Karl Lauterbach, Ministro della Salute tedesco, durante il suo viaggio turistico in Italia si è distinto per dichiarazioni che dimostrano che è in atto “la guerra climatica”.
Il neoliberismo è guerra in modo polimorfo. La questione climatica è parte di una delle modalità con cui ci si contende fette di mercato. L’ossessione mediatica per i record termici quotidianamente superati è parte di una strategia ad ampio raggio. Si spingono i cittadini, ormai sudditi del mercato, a comprare prodotti sempre più green. Si induce ad una intolleranza al caldo, in quanto si inocula il terrore e l’ansia per il nemico invisibile che infuoca le giornate e assale le notti di una popolazione spaventata e rassegnata alla catastrofe.
L’emergenza diventa un contenuto della psiche che si traduce in comportamenti irrazionali. La dimensione del futuro si offusca dinanzi ad una tensione crescente sostenuta da annunci sempre più ansiogeni. Non si aiuta a comprendere, o forse non si vuole che si decodifichi il problema nella sua problematica verità. L’irrazionale regna, per cui non resta che pensare all’immediato, ogni dimensione progettuale, specie delle nuove generazioni, scompare dall’orizzonte dei nuovi sudditi aggiogati all’emergenza perenne.
In questo clima, in cui si sventola persino il reato di negazionismo climatico, non è ammessa la dialettica ma solo l’adeguamento alla versione ufficiale, la quale appare sempre più carica di tensioni economiche.
In questo contesto carico di parole, dati e previsioni contraddittori si è aggiunto l’intervento del Ministro tedesco in vacanza in Italia, il quale il 13 luglio ha dichiarato:
“se le cose continuano così, queste destinazioni di vacanza non avranno futuro a lungo termine. Il cambiamento climatico sta distruggendo l’Europa meridionale. Un’era volge al termine”.
Il 16 luglio ha precisato la funzione dei monumenti italiani:
“le chiese dovrebbero essere aperte durante le ondate di caldo. Sono luoghi freschi che possono offrire protezione”.
Ed ancora su Twitter ha allegato una foto della Basilica di San Francesco a Siena con testuale affermazione:
“una bella costruzione medievale ma anche un luogo molto fresco”.
Il 21 luglio rincara la dose con un selfie a Roma:
“36 gradi, un po’ di vento. Va bene. Dopo i Caravaggio nella fresca Galleria Borghese, ora fontana di Trevi”.
In ogni intervento si riafferma l’inferno del caldo e la ricerca del “fresco” come fosse il Santo Graal.
Le tragedie hanno sempre coloriture comiche. Se il Ministro può permettersi di fare tali affermazioni , si può ipotizzare che ciò sia causato dal fatto che i politici italiani non difendono i propri interessi nazionali, per cui la nazione appare debole ed aggredibile
Le dichiarazioni di un Ministro della Sanità, peraltro medico, non possono che avere un rilevante impatto mediatico. Il titolo di medico aggiunge una “notevole rilevanza” alle sue parole.
Il Ministro comunica ai suoi compatrioti e a tutti gli europei che l’Italia è un paese climaticamente infrequentabile e le opere architettoniche hanno la sola funzione di dare refrigerio a turisti che rischiano la salute scegliendo il “bel paese” come sede per le loro vacanze.
Si tratta di guerra economica, se i paesi del Mediterraneo sono invivibili, si suggerisce implicitamente di recarsi nel Nord d’Europa e, quindi, in Germania.
Il liberismo è guerra, pertanto la verità sul problema climatico si disperde nella sua strumentalizzazione esterna ed interna. Parafrasando Sofocle si può affermare che la verità è la prima a morire in guerra e nel liberismo.
I media hanno dato poca rilevanza alle dichiarazioni ministeriali, le quali meriterebbero di essere oggetto di pubblica discussione per comprendere che intorno al clima vi sono interessi plurimi e inconfessabili che impediscono di capire la realtà del problema. L’unica certezza è che l’Europa non è unita.
Il liberismo è realtà di per sé divisorio e distruttivo in quanto è mosso solo dal cinismo interessato della ragione strumentale, su questa verità i popoli dovrebbero costruire un futuro a misura di essere umano e di verità.
Fonte foto: La Repubblica (da Google)