A coloro che perseguono l’ideale della libertà, si pone oggi una questione fondamentale, ossia quella di individuare le manifestazioni attuali di fascismo. Sono fermamente convinto che il fascismo contemporaneo, pur mostrandosi in forme dissimili rispetto a quelle storicamente realizzate che assumevano l’aspetto triste, greve ed inquietante della camicia nera e della violenza esplicita, costituisca un fenomeno assai più nascosto e subdolo, ma proprio per questo più pericoloso, avendo peraltro assunto una potenza senza precedenti. Tutto ciò viene ad evidenza attraverso un’analisi delle dinamiche sociali e politiche, inclusi fenomeni che possono essere identificati sia nella sfera politica di sinistra sia di destra.
Che cos’è allora il fascismo tipico del ventunesimo secolo? Il fascismo odierno, da un punto di vista critico, può essere interpretato come ciò che contribuisce attivamente alla devastazione ambientale, alla proliferazione dell’ignoranza e alla costruzione diuturna dell’omologazionbe di massa, all’indifferenza sociale, all’omertà di fronte all’ingiustizia, alle disuguaglianze e alla guerra. Si tratta purtroppo di una forza maligna che permea in maniera onnicomprensiva tutte le sfere della società contemporanea. Inoltre, esso può contare su un’inedita strutturazione di risorse che trovano probabilmente nel grande apparato digitale globale – ciò che in alcuni miei libri recenti definisco ECity, ossia electronical city– il braccio armato più incisivo. In questa prospettiva, come già accennato, il fascismo oggi non è limitato a una specifica posizione politica, poiché implica dimensioni che vanno dalla costruzione della soggettività fino alle parallele, irresistibili forme di controllo politico e culturale di cui il nostro tempo è capace.
Affrontare il fascismo contemporaneo richiede dunque una consapevolezza acuta del suo polimorfismo strutturale. Solo attraverso un’esame critico e una mobilitazione collettiva contro tali forze distruttive – le stesse che sanno assai bene come dissimularsi e presentarsi con un aspetto falsamente progressivo e “civile” – sarà possibile preservare i valori fondamentali della libertà, della giustizia, oltre che quelli di una fratellanza sempre dichiarata nella modernità occidentale, ma pure sempre disattesa.
Su questi temi, è appena uscito un libro importante. Si tratta del testo La Barricata – dedicato alle Quattro giornate di Napoli e al resistente Antonio Amoretti, recentemente scomparso, a cui è stata dedicata una strada di Napoli. Il libro, curato dal Prof. Francesco Amoretti, ospita scritti ed opere di studiosi ed artisti. Il mio contributo è un poemetto dal titolo “Chi nun ten ‘o fucile, vott ‘e pret (“Chi non ha un fucile, scaglia le pietre”).
Fra gli altri, appaiono nel testo gli scritti degli ultimi quattro Sindaci di Napoli: Antonio Bassolino, Rosa Russo Iervolino, Luigi De Magistris e Gaetano Manfredi.