Craxi, Arafat, Sigonella, i giganti e i nani

Bettino Craxi, segretario del Partito Socialista Italiano e allora Presidente del Consiglio, il 6 novembre del 1985 pronunciò un celebre discorso in Parlamento – contestato soprattutto dalla destra postfascista del MSI e dal Partito Repubblicano (che per questo aprì di fatto la crisi di governo) – in cui dichiarò legittima la lotta armata dei palestinesi per liberare la propria terra, diritto peraltro sancito dalla stessa carta delle Nazioni Unite.

Consiglio a tutti di vedere il video:   https://www.youtube.com/watch?v=Y3ra4S1HVHs

Sono stato un fiero avversario di Craxi e della sua politica per varie ragioni che non attengono questo articolo, ma ciò non mi impedisce di valutare lucidamente le cose e anche la sua figura che a mio parere è comunque quella di un gigante rispetto alla statura media dei nani che affollano l’attuale classe politica da destra a “sinistra”, senza nessuna esclusione.

Come molti non sanno, specialmente i più giovani (per questo è necessario studiare la storia; perchè serve a capire il presente), Craxi fu il protagonista della famosa vicenda che ebbe il suo momento topico nell’aeroporto militare di Sigonella, in Sicilia.

Il Presidente americano, Ronald Reagan, voleva mettere le mani su un gruppo di fedayn palestinesi che avevano sequestrato una nave passeggeri italiana, l’Achille Lauro, e ucciso un turista ebreo americano di nome Leon Klinghoffer. Craxi si oppose fermamente all’estradizione forzata negli USA del gruppo palestinese sostenendo che il fatto era accaduto sul territorio italiano e quindi competeva alle autorità italiane decidere nel merito. Ci furono momenti di grandissima tensione, il governo americano inviò un reparto dei marines con l’intenzione di prelevare i membri del commando palestinese ma Craxi fece circondare da agenti dell’aeronautica e da un reparto di carabinieri l’aereo a bordo del quale erano i militanti palestinesi. Alla fine – dopo varie mediazioni e un lungo colloquio telefonico tra Craxi e Reagan – gli americani mollarono la presa e il capo del commando del Fplp (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina) che era stato l’ispiratore (questo si seppe successivamente) ma non aveva partecipato al sequestro della nave fu lasciato partire dal governo italiano con un aereo con destinazione Belgrado. La vicenda, naturalmente, è ben più complessa di questa mia brevissima sintesi, ma chiunque può approfondire per proprio conto.

In questa occasione, Craxi godette dell’appoggio della gran parte della Democrazia Cristiana (in primis di Andreotti) e del Partito Comunista Italiano, che pure era all’opposizione.

Si trattò di un atto molto coraggioso e coerente con la politica di grande attenzione all’area del Mediterraneo e mediorientale che caratterizzava la politica estera italiana in quella fase storica, pur essendo l’Italia stessa membro della NATO (con tanto di basi sul proprio territorio). Possiamo dire che la politica di apertura, di dialogo e di collaborazione con il mondo arabo accomunava i tre  maggiori partiti italiani, DC, PCI e PSI. Craxi in particolare aveva una amicizia personale con il Presidente dell’OLP, Yasser Arafat.

Nessuno mi leva dalla testa  che Bettino Craxi abbia pagato duramente quell’amicizia con il leader dell’OLP e il suo sostegno alla causa palestinese, e quel metaforico pugno in faccia che sferrò agli americani e agli israeliani in occasione della crisi di Sigonella. Sono convinto che sia gli uni che gli altri se la siano legata al dito. Dopo di che fu la vicenda di Tangentopoli ad eliminare Craxi dalla vita politica e a costringerlo a rifugiarsi in Tunisia (cioè un paese arabo dove l’OLP aveva il suo quartier generale prima che fosse bombardato da un raid aereo israeliano che causò in quell’occasione circa 150 morti, un vero e proprio atto di pirateria internazionale) ma penso che l’accanimento sia politico che giudiziario nei suoi confronti (non era certo il solo leader politico ad essere coinvolto nel finanziamento illecito dei partiti) sia stato in qualche modo “indirizzato” da chi aveva interesse a chiudere definitivamente la stagione politica della cosiddetta “Prima Repubblica”.

E’ da ricordare che già allora i palestinesi erano considerati come una banda di terroristi, compreso il loro capo Arafat, né più e né meno di come sono considerati oggi. Questo per rispondere agli ipocriti che leggendo questo articolo diranno che quelli erano altri tempi e che oggi Craxi avrebbe avuto un diverso atteggiamento rispetto alla questione israelo-palestinese.

