Esilarante siparietto ieri sera in tv a Piazza Pulita fra l’ex leghista ora Forza Italia, Flavio Tosi, e il pidino Marco Furfaro, di fresca nomina nella segreteria del PD.
Quest’ultimo, reinventatosi paladino dei diritti sociali con la stessa disinvoltura con cui un Gigi D’Alessio si reinventerebbe come un novello Peter Gabriel, fa la sua giaculatoria contro i decreti pro evasori fiscali emanati dal governicchio da “pais bananero” (definizione mia, non sua…) guidato da Giorgia Meloni.
In linea teorica e anche pratica nulla di male, anzi, direi condivisibile, se non fosse che lo stesso Furfaro è esponente di un partito che forse più di ogni altro negli ultimi vent’anni ha lavorato per disinnescare il conflitto sociale, privatizzare quanto vi era di privatizzabile, precarizzare il lavoro, annichilire il potere contrattuale dei lavoratori, favorire i grandi gruppi economici e finanziari europei e d’oltreoceano che le tasse in Italia le evadono legalmente spostando la loro sede fiscale in altri paesi disposti a chiudere tutti e due gli occhi (sempre ai fini dello sviluppo economico e della crescita sociale, sia chiaro…).
Ad un certo momento arriva il bello. Tosi si rivolge con enfasi al suo interlocutore esclamando:” Tutto quello che fate è andare contro la libera impresa, perché siete contro il profitto e la proprietà privata a priori, per ragioni ideologiche!”.
Semplicemente esilarante. Tosi che dà del comunista a un dirigente del PD è come Berlusconi che dà del puttaniere a Rocco Buttiglione.
La commedia continua.