La visita di Zelensky a Roma segna un salto di qualità nel coinvolgimento, del resto inerziale, dell’Italia nel delirio ultra-atlantista della guerra a oltranza contro la Russia. Sia Meloni che Mattarella hanno ripetuto fedelmente il copione, sostenendo il prode Zelensky nel suo slancio “fino alla vittoria”, con tutto il richiesto corredo propagandistico al completo: confermando il pieno sostegno militare all’Ucraina (Meloni) affermando che non è pensabile la “resa” dell’Ucraina e che “siamo pienamente al vostro fianco” (Mattarella).
Entrambi, Meloni e Mattarella, portano, ciascuno secondo le sue funzioni, la responsabilità di alimentare la corsa verso l’abisso e di non aver pronunciato, e di non avere la minima intenzione di pronunciare, l’unica cosa seria e necessaria, e di non agire per realizzarla; avrebbero, cioè, dovuto sostenere e rilanciare a Zelensky lo sforzo diplomatico del Vaticano e di papa Francesco di mettere intorno alla stesso tavolo i BELLIGERANTI e quindi rappresentanti dell’Ucraina, della Russia, degli Stati Uniti e dell’UE. Papa Francesco spinge in questa direzione da mesi, ovviamente inascoltato e anzi sempre più avversato dalla serva stampa. il governo italiano non ha alcuna intenzione di sposare queste posizioni, che per la verità sono pervicacemente contrastate anche dal maggior partito della presunta opposizione.
La politica italiana, da sempre clericale quando si tratta di garantire alla Chiesa posizioni di privilegio, non offre una sponda al Vaticano quando invece dovrebbe farlo. È più serva di un potere ancora più forte che ha sede a Washington, e della sua filiale di Bruxelles.
Fonte foto: RaiNews (da Google)