Dopo l’allucinante “idea” di Angelo Bonelli, eletto in Parlamento dalla coalizione di centro-sinistra, di presentare una legge che consideri reato il negare il cambiamento climatico e dopo la presa di posizione di Mario Tozzi, noto geologo televisivo, di non voler partecipare a confronti pubblici con i negazionisti di questa tesi, anche se scienziati, pur non considerandomi aprioristicamente un negazionista, ma desideroso di capirne di più e di avvicinarmi il più possibile alla verità, da ora in avanti pubblicherò post e articoli di scienziati, geologi e storici del clima che confutano tale teoria con argomenti e dati di supporto.
Ci sono stati troppi rumorosi silenzi nel cosiddetto “campo progressista” di fronte a questa oscena proposta di Bonelli e del mondo che rappresenta.
Chi mi accuserà di negazionismo verrà bannato e non potrà più commentare i miei post.
Ritengo che sia arrivata inoltre l’ora di mettere un freno alle scorribande mediatiche e interessate di militanti e propagandisti tossici di teorie e ideologie del pensiero unico, dal transengenderismo all’ecologismo talebano per non dire della propaganda guerrafondaia, che lavorano per rincoglionirci e terrorizzarci più del lecito e più di quanto siamo in grado di farlo con le nostre sole forze.
Le campagne mediatiche quotidiane h24 su tali temi hanno raggiunto un grado di parossismo insostenibile e di violenza psicologica tali da rendere legittimo il sospetto che si tratti di campagne sponsorizzate ed eterodirette da ambienti e gruppi di potere per fini oscuri di dominio e per imporci un ordine transumano che di umano rischia di non avere più nulla.
Il dibattito su tali argomenti deve dare la parola a tutti e non escludere invece dal discorso pubblico il dissenso o addirittura renderlo un reato.
Come profetizzava il buon Pasolini, il fascismo moderno non assomiglierà al vecchio e avrà un aspetto sconosciuto e quindi sarà più pericoloso dei vecchi nostalgici che vanno a Predappio.
Mettiamo un argine a questa malattia e limitiamone la propagazione pestifera.
La misura è colma.
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