Gli attuali esponenti della classe politica italiana, nessuno escluso, non avrebbero neanche il coraggio di far intervenire i vigili urbani per impedire ad un gruppo di turisti americani di tuffarsi nella Fontana di Trevi.

Bloccare il tentativo della 'presunta' sinistra italiana di appropriarsi della memoria di Bettino Craxi! – I Nuovi VespriI Nuovi Vespri

Fonte foto: da Google

 

10 commenti per “Craxi, Arafat, Sigonella, i giganti e i nani

  1. Piero
    18 Ottobre 2023 at 23:39

    La classe politica della cosiddetta 1a repubblica, si muoveva all’ombra del “muro”.

    Caduto il “muro” i padroni anglosassoni si sono ripresi le loro proprietà derivanti dalla vittoria nella 2a GM, con gli interessi.

    Il trattato di Maastricht, rivelatosi poi la capitolazione all’ideologia liberale, è stato firmato pochi giorni prima di “mani pulite” dai politici della 1a repubblica.

    Oggi gli stessi politici non si comporterebbero diversamente dagli odierni.

    I padroni amano essere soddisfatti dai servi.

  2. Giulio Bonali
    19 Ottobre 2023 at 8:56

    Concordo in pieno con questo articolo che esprime molto bene anche l’ esperienza e i sentimenti miei personali.
    Mai avrei pensato che avrei un giorno rimpianto quello che chiamavamo (io e i miei compagni) “Benito Craxi” (“proprietà transit-t-iva: cambiando l’ ordine delle lettere il sottoprodotto non cambia”, recitava una vignetta con la caricatura del Cinghialone accanto a una dello stronzo di Predappio che avevamo pubblicato nel nostro giornaletto locale: mea culpa!).

  3. Pierpi
    19 Ottobre 2023 at 18:05

    Anch’io concordo in pieno, anche se, o forse proprio perchè al tempo ero iscritto al PCI e col senno di poi mi rendo conto degli enormi errori commessi allora nei confronti della figura di Craxi.
    Aggiungo un altro episodio significativo. Vicino a Santiago del Cile, al Cementerio General de Recoleta, dove è sepolto Salvador Allende, c’è una piazzetta intitolata a Bettino Craxi. Il motivo è che nel 1973, pochi giorni dopo il golpe di Pinochet e l’assassinio del presidente socialista eletto Allende, l’allora giovane vicesegretario del PSI Craxi, insieme con alcuni altri socialisti, entrò nel paese privatamente per poi andare nel cimitero per deporre dei garofani rossi sulla tomba di Allende come atto politico di sfida alla dittatura militare fascista appena insediata, e fu affrontato da un gruppo di carabinieri di guardia con le armi puntate che intimarono il fermo o sparo, poi arrestato e insieme agli altri espulso, ma nell’atmosfera di allora corse il rischio che finisse molto peggio.
    https://youtube.com/watch?v=27203Gs12Cw
    Decisamente un grande che diventa un gigante in confronto ai nani che girano adesso, come giustamente detto nel post.

    • Fabrizio Marchi
      19 Ottobre 2023 at 20:51

      Bè, diciamo che sapeva che non avrebbe corso particolari rischi, era pur sempre il vicesegretario di un partito occidentale di governo…Nondimeno però fu un gesto coraggioso. Ora non vorrei essere equivocato. Craxi era un socialdemocratico molto moderato, profondamente anticomunista che voleva distruggere il PCI per annetterlo. Il suo anticomunismo viscerale però lo accecò e gli impedì di cogliere l’opportunità che gli offriva il PCI che stava diventando PDS. In questa virulenta campagna anticomunista si inimicò tutto il popolo comunista che allora costituiva la maggioranza della Sinistra e scelse di restare incastonato nell’accordo con la DC di Andreotti e Forlani, il famoso “CAF”, come veniva chiamato. Insomma, non capì la fase storica perchè tutto sommato a lui stava bene andare avanti in quel modo, godere della rendita di posizione e continuare a gestire il potere con la Democrazia Cristiana. Ma non aveva calcolato nè previsto quanto stava per accadere e soprattutto il fatto che la crisi e e poi il crollo del socialismo reale e dell’URSS avrebbero sparigliato le carte anche in occidente. Il capitale, la borghesia e i poteri forti, quelli che contano, avevano deciso di sbarazzarsi del sistema partitico che ormai gli era solo di impaccio e Tangentopoli fu lo strumento per sbaraccare la Prima Repubblica, con pregi e difetti. Dopo di che lui fu individuato come capro espiatorio e i precedenti in politica estera non lo aiutarono di certo…
      Devo dire però, da avversario politico, che anche nella gestione della vicenda di “mani pulite” fu l’unico coerente che ebbe il coraggio di dire le cose come stavano, e cioè che tutti i partiti si finanziavano in modo illecito ed era una prassi normale che tutti fingevano di non vedere. Si rifiutò di balbettare chiacchiere ipocrite come fecero tanti altri e si assunse le sue responsabilità politiche. Anche il discorso che fece in Parlamento in quell’occasione merita di essere ascoltato.
      Ripeto, con tutta la critica e la distanza politica che ho rispetto ad un uomo politico come Craxi, non c’è dubbio che sia stato uno statista e un leader politico di razza, appunto, un gigante rispetto agli attuali gnomi. Naturalmetne non vale solo per lui. Ma vi rendete conto che il serpentone metamorfico che comunque nasce dal partito che fu guidato da Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer è guidato da Elly Schlein? Non aggiungo altro…

