nostro quotidiano e con chi è a noi prossimo per uscire dallo stato di indifferenza e di crisi d’immaginazione a cui ci sta sospingendo la Gorgone che infuria nel pianeta. Le Gorgoni erano tre: Euriale, simbolo della perversione sessuale, Steno, della perversione morale e Medusa, della perversione intellettuale, possiamo ben dire che la nostra è l’epoca della Gorgone.
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