      • ANDREA
        23 Ottobre 2023 at 19:28

        Bè, non dimentichiamo che è stato anche il ‘fautore’ di un certo silvio berlusconi, di gran lunga – mio modesto parere – la più grave responsabilita che gli si possa imputare tra le varie…

        • Fabrizio Marchi
          23 Ottobre 2023 at 20:42

          Come ho infatti già detto più volte, questo mio articolo non era e non voleva essere un panegirico di Craxi. Mi pare di averlo detto molto chiaramente. Chiarito questo, osservare le posizioni in politica estera (ma non solo) della classe politica di allora, ci fa capire quale sia il livello di quella attuale. Le posizioni di Craxi, ma incredibilmente anche di Andreotti di allora, sarebbeero oggi considerate eretiche, rivoluzionarie, non sarebbero neanche tollerate. Questo ci fa capire la realtà in cui ci troviamo ora.

          • ANDREA
            24 Ottobre 2023 at 12:59

            Perdonami la semplificazione ridotta a banalità: la politica come centro decisionale è stata letteralmente ‘declassata’ dopo il doppio crollo -muro di Berlino ’89, UNIONE SOVIETCA ’91, quest’ultima importantissimo CONTRAPPESO al dilagante capitalismo; da allora NON CI POSSONO PIU’ ESSERE politici con la pi maiuscola.

          • Fabrizio Marchi
            24 Ottobre 2023 at 13:46

            Mi pare una semplificazione più che corretta e che condivido.

    • Panda
      20 Ottobre 2023 at 22:23

      Secondo me il problema di Craxi, e più in generale della classe politica che lo circondava, fu la sua aderenza al vincolo esterno e quindi alla prospettiva strategica di fondo che questo implicava: con divorzio Tesoro-Banca d’Italia, SME, poi diventato “credibile”, e infine Atto Unico Europeo un paese debitore come l’Italia si trovava alla mercé di quelle pressioni finanziarie che hanno costituito il punto d’appoggio di chi l’ha fatto fuori, essendosi alienato porzioni notevoli di consenso popolare proprio per realizzare le riforme che il vincolo imponeva (eliminazione della scala mobile, aumento della pressione fiscale, eccetera). Penso quindi che avesse ragione quel grande storico comunista che è stato Franco De Felice ad affermare che il c.d. “partito della spesa” degli anni Ottanta non aveva una prospettiva strategica diversa da quello c.d. “del rigore”, la differenza restando “al diverso grado di mediazione politica e sociale ritenuta necessaria”. Ma alla lunga la riorganizzazione produttiva e finanziaria imposta dal vincolo non era compatibile con l’esistenza stessa di partiti come quelli della Prima Repubblica (qui alcune riflessioni che ho trovato utili: https://www.lafionda.org/2022/05/26/tangentopoli-perche-e-necessario-unire-i-puntini/). Come abbia fatto Craxi a non capire che si stava politicamente scavando la fossa da solo, visto che persone preparate nel PSI c’erano (per esempio Formica), è quello che per me resta il vero mistero.

      • ndr60
        24 Ottobre 2023 at 9:56

        Il “vincolo esterno” è il papà del “pilota automatico”, ovvero l’alibi che i politici offrono all’opinione pubblica per giustificare le contro-riforme che favoriscono il trasferimento di risorse dal basso verso l’alto. E’ vero che Craxi e Andreotti sembrano giganti rispetto ai nani odierni, ma è solo perché il momento storico che stiamo vivendo è un’incubatrice di nani, succubi della tecnofinanza.

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